ArteFiera 2013, cronache di un ambiente minacciato
Un lungo weekend di cultura. A Bologna, dal 25 al 28 gennaio, la 37° edizione di Artefiera ha disseminato anche quest’anno la città di appuntamenti con l’arte contemporanea. Non solo mercato d’arte, quindi, con le 175 gallerie e i 1100 artisti ospitati dai padiglioni 25 e 26 della fiera. Con Art City, manifestazione organizzata con il Comune, le opere d’arte si collocano nei palazzi, biblioteche, musei e piazze del capoluogo felsineo, e diventano arte pubblica, alla portata di tutti, attraverso i più disparati linguaggi, dalla pittura al cinema, dalla danza alle installazioni, dalla fotografia alla “spoken poetry”.
Sicuramente smart & green il servizio di navetta gratuita, l’Art City Bus, con corse ogni 20 minuti e sei fermate tra Fiera e centro per accompagnare i visitatori lungo il circuito dei luoghi dell’arte, illustrato dall’Art City Map . Feeling ecologico ha mostrato del resto anche il primo cittadino, Virginio Merola, per cui l’arte è “la forma più pulita di energia“.
Oltre i classici Burri, De Chirico e Morandi, da segnalare altre forme e formule artistiche. Come le partiture sonore di Sound Anthology, di Maurizio Nannucci e Simone Conforti, che hanno fatto vibrare Piazza Maggiore: con meccanismi regolati in base alla luce solare, l’installazione interattiva ha inondato il “crescentone” della piazza di suggestioni musicali, con variazioni di fluide sonorità trasmesse dagli altoparlanti sulla facciata di Palazzo Podestà. Gli effetti sonori, diffondendosi dalle 9 alle 21, variavano in base alla luce delle diverse ore del giorno. Promossa dal Mambo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna, questa tecnica immette arte nel preesistente, reinventando creativamente edifici e strumenti già parte dell’arredo urbano, senza aggiungere materia né lasciare traccia.
Nelle opere in cui la sensibilità e la ricerca artistica si concentrano sull’ambiente e sul rapporto che l’uomo instaura con questo, spesso si resta ancora turbati da presagi inquietanti, da una natura che appare o dilaniata nelle sue risorse o malinconico fondale di morte. Al rapporto con la natura è dedicata anche una buona parte della produzione di Bas Jan Ader (1942-1975), fotografo olandese dall’opera molto influente negli anni Sessanta-Settanta. La mostra “Tra due mondi“, a Villa delle Rose fino al 17 marzo, è la prima retrospettiva a lui dedicata in Italia e propone una selezione dei lavori più significativi.
Dalla Settima arte, inoltre, un autentico grido d’allarme ambientale. La distruzione del pianeta attraverso un uso predatorio delle sue risorse è il tema di “TristanOil“, ideato da Nanni Balestrini, con la collaborazione di Giacomo Verde. Andato in scena domenica al Cinema Lumière, il film-documentario è generato da un computer che riassembla in capitoli di dieci minuti oltre 120 clip video basati sul medesimo argomento. Le sequenze video sono selezionate da disastri ecologici, immagini della borsa, di povertà, di guerra, alternate da frasi tratte dal romanzo combinatorio Tristano di Nanni Balestrini, ed emergono da una colata di petrolio come in un flusso potenzialmente infinito.
Con Gelo, invece, sono in mostra alla Pinacoteca Nazionale (fino al 10 febbraio) le opera più rappresentative del duo Masbedo. Nelle due videoinstallazioni e un video presenti, Niccolò Massazza e Jacopo Bedogni rappresentano la natura, “il terzo attore” secondo i due artisti. In Serendipity, i due schermi raccontano un paesaggio di struggente bellezza ma infausto: un tratto di costa inglese dalle scogliere bianchissime, con dirupi che arrivano fino a 160 metri, luogo di centinaia di suicidi. Serendipity mostra quindi un percorso in bilico tra vita e morte, tra la bellezza soverchiante dei luoghi e la lugubre vocazione che è stata loro attribuita dall’uomo, quasi la specie umana avesse macchiato irrimediabilmente la purezza del luogo. Il pensiero corre ai tratti di mare deturpati dagli incidenti di navi petrolifere, come quello in Florida. Lascia insomma l’amaro in bocca. Ash, invece, riprende l’eruzione del vulcano islandese Eyafjallajokull, che oscurò i cieli e bloccò il sorvolo degli aerei per una settimana: una manifestazione di quella vis maior capace di sconvolgere ogni cosa, rammentando la dimensione fragile dell’animale uomo.
Anche la danza, ad Art City, fa riflettere sui nostri tempi. La performance-installazione video “Tra MieBo” di Valeria Magli, che ha animato le serate dell’Oratorio San Filippo Neri, mostra la danza come metafora di una vita senza momenti di pausa o silenzi, vorticosa come le evoluzioni dei dervisci, i mistici arabi che cercano l’ascesi dalla dimensione materiale. La indaga, invece, in tante direzioni e discipline differenti, la mostra “Benzine. Le energie della tua mente”, di Giovanni Carrada, prodotta dalla Fondazione Golinelli in collaborazione con la Triennale di Milano. L’esposizione si articola in sette percorsi, dedicati ad altrettante forme di “energia” – arte, idee, passione, creatività, il nuovo, l’apprendimento, gli altri. I diversi ambienti ospitano opere di artisti di fama internazionale accanto ad esposizioni di stampo prettamente scientifico. La mostra si colloca infatti a cavallo di un’altra manifestazione, Arte e Scienza in Piazza, in corso a Bologna fino al 10 febbraio.
Cristina Gentile