Efficienza energetica: l’Italia non è più prima della classe
In Italia il miglioramento sull’efficienza energetica c’è, ma meno del resto d’Europa. Nel “Rapporto sull’Efficienza Energetica” dell’ENEA, presentato ieri a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico, sono riassunti i dati sui consumi energetici e l’evoluzione degli interventi sull’efficienza: l’applicazione delle misure del Piano di Azione per l’Efficienza Energetica ha permesso nel 2011 un risparmio di 57.595 Gwh/anno. Riguardo agli indicatori sull’efficienza, il miglioramento tra il 2009 e il 2010 è stato poco più di un punto percentuale.
I due interventi che hanno maggiormente contribuito all’obiettivo sono stati i Titoli di Efficienza Energetica (TEE) e gli standard minimi di prestazione energetica degli edifici, che da soli hanno contribuito per l’80% al risparmio conseguito. Al terzo posto, il meccanismo di detrazione al 55%. Dal punto di vista dell’efficacia dell’investimento economico verso il risultato, la misura più costosa è il rinnovo del parco auto.
La situazione delineata dal Rapporto è solo in parte positiva: nel confronto con l’estero, il trend italiano risulta decisamente peggiore rispetto alla maggior parte degli Stati europei. L’aumento di efficienza energetica si è praticamente arrestato negli anni recenti: mentre nel passato l’Italia primeggiava in termini di intensità energetica, nel 2010 Irlanda, Danimarca e persino la Gran Bretagna hanno presentato una performance migliore.
“Se investiamo in efficienza energetica abbiamo dei vantaggi a vari livelli, per cui in fase di discussione c’è un consenso unanime, – ha commentato il senatore Francesco Ferrante, – ma riguardo all’intensità energetica, il trend di miglioramento si è interrotto. Ho paura che stiamo perdendo un’occasione, perché a livello politico non c’è stata una scelta. Per esempio il 55%, che è stato senz’altro un intervento positivo, un win-win: per la richiesta di energia, per il settore e per l’economia. Abbiamo proceduto per proroghe, tra varie difficoltà, mentre è una norma che andrebbe stabilizzata”. Come richiedono anche le associazioni di categoria.
Sulla stessa linea il commento del WWF: “Tutti parlano e straparlano di efficienza energetica, in Italia, ma i fatti sono ancora decisamente troppo pochi”, sottolinea Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia di WWF Italia. “Anzi, per l’ennesima volta siamo costretti a fare appello al futuro Parlamento perché confermi e renda davvero efficace il 55% di sgravio fiscale per l’efficienza energetica sugli edifici”.
L’efficienza energetica è anche al centro del dossier del WWF “Obiettivo 2050 – Per una roadmap energetica al 2050: rinnovabili, efficienza, decarbonizzazione”, realizzato da REF –E, (Economics Engineering Energy Environment). Nel documento si propone di diminuire i consumi del 40% entro il 2050 rispetto al 2010, con due tappe intermedie: – 5% al 2020 e -16% al 2030 con un taglio dello 0,5% l’anno fino al 2020 e dell’1,2% nel periodo 2020–2030, con un obiettivo vincolante di riduzione in termini assoluti. Gli strumenti? Una ‘fiscalità taglia-emissioni’ che regoli, per esempio, l’IMU sulla base della classe energetica della casa, il bollo dell’auto sulle emissioni inquinanti anziché sui kilowatt del veicolo.
Veronica Caciagli