“La montagna è dove torno a respirare”. Intervista a Daniela Merighetti
Chi leggerà quest’intervista prima di sabato 19 e domenica 20 gennaio, incroci le dita e si goda lo spettacolo. Di fortuna c’è sempre bisogno. Anche per lei, Daniela Merighetti, 32 anni, bresciana, che ha regalato all’Italia, a sorpresa, il primo podio femminile della stagione, piazzandosi al secondo posto nella discesa di St. Anton, in Austria, in una prova valida per la Coppa del Mondo di Sci Alpino. E questo weekend ci riprova. Sulla pista di Olimpia delle Tofane, a Cortina, “Dada” prova a sbaragliare le regine dello sci, da Lindsey Vonn, campionessa olimpica e mondiale, alla ventitreenne americana del Colorado, Alice McKennis, all’austriaca Anna Fenniger, senza dimenticare la nuova stella del Super G, la bella slovena Tina Maze, leader assoluta di Coppa del Mondo. Lo spettacolo per gli appassionati è assicurato. Ma come vive Daniela la montagna? Glielo abbiamo chiesto tra un allenamento e l’altro…
D) Daniela, cos’è per te la montagna?
R) Il luogo in cui vado per tornare a respirare. Mi piace molto la città, io vivo a Brescia, ma solo in alto si prende fiato. Dai 15-16 anni mi sono allenata in Val Camonica. I panorami che offrono le vette, che siano le Dolomiti, o le montagne rocciose americane, sono esperienze indimenticabili, che ti restano impresse a lungo dentro.
D) Con l’invidia di tutti noi, amanti della montagna chiusi negli uffici, la tua giornata tipo trascorre sulla neve e tra i pini. Come è organizzata?
R) Dipende se ho una gara o sono in allenamento. Quando ci sono le competizioni, ci si sveglia presto, alle 6, massimo alle 7. Dopo un’abbondante colazione si esce dall’albergo, abbiamo circa un’ora di tempo a disposizione per la ricognizione, poi c’è il giro di riscaldamento per prepararsi alla discesa. Sono passate 2 ore e mezza prima della gara effettiva, in cui ci si ripete mentalmente il percorso.
D) Il trionfo in Austria è stato, per gli appassionati, una felice sorpresa. Lo è stato anche per te?
R) Si, non ci credevo assolutamente. Ora si va “in discesa”. E’ stata talmente alta la gioia, che è facile adesso andare avanti. Spero che qualcuna della squadra riesca a fare un buon risultato, perché è sempre bello festeggiare tutte insieme. Credo di essermelo meritato il podio, mi ha ripagato di tutto il lavoro che ho fatto fin qui. A volte si infila la sfortuna, qualche demerito, le cose non vengono, ma ora guardo solo al meglio, perchè così si andrebbe più forte ai mondiali.
D) Quali sono i tuoi riti scaramantici?
R) Non ne ho nessuno in particolare, ma mi dico sempre di dare tutto quello che ho, di stare attenta alle linee, andar giù dritta con gli sci. Le pressioni sono tantissime, ma sono abituata alla velocità, quando scendo tutto passa. Non ho mai avuto paura, né delle piste difficili, né dell’altitudine. Forse quando non ci sono le reti di protezione avverto qualche timore di cadere, ma più in allenamento. In gara non c’è spazio per tutto ciò.
D) Da atleta e campionessa, se dovessi inventare uno slogan per convincere i non sportivi a spigrirsi e fare attività fisica cosa diresti?
R) Dico una frase semplice e comprensibile per tutti: lo sport fa vivere meglio. Indipendentemente dalla disciplina praticata, dopo aver fatto una sudata ti rigeneri, nel corpo e nello spirito. Io prima di dare tutta me stessa allo sci, ero una pallavolista. Forse mi piace anche di più lo sport di squadra, ma nello sci sono migliore e quindi ho intrapreso questa strada. Corsa, fondo, tennis, ognuno ha il suo fascino. In allenamento io pratico 2 ore e mezza la mattina e 2 ore al pomeriggio. E’ faticoso, perché si sta in giro tanto, per 5 minuti clou di discesa. Eppure, certe emozioni valgono la pena.
D) Come ci si sente alla vigilia di una gara così importante?
R) L’aspettativa c’è, l’ansia no. Abbiamo fatto bene qui, sono abbastanza tranquilla. Dopo il podio, poi, sono decisamente più a mio agio. La mia regola è mai caricarsi troppo.
Letizia Tortello