Filippo Timi: “credo nel potere delle gocce, che fanno il mare”
Chiamatelo come volete, Amleto doppio, al quadrato, due, duplice, bis, come vi viene meglio. La sostanza non cambia. Filippo Timi è ancora una volta Amleto. L’avevamo visto due anni fa, strepitoso, sul palco del Teatro Franco Parenti di Milano, in un riadattamento della tragedia shakespeariana da lui diretto e interpretato, insieme alla sua compagnia (dove spicca l’incredibile Lucia Mascino, in una performance potente).
Per chi se lo fosse perso, in questi giorni Amleto torna in scena in versione 3D. Sì, Shakespeare in tre dimensioni come gli Avatar, ma calato nella tragicità che avvolge il dramma umano e familiare del Principe di Danimarca. In anteprima sui grandi schermi del Torino Film Festival l’attore perugino presenta “Amleto2”, regia di Felice Cappa, trasposizione cinematografica dello spettacolo, da vedere rigorosamente con gli occhialini, che garantiscono l’effetto della tridimensionalità. Ironica (si ride, dall’inizio alla fine), feroce, profonda, la pellicola diventerà uno show per la Rai, a gennaio. E chiacchierando con l’attore riguardo a questa e alle sue infinite altre produzioni artistiche, capita di scoprire anche un Timi dall’inedita sensibilità ecologista.
D) Filippo, perché sei tornato su Amleto?
R) Anni fa avevo voglia di formare una mia compagnia e di firmare un mio spettacolo. Ho pensato all’Amleto perché è il sogno di tutti gli attori, Stanislawski dice che è il primo ruolo nella storia del teatro che abbia una coscienza di sé. Ogni Amleto che metti in scena è un trattato sul teatro, è fondamentale. A me ne era venuto fuori uno così spontaneo, naturale conseguenza del monologo di “Tutt’al più muoio”, tanto che abbiamo pensato a una trasposizione cinematografica, per provare a portare la profondità del palco fuori dal palco qui ed ora.
D) Cosa ci guadagna il teatro?
R) Ci sono dettagli che ti restituisce solo il cinema. Alcuni particolari, espressioni come quella di Luca Pignagnoli che imita contemporaneamente Banfi e Boldi, che a teatro non puoi vedere. Ho capito che il teatro dovrebbe sempre avere una versione in 3D, e dire che all’inizio ero contrario…
D) Con il suo Amleto la tragedia diventa folle e esasperata commedia. Non è un po’ tradire Shakespeare?
R) Direi piuttosto il contrario. L’assunto è giusto, ma bisogna ribaltarlo. La commedia portata all’estremo è profondamente tragica, come lo sono Fantozzi, il clown, Charlie Chaplin. Amleto è il primo personaggio autocosciente del teatro. E cosa c’è di più tragico di chi vede con distanza le cose, ma è schiavo. Il riso è tragico. Parliamo di un personaggio che basa la sua esistenza su un conflitto tra santità e dittatura. Ha il potere di uccidere, e per questo potrebbe diventare santo salvando tutti, ma non ne ha la forza, oppure può diventare Caligola. E’ un uomo e per questo rispecchia tutti quanti noi e tutto il teatro.
D) Instancabile, ogni sei mesi fai un film o uno spettacolo. A cosa stai lavorando in questo momento?
R) A un Don Giovanni, ma ci vorrà ancora un anno perché mi vediate ritornare a Torino.
D) Tra i tuoi libri, “Tutt’al più muoio” (Fandango) è vero che è stato stampato su carta riciclata? E che tu tenevi molto a questo dettaglio ambientalista?
R) Sì, laddove posso, tutta la mia vita è riguardosa verso l’ambiente. Credo che la coscienza collettiva sia influenzata dal singolo. Credo nel potere delle gocce che fanno il mare, che è pure un potere rassicurante perché se so che io, tu, e gli altri facciamo tutti lo stesso gesto, ad esempio riciclare per bene i rifiuti, mi convinco che non sia una cosa inutile.
D) Quali mezzi di trasporto usi abitualmente?
R) Non guido la macchina, mi muovo o in tram o in taxi o in treno. O a piedi. E sono così “uno in meno” a inquinare. C’è sempre un esempio che mi impressiona: se scomparisse il genere umano, nell’arco di un anno le nostre città sarebbero completamente invase dal verde, mangiate dalle piante. La natura ha una potenza insormontabile, e noi siamo ospiti di questo mondo e dobbiamo tenerlo pulito.
D) Nonostante tutto, vivi in una città inquinatissima…
R) Sì, ma adoro stare a Milano. Mi sono trasferito apposta da Roma per godere di questa città caotica ma viva…
Letizia Tortello