Change Up! una carrellata per far cambiare idea al consumatore
Si è concluso ieri, nella Palazzina Liberty di Milano, il weekend targato “Change up! Scelgo io!”, un evento sul consumo sostenibile che ha attirato molti esperti del settore, ma anche un folto pubblico di curiosi, negli spazi espositivi e agli eventi, creati per un pubblico diversificato, dai più piccoli – con uno specialissimo laboratorio incentrato sulla conoscenza del ciclo produttivo dell’olio – agli adulti, con corsi di cucina, yoga e molto altro.
Change Up! è un’Associazione per la Promozione della Sostenibilità che, nata formalmente nel gennaio del 2012 (dall’idea di tre esperte di lifestyle sostenibile e comunicazione), ha recuperato esperienze sperimentali degli anni precedenti, con lo scopo di stabilire un contatto più diretto tra i produttori e i consumatori attenti all’ecosostenibilità: dal design alla cosmesi, alla moda e al benessere in senso generale.
La manifestazione Change up! Scelgo io, alla seconda edizione, è stata inaugurata venerdì pomeriggio con un’illuminante tavola rotonda dal tema “Il valore della Bellezza. Equilibrio, Rispetto, Salute”, che ha sollevato la questione spinosa dei prodotti etichettati come “ecosostenibili, naturali e biologici” che talvolta, purtroppo, tali non sono. Gli aspetti da prendere in considerazione sono infatti moltissimi: tra gli altri, gli ingredienti utilizzati (che devono essere rigorosamente privi di componenti dannosi sia per l’ambiente che per la salute, anche oltre la normativa), le sperimentazioni sugli animali e il packaging, tema fondamentale che troppo raramente viene preso in considerazione.
La tavola rotonda ha dato il via all’evento, ospitato in uno spazio espositivo creato a partire dal progetto di una giovane neolaureata, Chiara Basilissi, realizzato con l’appoggio della Facoltà di Architettura – Area Design dell’Università di Firenze. Un percorso espositivo che ha puntato sulla costruzione di “aree tematiche” attraverso le quali entrare in contatto con le diverse realtà proposte, scoprendone ogni dettaglio.
A partire dalla zona “benessere”, con il brand Bio Nature che, basandosi sulla nutraceutica e, in generale, sul concetto di benessere mente-corpo, ha ideato un nuovo marchio, Couleur Caramel: una linea make up creata solamente con elementi naturali e racchiusa in confezioni a basso impatto ambientale. Nello stesso spazio, la linea di trattamenti biologici Palmea realizzata con componenti della palma.
Angi Skin Care ha invece presentato trattamenti eco-bio-dermocompatibili, come uno speciale scrub all’uva e zucca, Ringana, azienda austriaca, ha scelto di proporre al pubblico i suoi prodotti 100% naturali, non testati su animali, realizzati senza l’aggiunta di elementi chimici ma sfruttando esclusivamente piante provenienti da coltivazioni biologiche. Per finire il marchio Idea Toscana ha presentato la sua linea cosmetica “Prima Spremitura” composta da prodotti per l’igiene e la cura del corpo a base di olio extra-vergine di oliva toscano IGP Biologico: un olio non raffinato capace di donare alla pelle enormi benefici a livello nutritivo ed idratante.
Per il settore eco-fashion le responsabili dell’evento hanno voluto puntare su “FeM Paglia”, un brand ideato da tre sorelle venete unite dalla passione per la moda, che hanno scelto sviluppare un progetto di recupero dei materiali sartoriali, oggi in nomina per il Grandesign Etico Award 2012. Partendo da alcuni scarti di grandi industrie tessili le sorelle Paglia hanno creato collezioni di abbigliamento che bandiscono la serialità: ogni capo è differente dall’altro perchè riutilizzare significa sfruttare esclusivamente i materiali che si hanno a disposizione, senza pretese di forma o colore.
Il design “responsabile” è stato uno dei punti di forza della manifestazione, a partire da Domostyle e il suo inCamino, un’idea per riscaldare gli interni utilizzando come fonte di energia la canna da zucchero. PliniOltre è invece un nuovo brand creato dalla società Plinio il Giovane, che ha come obiettivo il reinserimento nella società di persone disagiate provenienti dal carcere e riunite in cooperative sociali come “Opera in Fiore”, della quale fanno parte i detenuti di Opera. Per questa occasione il marchio ha deciso di esporre elementi come lampade realizzate con lastre di legno sottilissime, la sedia Discola pensata per potersi dondolare sulle sue gambe posteriori senza avere il timore di cadere, e Box in Bed, una seduta pronta a trasformarsi in un pratico letto, con un solo e semplice movimento.
Vipot propone infine, per il secondo anno consecutivo, un’idea destinata a crescere: partendo dalla lolla di riso, scarto derivante dalla lavorazione del riso, si è realizzata una materia completamente biodegradabile ideale per essere sfruttata in vari prodotti della vita di tutti i giorni. I vasi da fiori presentati, in particolare, ottengono un effetto esteticamente simile a quelli in terracotta, ma sono biodegradabili al 100% e contengono sostanze nutritive eccezionali per le piante inserite al loro interno. Per questo i vasi Vipot, a fine ciclo, possono essere inseriti direttamente nel terreno in quanto, dopo un anno, si trasformano in compost, fertilizzando il terreno. L’azienda bergamasca sta ora pensando di estendere la produzione anche al settore alimentare, con packaging studiati ad hoc che risolverebbero gran parte dei problemi generati dalla “cattiva educazione” nei confronti della raccolta differenziata. Per presentare il brevetto prenderà parte al prossimo Salone del Gusto di Torino, con il progetto “Quelli che…le Piante Felici”.
Angelica Ciardella