Art’Ambiente Light & Recycle
Alla fine degli Anni Sessanta inizio Anni Settanta la parola ecologia fa ufficialmente il proprio ingresso nel campo dell’informazione e si incomincia a parlare, con frequenza, del danno e delle alterazioni che il nostro sistema occidentale di vita, di produzione e di consumo, esportato ormai in tutto il mondo, arreca all’ ambiente. Negli stessi anni, non è forse un caso, anche il panorama artistico contemporaneo muta sostanzialmente, introducendo ufficialmente per la prima volta il termine “ambiente” anche per specifiche categorie di opere artistiche. La grande rivoluzione che all’inizio del secolo XX ha modificato completamente il punto di vista artistico introducendo grazie alle scoperte di Einstein, il concetto di quarta dimensione anche nell’opera d’arte, torna a verificarsi, ma secondo nuovi principi e nuove modalità espressive.
E’ sempre il concetto di spazio a venir posto sotto inchiesta. Ma se, nel primo caso, si trattò di apportare al suo interno la modifica sostanziale di un’ inestricabile connessione dello spazio e del tempo, questa volta si tratterà di includervi, definitivamente, quello di organismo vivente, di sistema complesso a cui contribuiscono discipline diverse: chimica, fisica, biologia, scienze della terra, integrandosi al suo interno come in una “casa” – oixos in greco: casa, ambiente -, da cui “eco”.
Dal simbolico spazio eterno dell’arte al modo in cui l’arte, secondo i propri processi operativi, diviene capace di integrare conoscenze filosofico-scientifiche con pratiche e comportamenti che rendano più facile, anche allo spettatore, porsi problemi altrimenti relegati nella teoria – in quanto oltremodo complessi e fuori dalla comune portata – rendendoli praticabili e più facilmente applicabili.
I nomi di Duchamp, Beuys, Klein, marcano questo nuovo territorio all’estero, quali pionieri, come da noi quelli di Manzoni, Zorio, De Dominicis, Pisani. Prima metà del secolo scorso e seconda metà a confronto. L’avanguardia – in particolare cubista, futurista, costruttivista e dadaista – aveva già gettato le basi, sia dell’ampliamento dello spazio interno all’opera, con l’integrazione di frammenti di mondo esterno – come nel collage e nel polimaterismo cubista e futurista – sia di un coinvolgimento totale dell’ambiente con azioni, parole e suoni che lo attraversavano da cima a fondo – come nello Spettacolo futurista e nel Cabaret dadaista – trasformandolo in un vero campo di battaglia. Ma Surrealismo, New-dada, Fluxus, Arte Povera e Ambientale con i loro insostituibili gesti, happening, performance, installazioni, toccano l’acme di nuove concezioni, ormai molto vicine alle moderne teorie di campo, sia in fisica quantistica che in psicologia sociale, ovvero a un porsi contestualmente dinanzi alla totalità dei fatti coesistenti nella loro interdipendenza, fuor da qualsiasi presunzione di scomposizione delle singole parti e incline, invece, ad analisi di totalità e casualità circolari, come nell’ esperienza ecologica ed ecosistemica a diversi livelli.
Bisogna, dunque, ripartire da qui anche oggi, in piena “società liquida” – per dirla con Zigmund Bauman – per ritrovare forse la più antica e attuale fra le motivazioni dell’arte, quella a modificare l’ambiente, riportandolo dal caos al cosmos, con il suo esemplare antiutilitarismo, con il suo essere al di là di ogni speculazione, che non costituisca puro modello di riflessione e non solleciti spinte urgenti al cambiamento di un sistema economico sociale in senso sempre meno fittizio e sempre più praticamente terapeutico per l’anima ed il corpo umano, minacciati di estinzione. Largo a chi voglia, con la gratuità di gesti leggeri, non per questo meno seri, come quelli della creazione artistica, rintracciare nuove vie per comunicare le ormai imprescindibili necessità di tutto il pianeta.
Esposizione Mostra
dal 16 al 17 Dicembre 2009 Orario : 10 – 20 Ingresso libero
Roma, Centro Storico – Piazza San Lorenzo in Lucina, 41 presso Spazio Etoile