Al via a Torino il più grande processo europeo sull’amianto
Si apre oggi al Tribunale di Torino il più grande processo europeo in materia di sicurezza sul lavoro e inquinamento ambientale causato dall’amianto.
Il WWF si costituirà parte civile nel processo contro la multinazionale Eternit Spa, gestore degli stabilimenti di Casale Monferrato, Cavagnolo, Bagnoli e Rubiera, accusata di omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e disastro doloso.
Ad oggi, le vittime accertate, affette da asbestosi e mesotelioma pleurico a causa dell’esposizione all’amianto dal 1952 al 2008, sono più di 2000, a cui si somma “un numero indeterminato di lavoratori e popolazione colpita”. Le stime fanno inoltre temere un picco da tumori per amianto che sarà riscontrabile soltanto tra il 2015 e il 2020.
Le indagini, condotte dal Pubblico Ministero Raffaele Guariniello, hanno accertato, secondo quanto riporta il WWF, ”una serie di omissioni nella gestione dei cicli di produzione e una serie di danni conclamati che si sono verificati in un’area ben più vasta rispetto a quella del singolo stabilimento“. Come le aree pubbliche e le stesse abitazioni dei lavoratori, dove entravano “gli indumenti da lavoro non sottoposti a pulizia in ambito aziendale”.
Per il solo inquinamento relativo a Casale Monferrato, continua il WWF, ”il Ministero dell’Ambiente, che ha individuato l’area interessata direttamente dall’inquinamento di amianto, ha dovuto perimetrare 738,95 chilometri quadrati ricadenti nei territori di ben 48 comuni. Si tratta di territori interessati non solo dalla massiccia presenza di materiali in eternit (cioé di amianto-cemento con cui sono state fatte tettoie, tubature, cassoni dell’acqua, coibentazioni), ma anche dalla diffusione degli scarichi della lavorazione di questo”.
Una situazione che ha reso necessario decretare l’area Sito d’Importanza Nazionale (Sin), con un conseguente stanziamento di 35,5 milioni di euro per i complessi interventi di bonifica. A essere interessato sarebbe infatti anche “un pezzo della sponda del Po dove lo stabilimento scaricava“.
I numeri del processo sono impressionanati: 2.000 persone attese al Tribunale di Torino, oltre 4.ooo mila parti civili e 5 miliardi di euro di risarcimento richiesti. “Numeri talmente fuori misura”, sottolinea il WWF ,”da rendere necessaria la notifica del decreto che dispone il giudizio per pubblici annunzi, ovvero pubblicandolo su vari siti internet istituzionali, con diffusione di un comunicato stampa dell’ufficio di Presidenza del Tribunale di Torino e, addirittura, con pubblicazione nella Gazzetta ufficiale”.
Ilaria Burgassi
Si veda anche Grazia Longo, “Eternit, via al processo. La sentenza nel 2011“, LaStampa.it, 10 dicembre 1009