Consigli per eco-mamme, terza puntata: i pannolini
Ecco la terza puntata dei “consigli per eco-mamme“, il viaggio della nostra corrispondente (e mamma) Cristina Gentile tra i prodotti e i servizi per l’infanzia. Il tema di oggi è: i pannolini.
La fase delle nausee è finita da un pezzo, ma l’afrore dei pannolini sporchi rischia di riprecipitare la mamma in quel fosco periodo di sofferenza olfattiva. Odori a parte, chi non ha guardato, con preoccupazione, alla mole di pannolini gettati via ogni giorno? Quanto inquinano, gli ignari pargoletti, con gli attuali sistemi per il cambio e l’igiene?
Tornare ad anacronistici lembi di lino e cotone, da lavare e smacchiare a fatica, non è però necessario. Soluzioni praticabili sono state già sperimentate a Forlì , Reggio Emilia, Padova e presto saranno introdotte anche a Bologna . Queste città, partendo dalla considerazione che tutta la comunità trae beneficio dall’impegno per la riduzione dei rifiuti, stanno promuovendo l’uso di pannolini lavabili e compostabili. Si tratta di pannolini composti da una mutandina impermeabile esterna e strati assorbenti di tessuto, perciò lavabili anche in lavatrice e riutilizzabili.
Secondo stime del Comune di Forlì, infatti, i pannolini usa e getta necessari per un figlio (se ne fa uso fino ai 2 – 3 anni) sono circa tremila, pari a una tonnellata di rifiuti non biodegrabili, e costano alle famiglie fino a duemila euro. Il loro smaltimento costa circa 200 euro a tonnellata. Con i pannolini lavabili una famiglia potrebbe risparmiare dai duecento agli ottocento euro, e con un secondo figlio la spesa sarebbe ancor meglio ammortizzata. A Forlì, dove i pannolini costituiscono il 15 per cento dei rifiuti indifferenziati, dal 2009 è attivo un protocollo d’intesa con cui numerosi soggetti pubblici e privati si sono impegnati a utilizzare, per tre anni, pannolini lavabili e compostabili.
Il testo prevede campagne informative, l’uso dei nuovi pannolini nei nidi aderenti e nei servizi sanitari, l’erogazione di buoni-acquisto per i genitori e il monitoraggio dei risultati. Si è generato un circolo virtuoso che ha coinvolto cinque Amministrazioni – da ultimo il Comune di Modigliana - l’Ausl (consultori, pediatria di comunità), e altri 18 aderenti tra Forlifarma, cooperative di servizi per l’infanzia, negozi e associazioni. “Passato lo scetticismo iniziale – spiega Nadia Bertozzi, responsabile del Centro per le Famiglie del Comune di Forlì – aver fatto “sistema” invece di erogare semplicemente dei buoni-acquisto ha creato valore aggiunto: il coinvolgimento di più soggetti ha aiutato a diffondere la tematica, a parlarne, creando cultura”.
Chi accetta il buono-acquisto riceve un questionario, per esprimere il proprio parere sul progetto, e sottoscrive una lettera con la quale dichiara d’impegnarsi a utilizzare i pannolini lavabili o a restituire il buono-acquisto, per renderlo disponibile ad altri interessati. Come ha risposto la cittadinanza? “Da novembre 2009 ad oggi sono stati erogati 172 buoni acquisto per un totale di 8.350 euro” riferisce Elena Balzani, del servizio Ambiente del Comune di Forlì: solo quest’anno sono già cinquanta i buoni ritirati, del valore di 50 euro ciascuno, ed un budget di cinquemila euro è stato già deliberato anche per i prossimi due anni. Il protocollo forlivese, inoltre, è stato premiato dal WWF nell’ambito di Earth Hour 2012 e ha ricevuto la menzione speciale fra le buone pratiche del concorso “Oscar della Salute 2011, Premio Nazionale Rete Città Sane – OMS”.
Un aspetto pratico a favore dei pannolini lavabili è la capacità d’assorbimento, che varia a seconda del tessuto e dell’usura, ma può essere regolata con l’aggiunta di inserti assorbenti. Si potrà così “potenziare” l’assetto a seconda del momento della giornata o dei ritmi del bambino. I pannolini lavabili sono disponibili anche negli iperpermercati, come la linea Vivi Verde Coop , venduti in kit (dai 49 ai 69 euro) o confezioni “prova” di pochi ricambi (dai 29 euro), ma si trovano anche sul web , dove peraltro pullulano scambi di informazioni e consigli su modelli e metodi di lavaggio per un effettivo risparmio. Non sono comodi come gli usa e getta, ovviamente, e richiedono un minimo di tempo e impegno. Ma un compromesso è possibile tra le esigenze di praticità della famiglia e la salvaguardia dell’ambiente: salvo i primi mesi, in cui un bimbo richiede di essere cambiato anche una decina di volte al giorno, si può provare a far uso dei pannolini lavabili appena il ritmo di urine/feci si renda affrontabile per i genitori. Calibrare dunque le proprie possibilità e provare questa strada più responsabile, con benefici per il nostro ambiente e per i figli a cui lo lasceremo, effettivamente si può.
Cristina Gentile