Green oncology: la sostenibilità ambientale come nuovo principio ispiratore
Per il 99% dei primari oncologi, la sostenibilità – sia economica che ambientale – deve essere il nuovo principio ispiratore alla base della professione del Primario di Oncologia. E’ questo uno dei dati più significativi emersi dal Survey Green Oncology promosso da CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri) a seguito del Congresso Nazionale di Cosenza del maggio scorso. Al sondaggio ha risposto un campione di 53 dirigenti operanti su tutto il territorio nazionale, corrispondente al 25% degli iscritti al Collegio.
24 intervistati ritengono che i requisiti di sostenibilità ambientale debbano rientrare tra i requisiti obbligatori nell’ambito del Progetto di Accreditamento all’Eccellenza promosso dal CIPOMO, mentre 32 intervistati evidenziano come nell’ambito del follow-up del paziente neoplastico sono attivati programmi di uso oculato delle tecnologie radiologiche pur rispettando le linee guida comunemente adottate. Solo 8 hanno fornito risposta negativa mentre 7 hanno indicato come ciò avvenga dopo discussione clinica e 6 solo in casi selezionati.
Al riguardo delle neoplasie con predisposizione ereditaria, 30 intervistati evidenziano come la loro attenzione sia posta all’invio dei pazienti ad un centro di riferimento. Altri 15 intervistati rispondono positivamente indicando come proprio per le neoplasie con predisposizione ereditaria essi abbiano attivato nelle strutture complesse da loro dirette un particolare setting informativo-assistenziale per i pazienti e i loro familiari. Più nello specifico per 9 degli intervistati il setting informativo riguardi la filiera oncologo- genetista – psicologo, per 3 essa è oncologo – psicologo per 2 solo genetista e per 1 solo l’oncologo. 36 intervistati rispondono positivamente al riguardo dell’assunzione di iniziative volte al risparmio energetico, mentre 47 primari oncologi si dicono a favore di misure per il risparmio economico.
La quasi totalità degli intervistati (50 su 53), infine, segnala come nella struttura complessa di cui è responsabile già esistono procedure per abbattere il rischio legato alla manipolazione dei farmaci citostatici. 45 su 53 evidenziano come sempre venga attuata la raccolta differenziata dei rifiuti. 34 intervistati conoscono gruppi che si interessano di “Ecologia” e di “Prevenzione” nell’ambito della medicina mentre 33 intervistati (su 53) rispondono negativamente al riguardo di eventuali implementazioni metodologiche di risparmio energetico come ad esempio la cartella informatizzata e la contestuale abolizione del cartaceo.
Per Roberto Labianca – Presidente nazionale CIPOMO – “la Green Oncology è una realtà a livello internazionale ed oggi anche italiana. Chissà se l’esempio dell’oncologia non venga un domani seguito anche da altre discipline mediche. Il solco, i primari di oncologia medica, lo hanno tracciato”. “Oggi gli oncologi medici vogliono ridurre il loro impatto ambientale. Vogliono continuare a curare i loro pazienti mantenendo i medesimi risultati, ma tenendo conto non soltanto del malato – sempre al centro del percorso assistenziale – ma anche dell’ambiente, della natura” ricorda Gianfranco Porcile, coordinatore del gruppo di lavoro “Green Oncology” di CIPOMO. “I tumori in piccola parte sono di origine genetica, molti sono legati agli stili di vita, ma la maggior parte oggi sono legati all’inquinamento dell’ambiente: aria, acqua, alimenti, ecc. I primari ospedalieri hanno una funzione eminentemente terapeutica, ma da oggi vogliono interessarsi di più degli aspetti di diagnosi e di prevenzione”.
La Survey sulla Green Oncology ha visto come promotore il Dottor Sergio Crispino, già Presidente Nazionale CIPOMO. I dati sono stati invece analizzati dal Dottor Sergio Bretti, Primario di Oncologia presso l’Ospedale d’Ivrea.