Devis Bonanni. Una Pecoranera che vive col minimo indispensabile
Devis Bonanni è una “pecora nera”. Ha 27 anni e un passato da tecnico informatico, ma oggi fa il contadino. Il suo motto è “esci dal gregge!”. Lui per seguirlo ha mollato agi e comodità e vive felice in mezzo alla natura, a Raveo, un comune di 400 abitanti vicino a Udine, in Friuli Venezia Giulia, nutrendosi con i frutti della sua terra.
La bicicletta è la fonte della sua energia. L’abbiamo intervistato mentre stava compiendo una delle sue imprese: “Mi sto trasferendo in Veneto per la presentazione del mio libro per Marsilio. Sono partito alle 8 di mattina, l’incontro è alle 21, ma per fortuna sono quasi arrivato”. Sono le 6 del pomeriggio e Pecoranera ha percorso in sella alla due ruote ben 180 chilometri.
D) Incredibile, ma vero. Nessun fiatone… Come è possibile?
R) E’ una falsa credenza, portata avanti da una campagna di informazione sbagliata, l’idea che noi moderni non abbiamo più la struttura per fare alcunché. Ci diciamo, non hai il fisico. Come se fossimo diventati dei molluschi dopo mezzo secolo di comfort. In realtà, il nostro corpo ci supporterebbe in avventure eroiche, ben al di là della più ottimistica immaginazione. Per esempio, la scorsa estate la mia ragazza era alle prime armi con percorsi lunghi in bicicletta e ha macinato 60 chilometri al giorno come niente.
D) Quando hai maturato la scelta radicale di ritornare a vivere nella natura?
R) Alla fine delle superiori è scattata la scintilla. Ho letto un articolo su Focus che descriveva una fattoria autosufficiente per famiglie. La suggestione si è sposata bene con una certa sensibilità ecologica che nasceva dentro di me. Agli inizi, pensavo di poter fare qualcosa per il pianeta, ero spinto da un grande idealismo, dopo 10 anni ho capito che lo sto facendo principalmente per me, per la mia serenità. Anche se è vero che quando sei felice, riesci a fare qualcosa di buono per tutti.
D) Come funziona la tua fattoria?
R) Coltivo tutto ciò di cui ho bisogno, possiedo circa 200 mq di terreno. Il resto lo vendo per guadagnare un po’ di denaro e mantenermi e pagarmi piccole spese come internet, la luce, gli sfizi. Riscaldo la casa e l’acqua completamente a legna, che taglio io nel bosco. Cucino a legna, ho ridotto i consumi elettrici, non ho pannelli solari, non ho auto, uso solo bici o mezzi pubblici, in generale faccio vita modesta, ma non rinuncio ad acquistare qualche prodotto al supermercato, a uscire con gli amici come tutti i giovani della mia età.
D) Sembra incredibile questa vita di privazioni. Può davvero essere per sempre?
R) Ho capito sulla mia pelle che togliere non significa rinunciare, ma solo arrivre più vicini all’essenza dei nostri bisogni. C’è il titolo di un libro che mi ha sempre ispirato e a cui mi sento vicino: “barboni a casa propria”. Al di là della provocazione, credo sia un traguardo che avvicina alla felicità. E’ stato dimostrato che al di sotto di una certa soglia di reddito, neanche troppo basso, (lui oggi vive con 200 euro al mese, ndr) la serenità si slega dai soldi, non cresce in relazione al denaro. Basta avere una casa, un modo pratico per riscaldarla, del buon cibo, un mezzo per spostarsi e le finanze per viaggiare e voilà, diventi più felice, seguendo i ritmi del tuo corpo e della natura.
D) Ci spieghi la tua giornata tipo? Ti alzerai prestissimo la mattina…
R) Anche questo è un mito da sfatare. E’ molto mattiniero chi deve vedere i frutti della terra al mercato, e chi ha degli animali da mungere. Ma io, essendo vegetariano, con le mie sole galline non ho questa esigenza. Divido l’anno in due, estate e inverno. Nella bella stagione lavoro nei campi anche più di 8 ore, svegliandomi intorno alle 7. D’inverno zappo solo mezza giornata, il resto lo dedico ai miei hobby, cioè la bici e la lettura. Vado in biblioteca e faccio scorpacciate di letteratura, lo scorso dicembre ho letto tutto Hemingway.
D) Che cosa coltivi?
R) Tutti gli ortaggi possibili in un clima da montagna, quindi non i ceci, le lenticchie. Tengo il mais per farina e polenta, fagioli e piselli, patate, ho tre serre per i pomodori, e di questi attivo un piccolo commercio. Sto facendo degli esperimenti sul frumento per il pane, la scorsa primavera ho impiantato un frutteto, ma sono in attesa di frutti. Zappo di mio pugno, ma uso anche motozappa e falciatrice meccaniche.
D) E’ una vita ”da vecchi”?
R) Forse sì, perché gli anziani si muovono di meno, e hanno meno bisogno di status simbol. Confesso che non è semplice sceglierla da giovani.
D) Ti senti però di consigliarla?
R) Io non cambierei per niente al mondo. Ho trovato la mia dimensione perfetta. E’ una scelta economicistica, riciclona per eccellenza, per cui a più basso impatto ambientale. La felicità è data dalle esperienze: se hai qualche soldo da parte per vivere bene, fare sport, in relax, che cosa vuoi di più?
Letizia Tortello