Basilicata: la regione presenta la nuova fase di Rete Natura 2000
Il 27 giugno si è tenuto a Roma, all’Accademia dei Lincei, il convegno ”Rete Natura 2000 Basilicata: un patrimonio da conoscere, amministrare, promuovere e difendere”, organizzato congiuntamente da Regione Basilicata, ENEA e Forum Plinianum.
Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione europea per la conservazione della biodiversità. È una rete ecologica istituita ai sensi della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
Rete Natura 2000 Basilicata nasce grazie all’impegno comunitario per ottimizzare l’utilizzo delle risorse e per favorire la possibilità di nuove forme di finanziamento da destinare alle azioni che supportino la conservazione della biodiversità e delle risorse naturali. Nato nel 2008 il progetto ha già avuto un finanziamento pari a 5,4 milioni di euro.
Il processo Rete Natura 2000 in Basilicata rappresenta un interessante modello metodologico con numerosi aspetti innovativi in termini di: multidisciplinarità, gestione della complessità, pianificazione integrata, partecipazione dei cittadini e delle istituzioni locali. La Rete Natura 2000 Basilicata è infatti costituita da 53 siti che, nel complesso, coprono un territorio di 170.479 ettari, pari al 17,1% della superficie totale lucana.
Il progetto potrà dunque operare come un potente strumento per la pianificazione dello sviluppo sostenibile della Regione. Il modello applicato in Lucania consente infatti una profonda revisione degli obiettivi di “crescita e sviluppo”, non più riferiti al solo potere d’acquisto bensì orientati verso una dimensione complessa del concetto di benessere. La Regione Basilicata, detentrice di un rilevante patrimonio ambientale, agricolo e culturale, rappresenta oggi nel panorama nazionale un importante laboratorio per testare e praticare quel cambiamento che l’Europa auspica, grazie alla convergenza delle politiche agricole, ambientali, culturali e produttive.
Su 27 siti monitorati, 11 sono le tipologie di habitat considerati di particolare valore per la presenza di specie rare: in Europa ne sono stati identificati 34 in tutto. Solo in Basilicata dunque vi è il 30% delle aree “privilegiate” per la ricchezza della biodiversità. 123 sono invece gli habitat denominati di “nuova indicazione”, cioè l’insieme di porzioni di bosco, superfici, pascoli e parchi fluviali sui quali insistono specie animali e vegetali che non erano state censite nelle campagne di monitoraggio precedenti. All’interno di questi nuovi habitat sono state individuate 239 nuove specie animali e 2.279 specie tra vegetali e arboreee.
Per la realizzazione del progetto, sono stati selezionati 150 professionisti afferenti a diverse discipline, molti dei quali lucani, coordinati da esperti di quindici diverse istituzioni scientifiche nazionali (tra le quali ENEA, ISPRA, INEA). Il team, così composto, è stato chiamato ad operare su temi attinenti al mantenimento e potenziamento dei servizi ecosistemici, salvaguardia della biodiversità terrestre e marina, sviluppo delle attività agricole e zootecniche, architettura e pianificazione, analisi e rappresentazione territoriale.
Al convegno di Roma sono stati presentati i risultati ottenuti in merito a: perimetrazioni dei siti; strumenti per l’analisi della complessità ambientale su scala regionale; proposizione di misure di conservazione; redazione di Piani di Gestione. Le attività si concluderanno entro dicembre 2012. In una specifica tavola rotonda, a cui hanno partecipato rappresentanti delle Regioni in cui è stata attivata Rete Natura 2000, ci si è infine confrontati sul delicato tema dei finanziamenti comunitari per lo sviluppo di Rete Natura 2000 in Italia, concentrandosi sul PAF (Prioritised Action Framework) per il quale la Commissione Europea attende l’invio di specifici progetti entro la fine dell’anno. La redazione del PAF spetta alle Amministrazioni regionali, che sono al contempo responsabili sia dell’attuazione di Rete Natura 2000, sia della gestione dei siti, sia dei programmi operativi afferenti ai vari Fondi comunitari. Il PAF rappresenta dunque un’opportunità per una più efficace pianificazione delle misure e delle risorse da realizzare, con il rafforzamento della governance e il coinvolgimento di tutti i soggetti responsabili dei fondi indicati nei documenti di indirizzo della programmazione 2014-2020 come potenziali sorgenti finanziarie per Natura 2000: FEASR, FSE, FESR, FEP, LIFE.