Carlsberg coinvolge gli stakeholder nel bilancio di sostenibilità
Bere responsabilmente non basta. Da oggi il drink ha anche le possibilità tecnologiche di ridurre il proprio impatto ambientale. I temi dello sviluppo sostenibile, l’etica e il lavoro sono alla base del primo Bilancio di sostenibilità che Carlsberg Italia presenterà a fine mese. Occasione per parlare di questa novità in casa della birra danese è stata una delle ultime tappe di elaborazione del testo con clienti, fornitori, finanziatori, collaboratori. Tra gli stakeholder coinvolti anche Greenews.info.
Il documento illustra le performance ambientali, sociali ed economiche, dando conto dell’impegno verso i temi dello sviluppo sostenibile. “Questo è un passo importante nella vita di Carlsberg”, racconta l’amministratore delegato Alberto Frausin. “Il nostro Bilancio di sostenibilità non è altro che un passaggio obbligato del cammino di questa azienda, che da sempre si basa su fondamenta etiche e solidali, fin da quando queste tematiche non erano ancora diventate moda, ma scelta di una ristretta élite”. Questo lavoro sembra dunque una testimonianza dell’importanza di continuare a creare valore anche e soprattutto nei momenti di difficoltà, nonché uno sprone al continuo miglioramento.
“La sostenibilità è un percorso articolato e continuativo che da sempre noi percorriamo e che vogliamo continuare a percorrere con sempre maggior impegno, in modo innovativo e innovatore”, precisa Frausin. Il vero punto di svolta per l’azienda è stato il lancio sul mercato di una rivoluzione per il nostro settore: un nuovo sistema di spillatura della birra, Modular 20, nato dall’esigenza di dare al consumatore un prodotto di altissima qualità, ma nel contempo in grado di ridurre in modo sostanziale l’impatto ambientale del trasporto e della somministrazione. Infatti la birra non è più contenuta nei tradizionali fusti di acciaio, ma in fusti in PET totalmente riciclabili che permettono un’innovativa spillatura senza Co2: 3 fusti, 60 litri, meno di 27 chili di Co2, uguale a un albero.
“Questa innovazione ha portato con sé un tale entusiasmo ed una tale sensibilità diffusa sui temi della sostenibilità che ci ha dato la consapevolezza finale dell’importanza della valorizzazione di tutti questi aspetti e ci ha quindi spronati a fare un resoconto preciso e trasparente di tutto quanto fatto in questi anni. Come detto, partire è importante, ma ancor di più è continuare questo viaggio con lo stesso entusiasmo e la stessa carica”, specifica l’amministratore delegato. Frutto di tutto questo è la convalida della dichiarazione ambientale di prodotto (EPD), ottenuta da Carlsberg. “La nostra è la prima azienda birraria ad aver intrapreso un percorso di analisi del ciclo di vita della birra per valutarne gli impatti ambientali associati a diversi scenari di produzione, conferimento e distribuzione”, chiarisce Frausin. I numeri fanno onore: -7,3% i consumi energetici di gas metano per produrre un ettolitro di birra rispetto al 2010, -8,2% di consumi idrici per produrre un ettolitro di birra rispetto al 2010, -8% le emissioni prodotte, -4,7% di rifiuti prodotti, 96,2% i rifiuti riciclati. Tutto a fronte di un aumento della produzione.
Francesca Fradelloni