Torino si ispira a Calvino per rendere la città visibile (e vivibile)
“Forse ci stiamo avvicinando a un momento di crisi della vita urbana, e Le città invisibili sono un sogno che nasce dal cuore delle città invivibili. […] La crisi della città troppo grande è l’altra faccia della crisi della natura”. Così scriveva Italo Calvino introducendo il suo viaggio visionario nelle città impossibili. Era il 1972, ma, si sa, Calvino è stato un anticipatore su molti fronti.
Non stupisce dunque che il primo Smart City Festival - ideato dalla Città di Torino e dalla Fondazione Torino Smart City con il sostegno di Iren Energia e Compagnia di San Paolo - si ispiri, sin dal titolo, alle celebri città calviniane. Presentato ieri mattina al Circolo dei Lettori, “Le città visibili” raccoglie all’interno di un ampio cartellone-contenitore, dal 23 maggio al 5 giugno, più di trenta iniziative, alcune già rodate e conosciute, altre nuove di zecca. Convegni, workshop, seminari, green economy, agricoltura urbana, tecnologia, arte, cinema, spettacoli, incontri B2B, fiere, mercatini, notti bianche, parate in bicicletta: un ventaglio eterogeneo di eventi, tutti accomunati dall’ambizione di proporre una visione rivoluzionaria e insieme concreta della città futura, la visione della “città che vorremmo, meno sprecona e più tecnologica, più pulita e verde”, creativa, innovativa, interconnessa, ecosostenibile e solidale.
«Vogliamo raccontare la dimensione nuova della nostra città all’interno del panorama europeo – ha dichiarato Enzo Lavolta, assessore all’Innovazione, Sviluppo e Sostenibilità Ambientale di Torino e presidente della Fondazione Torino Smart City – Sono convinto che Torino sia già smart: se si mettono insieme le tante iniziative virtuose già attive sul territorio, il risultato è straordinario. Ed è proprio quello che abbiamo cercato di fare: mettere in luce il cambiamento, riunendo in un unico calendario esperienze piccole e grandi che lavorano per traghettare la città dalla condizione di invisibilità/invivibilità a quella, contraria e auspicabile, di visibilità/vivibilità».
Se le metropoli contemporanee, parafrasando Calvino, sono le città “invivibili”, che sprecano risorse e perpetuano un modello sociale chiuso e alienante, la chiave per diventare “vivibili” risiede quindi nell’intelligenza, nell’efficienza e nella sostenibilità. Caratteristiche che già appartengono ad alcune realtà innovative: quella città “invisibile”, nascosta dietro il traffico e le inefficienze quotidiane, che ogni giorno sperimenta e preannuncia il nuovo.
«Lo scopo del Festival è di far conoscere ai torinesi ciò che si sta facendo per la loro città – ha aggiunto Andrea Ciuti di Iren Energia – Il bello del programma è che è talmente articolato e pervasivo, che chiunque faccia un giro a Torino nei giorni del Festival non potrà fare a meno di imbattersi in qualche conferenza o manifestazione che tratta di sostenibilità».
Per 14 giorni Torino sarà così il luogo di un dibattito diffuso sui temi dell’innovazione, della ricerca e dell’ambiente. Gli oltre trenta eventi saranno suddivisi in sei cornici, che prendono il nome dalle mappe concettuali ideate da Calvino per catalogare le sue città. Le città sottili metteranno in scena il rapporto tra innovazione tecnologica, ricerca scientifica e sostenibilità, attraverso iniziative come il Digital Experience Festival, La Scienza in Piazza e il Premio Areté Urban Innovation, rivolto alle municipalità che hanno saputo comunicare la cultura dell’innovazione urbana. Nella cornice de “Le città e gli scambi” troverà posto la relazione fra economia, impresa, consumo e sostenibilità, con Energethica - Salone dell’energia sostenibile e delle fonti rinnovabili, il Collina Po Day, dedicato ai comuni fluviali urbani del Po, e gli incontri B2B Creare Mercato e Costruendo. “Le città continue” saranno invece dedicate alle pratiche individuali e collettive di riappropriazione del territorio, come l’agricoltura urbana e sociale e il verde pubblico, temi al centro di FioriTO (che riunisce il Workshop IMAGE, la rassegna Flor ’12 e il convegno – con laboratori didattici annessi – “Agricolura Urbana”), di Turin Turning Green, della giornata Ambiente a Torino e della tavola rotonda “Il Bio in comune”.
Nelle due cornici de “Le città e i segni” e “Le città e il desiderio”, il rapporto tra sostenibilità e vivere urbano si declinerà attraverso le arti del contemporaneo, con CinemAmbiente, i dibattiti al Circolo dei Lettori, i percorsi di “A scuola di… Ambiente”, il Festival per Sentieri e Remiganti, Architettura in Città e Bioedilizia Italia, il progetto San Salvario Ecoquartiere e il Fitzcarraldo Smart Day alle OGR. Infine, “Le altre città” raccoglieranno tutti gli eventi Off del Festival, dalla Notte Smart di San Salvario (sabato 2 giugno) al pranzo sociale dell’Imbarchino, al Valentino, dal Run 5.30, la maratona mattutina per promuovere il vivere sano in città, fino all’amatissimo Bike Pride di domenica 3 giugno.
Un cartellone ricchissimo che, come ha sottolineato Roberto Mastroianni, coordinatore del progetto, «rispecchia la volontà dell’assessorato di costruire una partecipazione orizzontale al processo di cambiamento della città». Un festival-ragnatela, insomma, intertestuale come piacerebbe a Calvino, che stimola il lettore-cittadino a crearsi il suo itinerario e la sua personale visione della città del futuro.
Giorgia Marino