La febbre della Notte Verde contagia il Nordest
C’è solo l’imbarazzo della scelta alla “Notte verde del Nordest”, maratona dell’economia sostenibile che sabato 5 maggio, dal mattino a notte fonda, ha coinvolto, in contemporanea, venti località dell’area metropolitana di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Quasi 200mila visitatori, secondo la stima degli organizzatori, attratti dalle numerosissime iniziative popolari in tema di sostenibilità ambientale.
Alla manifestazione hanno partecipato anche il Ministro all’Ambiente Corrado Clini, in un tour di cinque tappe tra Padova, Venezia, Udine e Borgo Valsugana e altre personalità del mondo “green”, come il fondatore del Movimento della Decrescita Felice Maurizio Pallante, Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, e decine di esperti di green economy, politici, imprenditori, artisti.
Le motivazioni della mobilitazione si spiegano con alcuni dati economici di quest’area. Secondo il Rapporto GreenItaly, nel 2011 il Nordest ha visto raddoppiare il numero di piccole e medie imprese manifatturiere che hanno investito in prodotti e tecnologie verdi (passate dal 28,3 al 57,3%) ed è stato uno dei primi territori italiani a promuovere la produzione agroalimentare biologica e a km zero, con vendita diretta dal produttore al consumatore. Il Veneto si attesta tra le prime regioni italiane a vocazione biologica per il rapporto tra numeri di negozi e abitanti, 146 negozi specializzati, 1 ogni 31.000 abitanti. Legambiente, nell’annuale classifica sulla gestione dei rifiuti, afferma inoltre che il Nordest si conferma un’eccellenza nell’attivazione di servizi per la raccolta differenziata dei rifiuti, con il Veneto in vetta con il 65% di amministrazioni virtuose sul totale dei Comuni, seguito da Friuli Venezia Giulia (34,2%) e Trentino Alto Adige (28,3%).
In pratica la macro-regione del Nordest punta a divenire (o a consolidarsi, a seconda dei punti di vista) una Green Valley, sia per riqualificare il proprio territorio, sia per incentivare, insieme alla sostenibilità, il lavoro, che traballa o manca anche in questa parte dello Stivale, come ha sottolineato l’Assessore all’Ambiente della Città di Padova Alessandro Zan, presentando il cartellone della Città del Santo. «Come è stato fatto in Germania, che ha puntato per prima sulla green economy, anche questo territorio, fatto di decine e decine di piccole e medie imprese, può puntare su questo settore per il proprio futuro sviluppo – ha commentato l’amministratore – La produzione di energie rinnovabili, l’efficienza energetica degli edifici, la mobilità sostenibile, sono tutte azioni che hanno un impatto positivo sull’ambiente e che creano posti di lavoro altamente qualificati. In passato ambiente e lavoro erano spesso in contrapposizione tra loro e per produrre sembrava scontato inquinare, oggi invece per ridurre l’inquinamento si può puntare sui green jobs. E questa la strada da percorrere e questa manifestazione serve a sensibilizzare cittadini, imprese, associazioni, terzo settore in questo percorso dalla duplice valenza, di sostenibilità ambientale e del lavoro».
Il programma della manifestazione, considerato nel complesso delle località coinvolte e dei temi affrontati, è stato estremamente vario: convegni su tecnologie e ricerca, animazioni per bambini, mostre-mercato delle energie alternative o prodotti a filiera corta e biologici, laboratori, biciclettate al chiaro di luna, passeggiate ecologico-artistiche, concerti, mostre. Piccoli comuni o grandi città, ciascuna si è sentita in dovere di proporre approfondimenti e contribuire alla riuscita della Notte Verde. C’è chi ha dedicato la kermesse alla “mobilità dolce”, in bici e bici elettriche (Schio, Bassano del Grappa, Vicenza), chi alla montagna, protagonista della terza rivoluzione industriale, quella verde appunto, con convegni e degustazioni guidate di prodotti tipici (Mel), chi alla tecnologia delle batterie fuel cell con test drive sui mezzi elettrici (Borgo Valsugana). E ancora alla riconversione di aree industriali, come il Petrolchimico di Porto Marghera (Venezia), al fare impresa sostenibile (Adria), alle buone pratiche per la gestione del suolo e alla bioedilizia (Valdagno), al mercato che si apre di fronte a chi opera nella green economy (Gorizia).
Nel panorama della “Notte verde del Nordest” tra i temi di sostenibilità più impegnativi c’è forse quello affrontato nella città di Udine, il cui programma e’stato inserito nell’ambito del Festival Vicino/Lontano: è la prevenzione del consumo di suolo e del degrado ambientale, nuova frontiera del “green thinking”, ma tesi già molto cara ai fautori della cosiddetta decrescita felice. Uno degli incontri in collaborazione con Arpa Friuli Venezia Giulia e’stato intitolato “Divoratori di terra”. «Ci ha colpiti molto scoprire che l’Italia sta progressivamente “scomparendo” al ritmo di circa 100 ettari al giorno, l’equivalente di 200 campi di calcio – ha commentato Paola Colombo, curatrice di Vicino/Lontano. Edilizia residenziale e commerciale, con relative infrastrutture, stanno letteralmente divorando pezzi di territorio, con effetti spesso devastanti sotto il profilo ambientale e con ripercussioni dirette e indirette sulle popolazioni. Un altro incontro lo abbiamo dedicato al ventennale della Conferenza sull’ambiente delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro del 1992, il Vertice della Terra, che almeno nelle intenzioni doveva dare gli orientamenti di uno sviluppo sostenibile. È evidente che a distanza di due decenni lo scenario è notevolmente cambiato e molto più complesso, ed è necessario riflettere nuovamente sui paradigmi che muovono le scelte della politica e dell’economia globale, anche in vista del nuovo vertice di giugno».
Alessandra Sgarbossa