“Boschi & bossoli”, lo scempio del paesaggio diventa un thriller
Sembra un monito per i No Tav della Val Susa, ma quella è un’altra storia, precisa Michael Gregorio, alias Michael Jacob e Daniela De Gregorio, parlando del libro appena sfornato “Boschi & Bossoli” edito da Edizioni Ambiente per la collana Verde Nero Noir.
“Siamo passati dai mantelli alle pallottole, dal romanzo gotico di fine ’800, con protagonista Kant alla contemporaneità della nostra corruzione” dice Daniela De Gregorio. Tutto inizia quando alcuni eco-attivisti vengono arrestati con l’accusa di associazione terroristica, un’azione utile a sviare l’attenzione dai veri pericoli affaristici di una piccola città. “Questo per noi è il primo thriller ambientato in Italia, per questo un romanzo molto speciale”, raccontano Jacob e De Gregorio, lui insegnante d’inglese e lei di storia e filosofia a Spoleto, ma ormai scrittori di professione tradotti in tutto il mondo (in Italia hanno pubblicato i loro romanzi, “Critica della ragion criminale”, “I giorni dell’espiazione” e “Luminosa tenebra”, con Einaudi).
“Questa volta abbiamo fatto in percorso inverso, abbiamo scritto in italiano, mentre di solito i nostri libri vengono scritti in inglese, pubblicati all’estero per poi venir tradotti in italiano, una nuova sfida” spiega la De Gregorio. C’è un po’ di tutto, un po’ di Belpaese e dei suoi disastri ambientali, dentro queste pagine. Le parole, le vicissitudini, le ferite sono quelle vissute dai cittadini delle coste e da quelli delle montagne, dai giovani e dai vecchi. Ci sono ricostruzioni promesse poi negate, abusi e appalti truccati, opere malsane e malfatte, la terra aggredita e il malaffare imperante. Ci sono gli onesti e i disonesti, ma coloro che non scelgono da che parte stare e che subiscono e che diventano, loro malgrado, co-responsabili.
Centro Italia: chiese medievali, paesi arroccati sulle colline, oliveti, boschi. Dopo il terremoto arrivano grandi finanziamenti per la ricostruzione e qualcuno ha deciso che quella sarà una zona di conquista. Cemento, corruzione, sangue, ferocia. È questo il contesto in cui si svolge l’operazione Boschi & Bossoli. Politici, architetti, generali: ognuno segue il proprio tornaconto. Chi vuole fare carriera, chi vuole distogliere l’attenzione dai suoi guai giudiziari, chi reclama potere. Fino alla magistratura che si presta a fare scempio della vita di quattro ragazzi innocenti. “E’ dal 2003 che siamo protagonisti di proteste che potremmo definire ambientaliste per salvaguardare la città dove viviamo. Come accade in tanti altri luoghi d’Italia, una serie di progetti urbanistici hanno imbruttito e deturpato il patrimonio più ricco della città. Insomma anche nella verde Umbria, il mattone impazza. Nonostante le manifestazioni, la raccolta di firme, le petizioni, i pubblici dibattiti e le marce, sono troppe le ferite inferte al territorio. Così abbiamo pensato che il romanzo potesse essere uno buono strumento per denunciare lo scempio, e tutto quello che gira intorno, delle nostre terre. Abbiamo immaginato una trama che si svolge in un luogo situato nel centro Italia che potrebbe essere qualunque luogo e che diventa terreno di scontro per una guerra subdola senza esclusione di colpi”, raccontano.
“Anni fa, cinque giovani che avevano protestato insieme a centinaia di altre persone in favore dell’integrità del paesaggio e della preservazione del centro storico, furono accusati di associazione terroristica, arrestati con una operazione che impiegò un numero di uomini e mezzi spropositato e degni dell’arresto dei più grandi boss mafiosi. Furono incarcerati per mesi, processati e un paio di loro furono trovati colpevoli di associazione di stampo terroristico. Abbiamo deciso di usare la loro storia come spunto, reinventandola, con personaggi di immaginazione”. E di immaginazione ce n’è poca. Alte cariche regionali, ministri, dirigenti di partito, direttori di banca, progetti che arrivano in giunta veloci, permessi tecnici, paesaggistici, centri commerciali e palazzoni di appartamenti. “Pensavo che ci arebbe stato un po’ più tempo”, dice ad un certo punto il sindaco Zenobi nel romanzo. “Costruire una schiera di villette bifamiliari sulla collina più bella con vista sopra la parte antica della città…Cazzo! Almeno facciamo calmare le acque con ‘sto centro commerciale ed il resto che sta per venir su. Ci saranno proteste dottor….”. E il direttore di banca risponde: “progresso e modernizzazione sono state spese a mano bassa durante la campagna elettorale. Da tutti…”. Perché tutto il mondo è paese, anche quando è immaginario.
Francesca Fradelloni