Due euro al giorno levano le emissioni di torno.
A volte, bombardati dalla guerre des chiffres proposta da giornali e telegiornali, capita di perdere i dovuti rapporti. A riprendere il filo del discorso, uno studio presentato il primo dicembre a Bruxelles e realizzato dall’Istituto dell’Ambiente di Stoccolma (Sei) in collaborazione con la Ong Amici della Terra Europa.
Secondo la ricerca, ridurre le emissioni ad effetto serra del 40% entro il 2020 e del 90% per il 2050 sarebbe, oltre che necessario, anche economicamente possibile. Guardando alla realtà Europea, un piano di riduzione del 40% all’Europa costerebbe circa 2 euro al giorno a persona: ben poco se si considera che, in assenza di azioni specifiche, i costi potrebbero lievitare da un minimo del 5% fino ad oltre il 20% del PIL globale.
Tuttavia, gli sforzi di investimento risulterebbero vani, ammonisce lo studio, se non supportati da un cambiamento dello stile di vita: questo, da solo, sarebbe in grado di ridurre di otto volte le nostre emissioni. Le ‘ricette’ anti-riscaldamento da mettere sul tavolo di Copenhagen dovrebbero quindi comprendere provvedimenti a più livelli.
Un taglio delle emissioni da parte dei paesi ricchi pari al 25-40% permetterebbe di stabilizzare le concentrazioni di CO2 a 450 parti per milione, ppm, con un conseguente 50% di possibilità di limitare l’aumento della temperatura totale a 2 gradi. Un obiettivo ambizioso, ma non sufficiente per molti scienziati, che ritengono la soglia dei 350 ppm necessaria. In ogni caso, suggerisce lo studio, l’Europa dovrebbe ridurre, entro il 2020, le emissioni di gas ad effetto serra del 103% rispetto ai valori del 1990. Questo potrebbe avvenire, in parte, a seguito del taglio del 40% delle emissioni europee, ma necessiterebbe comunque dell’impegno internazionale per mitigare gli effetti sul clima con uno stanziamento annuo di 150-450 miliardi fino al 2020.
Per le riduzioni del 40% delle emissioni l’Europa dovrà sborsare 1,94 trilioni di euro, ovvero l’1,7% del PIL europeo complessivo tra il 2010 e il 2020. 2€ al giorno a persona, dunque, senza considerare i vantaggi nei posti di lavoro, nella salute e nel risparmio.
Inoltre, dopo il 2020, i risparmi dovuti all’efficienza energetica porteranno a una generale diminuzione della domanda di energia, con un particolare contributo del settore dei trasporti (-32%), generazione di elettricità (-28%) e produzione di calore (-11%). Nell’Europa di domani, ipotizza lo studio, ci saranno anche meno spostamenti in auto (solo il 43% nel 2050 rispetto al 75% nel 2005) e più con trasporti pubblici. Il treno sostituirà l’80% dei voli aerei per le tratte europee inferiori ai 1000 km. Un’idea del futuro decisamente auspicabile e molto diversa da quella suggerita dai peggiori scenari attuali - purchè non rimanga una mera fantasia.
Ilaria Burgassi