Lantschner riparte da Torino
Si è tenuta sabato 14 aprile a Torino, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, la prima tappa del “tour” di Norbert Lantschner , il road show che, nei prossimi mesi, porterà il fondatore ed ex-direttore di Casa Clima nelle città di Venezia, Fermo, Trento, Bergamo e Bologna. La scelta di partire da Torino – città natale dell’urbanista Paolo Soleri (teorizzatore di un ecosistema in equilibrio con la natura, come più alta forma di espressione spirituale) – si inserisce nel contesto delle iniziative Smart City della città, che vedono coinvolta anche l’Associazione CasaClima Network Piemonte e Valle d’Aosta. Anche la data sembra significativa: il 14 aprile di cento anni fa il Titanic, considerata la nave inaffondabile per eccellenza, simbolo della supremazia tecnologica , si inabissava nelle fredde acque dell’Atlantico: un’allusione al fatto che oggi, come allora, per superare la crisi, non è sufficiente la sola tecnologia, ma servono nuovi approcci, culturali e una nuova “filosofia”. Sempre il 14 aprile, ma di dieci anni fa, nasceva CasaClima, che, secondo l’ex direttore, è arrivata oggi ad un punto di svolta da cui occorre ripartire. E’ dunque una data densa di significati, quella scelta per iniziare un nuovo percorso, dove “partecipazione e condivisione” sono i concetti cardine. Lantschener ha deciso di continuare la sua opera di promozione della sostenibilità ambientale in architettura e nell’ediliza, mettendoci la faccia, scendendo in campo in prima persona e coinvolgendo i diversi operatori che credono nelle opportunità di questa nuova via.
L’incontro si è incentrato sul peso determinante dell’edilizia nei consumi energetici: l’obiettivo degli Stati membri dell’Unione Europea è infatti quello di diminuire drasticamente le emissioni di CO2 grazie alle fonti rinnovabili. Ma proprio il 50% dell’energia mondiale è utilizzata nel settore immobiliare, e in Europa il 40%, mentre l’Italia è fanalino di coda per quanto concerne l’efficienza energetica degli edifici. L’obiettivo comune diventa quindi non tanto avere poche abitazioni in Classe Oro (a consumo energetico pari a 10 kwh all’anno), ma avere una media nazionale complessivamente più elevata di edifici “efficienti”. “Non siamo qui per governare o sfruttare le risorse”, afferma Lantschner, “ma per mantenere, trasformare e sviluppare”. Il progettista ha dunque la responsabilità di migliorare l’ambiente costruito, non solo ricorrendo alle nuove tecnologie a disposizione, ma, soprattutto, adottando un altro modo di pensare. Il messaggio è chiaro e drammatico: è ora di correre seriamente ai ripari per rimediare i danni provocati dall’uomo (architetti e costruttori compresi) sull’ambiente. Già Einstein, del resto, affermava che è sempre necessario “un nuovo modo di pensare per risolvere i problemi di un vecchio modo di pensare”.
E’ qui che si inserisce la nuova piattaforma ideata da Lantschner, riprendendo l’opera laddove lui stesso, con CasaClima, aveva terminato. La nuova Fondazione, le cui Linee Guida sono state solamente anticipate durante il convegno (in attesa dell’uscita di un “Protocollo” in autunno), si occuperà non solo sul costruire sostenibile, ma – in senso più ampio – del vivere sostenibile, avvalendosi di un sostegno in diverse forme e livelli: “Promotori Fondatori”, ideatori della piattaforma, “Partecipanti Fondatori”, che si uniscono per condividere l’idea, “Partecipanti Sostenitori” (anche il comune cittadino), “Enti e Istituzioni Pubbliche”, “Associazioni ed Imprese”. “La Fondazione ha una visione olistica dell’edilizia e del concetto di progettare, costruire e vivere l’ambiente – afferma Lantschner – Non si concentra cioè solo su un aspetto, ma prende in considerazione tutte le fasi, dall’inizio della progettazione al proseguimento in cantiere e alla sua chiusura, coinvolgendo anche l’utente del modo di vivere: non è sufficiente consegnare un edificio ad alta qualità energetica, ma si deve anche vivere quest’ambiente con comportamenti coerenti. Occorre essere presenti in tutte le fasi mettendo al centro l’utente finale con le sue esigenze, che non sono solo di tipo economico, ma anche ambientali e sociali, e la Fondazione cerca di interpretare tutto ciò attraverso dei criteri che devono essere sviluppati e controllati. Per questo ritengo fondamentale la trasparenza dei processi”.
L’approccio della nuova piattaforma è dunque quello di condividere un’idea, mettendo l’uomo al centro di ogni nuovo progetto. La Fondazione dovrà cercare di far procedere “di pari passo” le esigenze del professionista e dell’utente, al tempo stesso. Continua l’ex Direttore di CasaClima : “Noi dobbiamo essere partner dei committenti: questi hanno esigenze legate all’abitare, alla salute, all’ambiente e ovviamente anche all’economia, per cui dobbiamo cercare di essere il più vicino possibile alle loro esigenze. Per tale ragione dobbiamo essere molto pragmatici, sintetici, ma soprattutto anche coinvolgenti, in questo processo, perché il committente è la figura che vive questo ambiente e che lo paga: per tal ragione deve essere in grado di partecipare ai lavori. Oggi ancora si vive una situazione di divisione troppo netta dei ruoli, dove le competenze vengono riconosciute solo allo specialista e il committente rimane una figura sullo sfondo, con le conseguenze che conosciamo”. “Una volta realizzata l’opera – prosegue Lantschner - è troppo tardi; per cui dare un nuovo approccio significa cambiare linguaggio di comunicazione, adottare una nuova gestione di trasparenza, e quindi dare supporto per tutelare le esigenze basilari del committente. Questo è l’approccio della nuova piattaforma, sintesi di una proposta innovativa che abbiamo iniziato con CasaClima, attraverso il processo energetico, e che adesso intendiamo proseguire con questo nuovo DNA, entrando nel vero mondo della sostenibilità”.
Ma come potranno porsi i Network territoriali di Casa Clima di fronte a questa nuova realtà di certificazione? “Il Network – ci risponde l’architetto Dario Vineis, Presidente dell’Associazione in Piemonte e Valle d’Aosta – è nato per promuovere sul territorio il concetto di ecosostenibilità, che deriva dall’evoluzione dell’idea Casa Clima. In questa nuova Fondazione i Network possono rappresentare un elemento molto importante di complemento, in quanto sono composti da progettisti molto esperti e operatori del settore qualificati che, formatisi presso l’Agenzia CasaClima, posseggono il know-out idoneo per molte partnership sui temi dell’ecosostenibilità a 360 gradi”.
Il nuovo approccio, in sintesi, ha una veste pulita da questioni politiche ed economiche e si ripropone di dare una credibilità al sistema, non più solo a livello regionale, ma nazionale. Si tratta di una sfida impegnativa, come riconoscono gli organizzatori: per troppo tempo si è negato l’aspetto “sociale” della sostenibilità in edilizia e architettura, pertanto oggi emerge la necessità di investire in un’interpretazione innovativa dell’abitare sostenibile, facendo un passo avanti culturale e non solo tecnologico. La Fondazione ambisce a diventare credibile a livello nazionale proprio tramite la condivisione delle pratiche, con un nuovo Protocollo che funga da punto di riferimento.
Memore dell’intervento di Mario Botta (nel recente convegno torinese sulle Città Visibili), in cui l’architetto ticinese si interrogava sui rischi di un processo condiviso con “non esperti” (come, ad esempio, il cittadino-committente), Vineis però precisa: “E’ chiaro che tutte questi le forme di partecipazione devono essere guidate: non si tratta cioè di organizzare un’assemblea dove ognuno dice qualcosa, ma di organizzare un contesto in cui si possano adottare precisi strumenti tecnico-scientifici per approdare a risultati confrontabili.
Per questo Lantschner, con il nuovo tour, intende farsi ascoltatore e raccogliere suggerimenti, critiche e timori, per poterli poi canalizzare nella costruzione di una piattaforma , “una struttura che dovrà essere il motore di questa trasformazione grazie al coinvolgimento di tutti gli ideatori e supporters, per raggiungere risultati misurabili”. I Network territoriali restano in attesa: “della Fondazione – dice Vineis – non abbiamo ancora ricevuto le strategie Operative, per il momento vi sono le Linee Guida. Oggi abbiamo sentito il primo intervento e attendiamo di ascoltare i successivi. Noi auspichiamo che questa Fondazione sia aperta, libera e soprattutto complessa; speriamo di poter essere una parte di questa realtà e, se potremo, all’interno di essa daremo il nostro contributo, portando il background tecnico e conoscitivo di tutta quella che è la nostra formazione”. Un messaggio per ribadire che se si sogna da soli rimane solo un sogno, ma se si sogna tutti insieme può essere l’inizio di una nuova realtà.
Valentina Burgassi
Il video di Norbert Lantschner è visibile su Edilcantiere.it