Impermeabilizzazione del suolo: l’UE pubblica i nuovi orientamenti contro il degrado
L’impermeabilizzazione del suolo, ossia la copertura del terreno con materiali impermeabili, è una delle cause principali di degrado del suolo nell’UE. Spesso incide sui terreni agricoli fertili, mette a repentaglio la biodiversità, aumenta il rischio di inondazioni e di rarefazione delle risorse idriche e contribuisce al riscaldamento climatico. I nuovi orientamenti sulle migliori pratiche per limitare, contenere o compensare queste conseguenze, sono stati resi pubblici il 12 aprile dalla Commissione Europea: contengono esempi di politiche, legislazioni, meccanismi di finanziamento, strumenti di pianificazione locale, campagne d’informazione e molte altre best practices attuate in tutta Europa.
Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente, ha dichiarato: “La perdita delle risorse del suolo a causa dell’urbanizzazione e della conversione dei nostri territori è una delle principali sfide ambientali cui l’Europa è impegnata. Occorre assolutamente utilizzare questa preziosa risorsa in maniera più saggia, affinché le sue numerose funzioni vitali siano preservate per le generazioni future. Semplicemente, non possiamo sprecare le nostre possibilità per un futuro sostenibile“.
L’Europa è il continente più urbanizzato al mondo. Ogni anno, 1.000 km² di nuovi terreni (equivalenti a una superficie più estesa della città di Berlino) sono utilizzati per attività umane e una grande parte di questi finisce con l’essere impermeabilizzata. Se questa tendenza dovesse continuare agli stessi ritmi, tra 100 anni avremmo convertito in terreno urbano un’area delle stesse dimensioni di Francia e Spagna assieme.
La formazione del suolo è un processo estremamente lento (occorrono diversi secoli per formare un centimetro di suolo); l’impermeabilizzazione comporta quindi danni significativi al suolo, e spesso una sua perdita definitiva. Per questa ragione, sebbene lo sviluppo delle infrastrutture debba essere sostenuto per favorire la crescita economica, è necessario rendere la gestione del territorio più efficiente e responsabile.
Il fenomeno può essere limitato grazie a una pianificazione territoriale intelligente e a una riduzione dell’espansione urbana. D’altro canto, è possibile mettere a frutto il potenziale di sviluppo nelle zone urbane, ad esempio, riqualificando aree industriali dismesse. Le misure di attenuazione prevedono l’impiego di materiali permeabili anziché di cemento o asfalto, un sostegno alle “infrastrutture verdi” e un utilizzo più diffuso dei sistemi di recupero delle acque naturali. Laddove le misure locali di attenuazione siano insufficienti, sarà possibile definire misure di compensazione che migliorino le funzioni dei suoli altrove.
Gli orientamenti della Commissione sottolineano l’importanza di un’impostazione integrata per la pianificazione del territorio. L’adozione di approcci regionali specifici e la mobilitazione delle risorse non utilizzate a livello locale si sono rivelate anch’esse efficaci.
Attualmente, le politiche di finanziamento in vigore per lo sviluppo delle infrastrutture sono oggetto di un attento esame per ridurre quei sussidi che potrebbero favorire un’occupazione delle terre non sostenibile e l’impermeabilizzazione dei suoli. Anche la riduzione dei costi di urbanizzazione nei bilanci comunali può favorire la pianificazione a lungo termine.