“Le politiche energetiche sono troppo elettrocentriche”. Intervista a Valeria Verga (Assolterm)
In questi giorni si parla molto degli incentivi al fotovoltaico e alle fonti elettriche, mentre meno spazio viene dedicato all’incentivazione del termico e alla bozza di “Conto Energia Termico”. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Valeria Verga, segretario generale Assolterm, l’Associazione Italiana Solare Termico.
D) Dott.ssa Verga, qual è la situazione attuale per quanto riguarda gli incentivi al solare termico?
R) La situazione è terribilmente incerta sotto molti punti di vista. In questi giorni c’è un po’ di bagarre su tutte le rinnovabili, ma in particolare sul solare termico c’è la massima incertezza. Siamo in attesa dell’uscita del decreto attuativo previsto dall’art. 28 del D. Lgs. 28/2011, ma non abbiamo nemmeno informazioni su quando uscirà. Tra l’altro, l’ultima bozza di gennaio prevedeva dei contenuti che non condividiamo. Il decreto, che avrebbe dovuto avviare, all’inizio di quest’anno, il cosiddetto “conto energia termico”, relativo ad alcune tecnologie, tra cui il solare termico, è destinato solo ai soggetti pubblici, ed esclude quindi tutti i privati (cittadini e imprese). Non solo: le tariffe sono molto basse, ben al di sotto del 55% delle detrazioni fiscali. Stiamo parlando di un 35-40% di copertura dell’investimento iniziale. Anche nel caso del Fondo rotativo per Kyoto il solare termico è stato assurdamente penalizzato. Per tutte le altre tecnologie rinnovabili, il fondo si rivolge sia al pubblico che al privato, mentre per il solare termico si rivolge solo al pubblico, con una drastica riduzione dell’impatto positivo che questo strumento avrebbe potuto avere nel supportare imprese e cittadini nella riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2.
D) Sembra che l’energia termica sia sempre considerata un po’ di serie B. Ma da dove viene la penalizzazione dell’energia termica rispetto all’elettrica?
R) Va detto che l’energia elettrica è una forma di energia “nobile e sofisticata”: forse è da qui che parte un approccio troppo “elettrocentrico” alle politiche energetiche e delle rinnovabili. Questo non è un problema solo italiano. La normativa europea è arrivata solo recentemente a dare il giusto peso anche all’energia termica. È con la Direttiva 2009/28/CE, infatti, che si fa, finalmente, esplicito riferimento al settore del riscaldamento e raffrescamento. Tutto questo in relazione al fatto incontrovertibile che, per quanto riguarda i consumi finali di energia, quasi il 50% è relativo ai fabbisogni termici. Con riferimento al quadro legislativo nel nostro Paese, la visione elettrocentrica purtroppo ha finito per influenzare anche l’incentivazione delle diverse tecnologie con conseguenze deleterie su uno sviluppo sano, armonico e graduale dei diversi mercati, che oggi stiamo pagando tutti in termini di contrapposizioni ingiustificate tra le diverse tecnologie rinnovabili e di campagne di stampa, che nascondono lobby e interessi esterni al nostro comparto, contrarie allo sviluppo delle rinnovabili in Italia.
D) Quali tipi di vantaggi ci può portare il solare termico e perché dovrebbe essere incentivato?
R) Semplicemente ci fa risparmiare, sia in termini di emissioni di CO2, che in termini di risparmio energetico di altre energie convenzionali. E’ una fonte del tutto rinnovabile, una forma di energia distribuita, con costi contenuti. Oltretutto crea occupazione e sviluppo di filiere a livello locale. In Italia abbiamo già una produzione di pannelli e componentistica “Made in Italy”. Si calcola inoltre che per ogni euro di incentivo, c’è un ritorno di un euro e quaranta, per cui in realtà non si tratta nemmeno di un costo, ma di un beneficio netto.
Veronica Caciagli