Green Italy: come superare la crisi pensando in verde
Venticinque storie da Nord a Sud di imprese, istituzioni e associazioni italiane che hanno saputo andare oltre la difficoltà trovando la chiave non solo per risalire la china, ma anche per diventare nuova eccellenza. Questo il corpo centrale di Green Italy, il nuovo libro di Ermete Realacci, edito da Chiarelettere e uscito a febbraio in libreria.
L’autore – ambientalista e parlamentare, presidente onorario di Legambiente – ha voluto scrivere un libro dall’ottimismo controcorrente, per dimostrare che la solita affermazione “la crisi è un’opportunità” non è vuota di significato e soprattutto non è vuota né di persone né di valori. Come sostiene infatti Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, nella prefazione al volume “Viviamo la fase più complessa e difficile della nostra storia repubblicana. Mai come ora crisi economica e morale si sono intrecciate, in una profonda recessione che ha radici nazionali e internazionali. Per questo abbiamo bisogno di idee nuove come quelle proposte in questo libro: per mettere in moto le energie migliori del paese e affrontare la crisi”. Un invito accorato, non di maniera.
Realacci vuole sottolineare che il nostro paese ha già il proprio futuro in mano, deve solo rendersi conto che la risposta alla crisi sta nella green economy. “Ce la possiamo fare, se perseguiremo con convinzione la riconversione ecologica della nostra economia, dei consumi e degli stili di vita, scommettendo su una green economy tricolore, che sposi i saperi e le vocazioni nazionali […] Ce la faremo se sapremo innovare senza dimenticare chi siamo, e senza dimenticare i più deboli. Se torneremo, insomma, a fare l’Italia”.
Ciò che l’autore scrive è validato, al di là di ogni ideologia, da ben venticinque case history che, nei settori più diversi – dalla chimica all’artigianato, dalle fonti rinnovabili alla produzione di arredi – raccontano come un momento di difficoltà o una scelta operata per caso si sono trasformati nella possibilità di adattare, ad applicazioni differenti, il know how acquisito. Entrando in nuovi mondi dove produrre in modo sostenibile è possibile e ottenendo livelli di eccellenza riconosciuti internazionalmente.
Comune denominatore di queste storie è la capacità di “vestire a nuovo” vocazioni e tradizioni nazionali passando attraverso l’ampia cruna di opportunità della green economy. La lungimiranza di puntare su qualità, ricerca e conoscenza per produrre un’economia più sostenibile e innovativa. Come afferma Gabriele Centazzo, presidente e designer di Valcucine, insignito, nel 2011, con il Premio dei Premi per l’Innovazione dal Presidente Giorgio Napolitano, “C’è solo una fabbrica a impatto zero. L’energia che usa deriva al cento per cento dal sole. Produce legno, utilizza come materie prime l’anidride carbonica e le sostanze nutritive della terra. I suoi rifiuti sono l’ossigeno e le foglie. È l’albero. Noi ci ispiriamo a quella fabbrica”.
Lo spaccato che ci offre Realacci è quello di un’Italia silenziosa e nascosta, ancorata alle sue radici ma in grado di proiettarsi nel futuro scommettendo ancora una volta sul capitale umano e sul Made in Italy. L’autore ha scelto di metterla in luce perché possa essere di ispirazione, nonché regalare una dose di fiducia: “una rassegna di casi come quelli presentati in Green Italy – scrive nella postfazione Alberto Meomartini, presidente Assolombarda – diventa, allora, un mattone di grande valore: fatti e realtà – tutt’affatto il contrario di sogni, immagini, utopie – offerti sotto una descrizione che ne pone in luce tratti caratteristici che le affermano come novità e come possibilità, come esempi passibili di espansione, riproduzione. La strada che Ermete Realacci ci propone, che leggiamo in filigrana dietro queste venticinque storie d’eccellenza tricolore, è una delle più promettenti in questo mondo dove dobbiamo imparare di nuovo a chiamare le cose. La green economy è oggi la via lungo la quale già tante imprese cercano e trovano la soluzione alla crisi”.
Da segnalare che, nella pagina finale dei ringraziamenti, l’autore informa i suoi lettori che le emissioni di CO2 prodotte per realizzare il libro saranno compensate con AzzeroCO2 piantando alberi nel Parco del Delta del Po e che i proventi della vendita del libro saranno interamente devoluti alle iniziative di Legambiente e di Symbola, la Fondazione per le Qualità Italiane, nata con l’obiettivo di promuovere un nuovo modello di sviluppo orientato alla qualità in cui si fondono tradizione, territorio, innovazione tecnologica, ricerca e design. Un gesto di coerenza che fa piacere.
Daniela Falchero