Prevenire costa meno che curare: l’applicazione della normativa ambientale in Europa
Lo scorso 7 marzo la Commissione Europea ha pubblicato una comunicazione per stimolare una migliore applicazione della normativa ambientale nell’Unione Europea. Ma perchè pubblicare un’ulteriore comunicazione sul tema quando esiste già quella del 2008? In una nota la Commissione spiega che le due normative sono complementari ma distinte. Se la normativa del 2008 rafforzava il potere della Commissione nell’ambito della legge ambientale europea, quella del 2012 serve a migliorare la sua implementazione a livello statale.
Si calcola infatti che la mancata applicazione della normativa ambientale costi all’economia dell’UE circa 50 miliardi di euro l’anno, tra sanità e costi diretti per l’ambiente. L’obiettivo della nuova comunicazione è quello di ridurre questa cifra e di offrire ai cittadini e alle imprese risultati migliori sul piano ambientale.
Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente, ha dichiarato: “La normativa UE non è un’invenzione di Bruxelles, ma è democraticamente adottata da tutti gli Stati membri e dal Parlamento, per il beneficio dei cittadini. L’ambiente è protetto da circa 200 atti normativi, che tuttavia troppo spesso non vengono correttamente applicati. Ciò non solo nuoce all’ambiente, ma mette a rischio la salute umana, causa incertezze per l’industria e compromette il mercato unico. Si tratta di costi che non possiamo permetterci in tempi di crisi”.
Il fine della nuova comunicazione, in concreto, è dunque di rafforzare il dialogo con i Governi e con tutte le parti interessate circa il modo migliore di collaborare per conseguire un’applicazione più efficace del diritto dell’Unione, intensificando la raccolta e lo scambio delle conoscenze e promuovendo una più ampia partecipazione agli obiettivi ambientali da parte di tutti i cittadini. L’accento viene posto sull’informazione, sulla conoscenza e sulla comunione di intenti, in quanto l’applicazione, spesso insufficiente, della normativa è spesso aggravata dalla mancanza di informazioni precise sulle questioni ambientali. Le attività di monitoraggio, inoltre, non sono omogenee in tutta l’Europa, le informazioni che ne derivano possono essere parziali e obsolete e i dati utili pubblicati online non sono sufficienti. Disporre di informazioni migliori e più accessibili a livello nazionale, regionale e locale consentirebbe invece di individuare precocemente importanti problemi ambientali, risparmiando, in questo modo, costi nel lungo periodo.
Tra i suggerimenti per migliorare l’applicazione delle nomrative figurano ispezioni e sorveglianza più efficaci, criteri per il trattamento delle denunce dei cittadini da parte degli Stati membri, un accesso facilitato alla giustizia in materia ambientale, nonché il sostegno alle reti europee di professionisti dell’ambiente. In caso di problemi, i responsabili dell’applicazione delle norme dovrebbero assumere impegni più chiari, con scadenze e parametri di riferimento concreti che possano essere valutati pubblicamente.
La comunicazione del 2012, in sintesi, sottolinea gli effetti positivi del diritto ambientale, dimostrando che prevenire i danni all’ambiente può costare molto meno di quanto, a lungo termine, costerebbe porvi rimedio. La normativa ambientale può innanzitutto apportare vantaggi all’industria: l’applicazione integrale della legislazione UE in materia di rifiuti potrebbe, ad esempio, a creare 400 mila nuovi posti di lavoro, con costi netti che ammonterebbero a 72 miliardi di euro in meno rispetto allo scenario alternativo di una mancata applicazione della normativa.
La “comunicazione” sarà presentata ora al Parlamento Europeo, agli Stati Membri, ai cittadini e a tutti gli attori interessati dall’attuazione e dall’applicazione della normativa. Il risultato delle discussioni tra le tre istituzioni dell’Unione Europea preparerà il terreno per il settimo programma di azione in materia di ambiente.
Donatella Scatamacchia