A Linda Schailon il premio “Una mimosa per l’ambiente”
Dalla prima battaglia contro un inceneritore al premio internazionale “Una mimosa per l’ambiente”, da vent’anni l’Associazione Donne Ambientaliste – Ada Onlus premia l’impegno femminile in favore dell’ambiente. La cerimonia, che si svolge ogni anno a Parma in occasione dell’otto marzo, ha visto protagonista di questa 22° edizione l’artista Linda Schailon, 31 anni, creativa del riciclo nel mondo della moda. Il riconoscimento le viene infatti attribuito “per la straordinaria originalità del suo percorso artistico e culturale tra creatività femminile e difesa dell’ambiente”.
A questa giovane designer, di origini casertane, ma molto attiva in ambito londinese, va la spilla d’oro a forma di mimosa già tributata, tra le altre, all’attivista indiana Vandana Shiva, a Margherita Hack, Milena Gabanelli, Giulia Maria Mozzoni Crespi (presidente del Fai), Licia Colò e Grazia Francescato (Wwf).
“Dedico il premio Mimosa d’oro a tutte le artiste e artigiane che hanno collaborato con me in questi tre anni” ha dichiarato Linda. Il suo lavoro consiste di opere, allestimenti e interventi culturali all’insegna della sostenibilità, realizzati da Schailon in Italia e all’estero nel campo della moda e del design, con originali soluzioni progettuali che spaziano dal rifiuto plastico al cartaceo, elettronico e tessile. “Sono nata in Campania – spiega – e sono sempre stata a contatto con l’arte di arrangiarsi, fatta di oggetti poveri e materiali recuperati. Questo terreno mi ha stimolato molto e in seguito agli studi di design, prima alla Federico II di Napoli e poi al Politecnico di Milano, ho iniziato a dedicarmi a veri e propri progetti in quest’ambito. Nel 2009 ho fondato il mio marchio e non a caso ho aperto uno studio a Caserta, ritornando un po’ alle origini: il problema dei rifiuti affligge la Campania e ben si presta a elaborazioni nuove. Lì ho anche iniziato collaborazioni con le scuole. Ma da qui mi muovo ovunque si creino occasioni di lavoro”.
Schailon è, tra l’altro, l’ideatrice di una mostra, Ecopink, che da tre edizioni è un punto di riferimento per creative e designers non solo italiane: “donne accumunate da una forma di progettualità che affonda le radici in un pensiero etico-ambientalista”, si legge sul sito. “Ecopink nasce nel 2009. Quando ho realizzato la Collezione Flow – racconta – ho cercato altri artisti con un’inclinazione simile alla mia, e mi sono accorta che la maggior parte dei progetti più interessanti veniva dal mondo femminile. Da quest’anno è diventato un progetto internazionale, grazie alla collaborazione con tante artiste e alla partnership del London Design Festival”. Quasi quaranta designers e creative straniere hanno partecipato all’ultima edizione di questo progetto di “cooperazione per un mondo pulito” che si propone di trasformare e reinventare gli scarti, con un’abilità manuale e una coscienza ecologica tutta femminile.
L’opera più fortunata di questa multiforme e ingegnosa artista resta infatti Flow . “L’eco-anello è stato il mio progetto di lancio. Si tratta di anelli fatti con cannucce di plastica colorate e riciclate”. Un esempio più recente è “Expellere, 2012”, opera creata con oltre cento tubi di scarto dei rotoli della carta igienica, che sarà in esposizione domenica all’orto botanico di Parma. Il ricavato di questa installazione sarà devoluto a progetti di educazione ambientale in tre scuole elementari di Parma e al sostegno dell’orto botanico.
Cristina Gentile