Dagli Stati Uniti, le automobili biodegradabili
Le automobili del futuro? Compostabili ed eco-friendly. Perchè ad inquinare non sono solamente le emissioni di carbonio che fuoriescono dai tubi di scarico delle auto, ma anche i materiali che le compongono. E’ così che in questi giorni, John Viera, l’esperto di sostenibilità ambientale dell’americana Ford, ha annunciato i miglioramenti, dovuti ad anni di ricerca, delle automobili Ford in termini di sostenibilità ambientale relativi ai materiali con cui vengono costruite. La novità risiede nell’introduzione di componenti completamente naturali delle nuove vetture Ford. L’obiettivo è di rendere 100% biodegradabili gli interni delle auto del futuro.
Attualmente la casa automobilistica americana fa uso di prodotti di soia e di paglia di grano, ma gli scienziati sono al lavoro per utilizzare plastiche derivanti dalle carote, dal mais e dalle bucce di noce di cocco. La paglia di grano costituisce fondamentalmente un “rifiuto” del prodotto principale. Riciclarla, per creare nuove fibre utilizzabili nella costruzione di componenti interni delle automobili, significa ridurre la quantità di rifiuti nelle discariche e, allo stesso tempo, non utilizzare terreni agricoli per la coltivazione di piante come il cotone.
Per quanto riguarda la soia, la Ford ha stipulato una partnership con la United Soybean Board al fine di usare il prodotto in tutti i suoi veicoli, e non solo in quelli elettrici. Dalla soia, infatti, è possibile produrre la gommapiuma che si utilizza per la costruzione dei sedili, che attualmente deriva invece dal petrolio. Con l’utilizzo dell’olio di soia si potrebbe, dunque, ridurre dal 4 all’11% quello di petrolio, con una conseguente riduzione delle emissioni di CO2.
Se la soia e la paglia di grano trovano già applicazioni concrete, i ricercatori Ford stanno lavorando per poter utilizzare altri prodotti naturali per gli interni delle proprie auto. Dicevamo della buccia di noce di cocco, da cui è possibile ricavare una fibra utilizzabile per i rivestimenti dei sedili e non solo, dal momento che l’olio di noce di cocco può rimpiazzare, in parte, il petrolio per la produzione di plastiche, tra l’altro molto leggere, le quali aumenterebbero l’efficienza dei consumi di carburante.
Proprio per quanto riguarda la riduzione del peso dei componenti della nuova Escape, la Ford ha inoltre annunciato l’utilizzo della fibra di kenaf per la produzione dei piani di appoggio delle sue portiere. La kenaf, amalgamata al polipropilene per il 50%, ridurrebbe il peso dei componenti delle portiere di circa il 25% comparato con i materiali convenzionali.
Queste politiche di maggiore sostenibilità ambientale sembrano diffondersi piuttosto velocemente all’intero settore automobilistico, che sta studiando soluzioni e strategie per uscire dalla crisi. I prodotti utilizzati per rendere eco-friendly le automobili sono tra i più svariati, e nella scelta conta molto la ricerca nel campo delle nuove tecnologie. Come quelle di una realtà poco conosciuta, ma che sta avendo un ottimo successo nel settore automobilistico, anche in Italia, come fornitore del Gruppo Fiat. Si tratta della InfiChem Polymers, una compagnia americana, che tramite un innovativo processo chimico permette il riciclaggio di centinaia di tonnellate di poliuretano altrimenti inutilizzabili. Gerald Winslow, responsabile del settore vendite e marketing della InfiChem Polymers, afferma che “la compagnia è la prima presente sul mercato ad utilizzare una tecnologia innovativa per il riciclaggio degli scarti di poliuretano, il cui prodotto finito, l’InfiGreen Polyol, può avere una varietà di riutilizzi, compreso nel settore automobilistico”. Abbiamo chiesto a Winslow in che modo, concretamente, il poliuretano riciclato può essere usato nelle componenti delle automobili e, ovviamente, quali sono i partner del settore. “Attualmente, dice Winslow, il poliuretano riciclato viene utilizzato per la produzione dell’imbottitura dei sedili di Dodge Durango e Jeep Grand Cherokee. Stiamo lavorando in questo ambito con il Gruppo Chrysler/FIAT e con alcune tra le più grandi compagnie produttrici di sedili per le automobili al fine di applicare il nostro poliuretano riciclato al posto di quello ottenuto dal petrolio o dalla soia”. I vantaggi, infatti, non sono unicamente ambientali ma anche economici. “Nell’utilizzare il poliuretano riciclato tramite le nostre tecnologie, spiega sempre Winslow, l’industria automobilistica potrebbe andare incontro ad una riduzione dei costi pari al 10-25% rispetto al poliuretano ottenuto tramite meccanismi convenzionali. Per quanto riguarda invece i vantaggi per l’ambiente, il primo effetto è la riduzione dell’ammontare degli scarti di poliuretano nelle discariche, nonché la riduzione di emissioni di CO2: ogni chilogrammo di poliuretano convenzionale rimpiazzato con l’InfiGreen Polyol riduce di 2 kg le emissioni di anidride carbonica”.
Donatella Scatamacchia