Active, la ceramica che mangia smog e batteri
Una ceramica che mangia-smog e batteri. Detta così, sembra fantascienza, ma in realtà questo materiale esiste e risponde a un nome preciso: Active Clean Air & Antibacterial Ceramic. A svilupparlo è stato Graniti Fiandre, un gruppo che ha appena compiuto 50 anni ed è leader nella produzione di lastre di ceramica per pavimentazioni e rivestimenti. Mettendo a punto un processo produttivo unico, basato sulle potenzialità del biossido di titanio (TiO2), una sostanza chimica che si presenta sotto forma di polvere biancastra, non tossica, già usata come pigmento nelle vernici e come opacizzante nella carta e nelle fibre tessili. «Il biossido di titanio è un fotocatalizzatore che, in presenza della luce e dell’umidità dell’aria è in grado di velocizzare e potenziare la degradazione delle sostanze inquinanti presenti nell’aria», spiega Graziano Verdi, presidente e ad di Graniti Fiandre.
Ma vediamo meglio come viene prodotta e come funziona questa ceramica molto particolare. «Il biossido di titanio viene fissato sulle lastre ad alta temperatura. In questo modo, si lega intimamente con la ceramica. E’ estremamente resistente al calpestio e agli agenti atmosferici, e garantisce una efficacia fotocatalitica duratura nel tempo». La fotocatalisi è appunto la reazione, simile alla fotosintesi, che si attiva alla presenza di aria e luce naturale o artificiale. Si innesca un processo di ossidazione che porta alla decomposizione delle sostanze organiche ed inorganiche inquinanti a contatto con le superfici fotocatalitiche. «La presenza di sostanze inquinanti nell’aria viene ridotta fino al 70%. Le polveri sottili (PM10), gli ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (VOC), insieme a numerose altre sostanze pericolose per la nostra salute, vengono decomposti e trasformati in nitrati, solfati, carbonati, innocui per l’uomo e l’ambiente».
La fotocatalisi svolge anche un’azione antibatterica, danneggiando le pareti cellulari e provocando quindi la morte di batteri anche molto pericolosi per la salute umana, come l’Escherichia coli, lo Staphylococcus aureus e il Klebsiella pneumoniae, responsabili di intossicazioni alimentari, infezioni e polmonite. Anche lo sporco, compresa la nicotina, viene in parte degradato e reso più facile da rimuovere grazie al sottilissimo strato di umidità che si forma sulle lastre e gli impedisce di attaccarsi alla superficie. Discorso simile per gli odori (batteri, residui di cibo o di cottura, fumo di sigaretta): trattandosi di molecole organiche ossidabili attraverso l’azione della fotocatalisi, vengono decomposti in sostanze non più percettibili dal nostro olfatto. Il procedimento produttivo, spiega Verdi, «può essere applicato a tutti i nostri materiali, per rivestimenti e pavimentazioni sia interni che esterni».
Una serie di test del Dipartimento di Chimica e Fisica dell’università di Milano ha messo nero su bianco le potenzialità di Active, calcolando che una superficie di 100 metri quadrati di piastrelle White Ground Active degradano in sei ore una quantità di NOx pari al lavoro giornaliero di circa 30 alberi. Anche i processi di produzione sono sicuri e non rilasciano sostanze tossiche: «Per escludere qualunque rischio per l’uomo e l’ambiente durante la produzione, l’applicazione e l’utilizzo, abbiamo deciso di usare il biossido di titanio sotto forma di particelle micrometriche e non nanometriche, di mille volte più grandi, e dunque meno sottoposte, per esempio, a essere inalate dai lavoratori durante la posa delle lastre».
La linea è stata accolta molto bene e sono già diversi gli edifici, alcuni ancora in fase di progettazione, dove si utilizzano ceramiche Active. «Tra quelli già realizzati all’estero, ci sono un ospedale negli Emirati Arabi e un centro benessere in Austria. In Italia le lastre Active sono state utilizzate per il Mirafiori Village di Torino e la Scuola per l’Infanzia di Bazzano, in provincia de L’Aquila, realizzata con il sostegno di Fiat».
Il gruppo Graniti Fiandre ha aderito al Green Building Council italiano e più di 200 prodotti dei diversi cataloghi sono già certificati LEED per il loro alto contenuto (circa il 40%) di risorse riciclate. Che nelle lastre della linea Serie100 arrivano a percentuali tra il 50% e il 100%. E per far sì che le buone pratiche siano sempre più diffuse anche nell’edilizia, sono stati anche indetti, per il secondo anno consecutivo, due concorsi, Active Architecture e Active Design, con «l’intento – spiegano – di proporre progetti innovativi che valorizzino al contempo i materiali eco-sostenibili proposti dalle aziende e una nuova idea di progettare ecologico».
Veronica Ulivieri