Quirra e altre storie, il male invisibile della Sardegna
“Non è stata esattamente un’esigenza quella di scrivere questo libro, ma piuttosto la necessità di rendere pubblico un paradosso”. Lo chiama così Carlo Porcedda, uno dei due autori di “Lo sa il vento. Il male invisibile della Sardegna”, quella bizzarria che fa stare negli stessi chilometri di costa, vicini vicini, un resort di lusso e un poligono militare, il mare cristallino e una raffineria di petrolio. Si tratta di una “eccentricità ambientale” quella che si trova nelle pagine del volume edito da Edizioni Ambiente nella Collana Verdenero (14 euro), scritto a quattro mani con la collega giornalista Maddalena Brunetti.
Lungo alcuni tratti di terra la vita e la morte, la bellezza e l’incubo, le guerre simulate e le vittime sono divise da un confine sempre più sottile. Chi vive lungo quel confine parla di Sindrome di Quirra, un male invisibile e oscuro, fatto di decine di morti apparentemente inspiegabili, che ha portato nel cuore del Mediterraneo l’incubo della contaminazione da polveri di guerra. La morte di soldati colpiti da linfoma, la natura mostruosa di agnelli a sei zampe e capre con un occhio solo. Ma non solo, nelle 200 pagine inquinamento elettromagnetico, fanghi tossici, rifiuti pericolosi, e tutto il repertorio di scorie che un selvaggio abuso militare e industriale porta con sé. In Sardegna non ci si ammala solo di poligoni, ma anche di ciminiere e scarichi nocivi.
Tra le più recenti follie in Sardegna c’è anche la corsa all’oro degli australiani e dei canadesi che, dopo avere violentato colline e impastato la terra di cianuro, sono tornati a casa lasciando lo scempio che oggi pagano i sardi con i propri soldi. “In Sardegna si trova sempre qualcuno convinto che è meglio un morto in casa che la disoccupazione alla porta”, dice Porcedda. Anche se c’è chi ha saputo dire no. Come Luca Melis, allevatore che non ha paura di dire come la pensa (“Siamo pastori non pecore”) e in piazza contro lo sgombero del poligono deciso dal magistrato non ci è andato. Luca ha sempre denunciato i problemi che ha avuto il suo bestiame. Qualcuno lo ha chiamato il Sardinia Horror Tour. Un tour in un territorio, come quello di Quirra appunto, dove c’è l’anomalia (solo ora cessata) della coabitazione di militari e allevatori, dove per 50 anni si è sperimentato sulla pelle dei vivi, sul dolore dei padri e il futuro dei figli. E il vento sa di quali dolori si parla.
Come quello di Maria Grazia e Maria Teresa. “L’incontro più toccante”, racconta Maddalena Brunetti. Maria Grazia ha 23 anni e vive a Escalaplano. Sono passati 11 anni da quando la loro storia (raccontata in questo libro) è diventata un simbolo, l’emblema di un fenomeno, quello delle malformazioni di molti bimbi di questo piccolo paese. “E che dire dei genitori dei militari morti che ogni 15 giorni si incontrano in piazza del Carmine a Cagliari per chiedere giustizia, come le mamme di Plaza de Mayo. Qui trovi il dolore di chi chiede giustizia, di chi combatte un isolamento sociale e di chi combatte per il diritto alla salute”, conclude la Brunetti. Oggi dopo decenni di complicità, omissioni e silenzi, c’è chi contro le guerre simulate e gli abusi mascherati ha dichiarato una vera e quotidiana battaglia. “Quella per avere la verità sul proprio destino”, aggiunge Carlo Porcedda. “La domanda che ci facciamo è: le tragedie e i disastri di un luogo dove si esercitano e sperimentano gli eserciti di tutto il mondo devono rimanere problemi che riguardano solo i sindaci della zona o dovrebbero riguardare tutti gli italiani?”
Francesca Fradelloni