Giocattoli ecologici, tra la nostalgia del legno e i nuovi materiali
Quest’anno, un po’ per crescente sensibilità ambientale, un po’per necessità di riciclo, aumentano sul mercato i giocattoli ecologici, fatti con materiali di recupero e privi di sostanze derivate dal petrolio. E sono sempre di più i genitori che li scelgono: così che i bambini possano giocare più sicuri e divertirsi, toccare e avvicinare al viso i loro oggetti preferiti, dalle bambole ai trenini. Un aspetto non di poco conto, considerando anche l’importanza che i giocattoli rivestono per lo sviluppo del bambino.
«Il gioco in generale, e soprattutto il gioco simbolico o di finzione, che compare entro i due anni di vita, permette al bambino di esprimere fantasie, emozioni, desideri e conflitti e di elaborarli attraverso l’immaginazione», spiega Antonella Marchetti, professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell’Educazione all’Università Cattolica di Milano. «I giocattoli in generale potenzialmente stimolano la creatività infantile e molto spesso sono studiati con tale obiettivo. Ciò che conta è che il gioco, qualunque esso sia, sia vissuto come tale, nel contesto di relazioni affettive ed educative con adulti, che sappiano monitorare se e quanto il bambino sia in grado di tenere distinta la realtà dalla fantasia», continua l’esperta.
La preoccupazione per la sicurezza dei giochi, vista appunto la loro straordinaria importanza per i piccoli, è condivisa dall’Unione Europea, che proprio in questo periodo ha lanciato una campagna sul tema. Il marchio CE è la garanzia che il giocattolo soddisfa tutti i requisiti di sicurezza europei. La nuova Direttiva sui giocattoli 2009/48/CE, che sostituisce quella del 1988, recepita in Italia a marzo scorso, inoltre, rafforza gli standard di sicurezza, stabilendo che le sostanze cosiddette CMR (Carcinogenic, Mutagenic or toxic for Reproduction) non siano più ammesse nelle parti accessibili del giocattolo. E sono vietate tutte le fragranze che hanno un forte potenziale allergenico; per quelle meno dannose, ne deve essere specificata la presenza sull’etichetta del giocattolo. Qualche sostanza potenzialmente tossica, però, è permessa: alcune categorie di ftalati (famiglia di composti chimici usati nell’industria delle materie plastiche come agenti plastificanti) che non rientrano tra i CMR, per esempio, sono vietati solo nei giocattoli che possono essere messi in bocca dal bambino.
Per chi vuole cercare di evitare anche i pericoli più nascosti, una strada può essere quella di ricorrere a giocattoli con più componenti naturali possibile, dai giochi in legno a quelli in cotone biologico. I serviti da tè di Green Toys , per esempio, sono prodotti in California con le bottiglie del latte riciclate e non contengono ftalati, mentre Ecotoys produce i famosi Happy Mais, i mattoncini ricavati dall’amido di mais e colorati con coloranti alimentari atossici. E non mancano le bambole e i pupazzetti in cotone biologico, prodotte da diversi marchi. «Quando parlo ai miei clienti di questi giocattoli – racconta Kendra Vittorini, proprietaria del negozio torinese Fior di Bimbo Bio – rimangono sempre molto colpiti, sia per la maggiore sicurezza del bambino, sia anche per gli aspetti ambientali».
Per i più nostalgici ci sono poi i giocattoli in legno, che in Italia hanno una vera e propria tradizione. Alcune fabbriche, come Il Leccio, sono riuscite a sopravvivere alla delocalizzazione e alla concorrenza dei giochi in plastica da pochi euro. E non mancano giovani designer come Arcangelo Favata, che con il marchio Alicucio crea giocattoli in legno di recupero acquistabili sul portale di e-commerce Greencommerce.it. Macchine fotografiche, cavalli a dondolo, camioncini nati, spiega lui, «da un ricordo nostalgico del passato, quando da piccolo insieme ad altri bambini giocavo con delle macchinine trasformate appositamente per essere spinte su di una pista disegnata con il gesso sul asfalto. I primi lavori che ho realizzato sono i ri-tagli, utilizzando lo scarto di complementi d’arredo realizzati sempre all’interno del laboratorio: quindi lo scarto dello scarto, successivamente ho realizzato Lallo, il cavalluccio che si ribalta divenendo un piccolo piano da disegno ed un contenitore porta-giochi attraverso l’utilizzo di un pallet, e poi è stata la volta dellle Wood Machines e della collezione dei camioncini Sannaka, che hanno riscosso un certo interesse sia da parte dei bambini che dai più grandi. Attualmente sto lavorando ad una nuova collezione, gli Ali-cucio, la prima compagnia aerea ad emissioni zero…».
E per quelli che considerano i giocattoli una vera passione, al Gran Palais di Parigi è in corso addirittura una mostra che, fino a gennaio, raccoglie mille giochi dall’Antichità ai giorni nostri. Bambole, palle, trottole, aeroplanini. Alcuni, come le pupe di pezza, sono rimaste praticamente identiche nello scorrere dei secoli, mentre altri sono cambiati adattandosi ai tempi. Una gioia per i nostalgici dei vecchi giocattoli, e l’occasione per un viaggio a ritroso nella propria infanzia.
Veronica Ulivieri