Il check up di Siemens alle città italiane: migliorare trasporti e abitazioni
Nel 2011, a preoccupare l’Italia è, prima di tutto, il quadro economico: il 63% dei cittadini del Belpaese teme infatti gli scenari del mercato, soprattutto a seguito delle recenti difficoltà. Ma, a sorpresa, a turbare il sonno degli italiani ci sono, al secondo posto, le paure legate all’ambiente: infrastrutture, criminalità e inquinamento. Insomma, nell’immaginario collettivo, le nostre città dovrebbero essere sane e non inquinate o caotiche, con mezzi pubblici efficienti e con servizi allineati agli standard europei.
È questa la fotografia scattata da ‘Check up alla tua città’, il sondaggio on line (reso noto ieri a Milano) condotto da Panorama.it insieme a Siemens. In meno di un mese, quasi duemila lettori del magazine hanno risposto che, in Italia, occorre intervenire su trasporti, rifiuti, aree verdi, ma anche su auto elettriche, piste ciclabili, case ecologiche, inquinamento dell’aria e spreco di acqua. Le sollecitazioni maggiori arrivano soprattutto dagli abitanti di Milano, Torino e Genova, città nelle quali Siemens ha condotto una specifica ricerca nel corso del 2010-2011 assieme all’Istituto Piepoli. Al nord, l’attenzione dei cittadini è rivolta all’inquinamento (grandi città) e alle infrastrutture (piccole e medie città); al sud, invece, si teme maggiormente la criminalità.
A parere degli italiani i problemi più grandi sono quelli che riguardano i trasporti pubblici: un cittadino su due ne è insoddisfatto, lamentando le reti di bus e metro insufficienti, le attese lunghe e le tariffe spesso eccessive. Tra le tre grandi capitali analizzate, Torino ha cercato di attrezzarsi, puntando sul completamento della linea metropolitana e su una serie di opere ferroviarie. Genova, invece, ha in cantiere “la realizzazione della metro di superficie”, ha spiegato il vicesindaco Paolo Pissarello durante la tavola rotonda di presentazione coordinata da Guido Fontanelli, caporedattore Economia di Panorama. Dal canto suo, Davide Corritore, direttore generale del Comune di Milano, ha anticipato: “Il nostro obiettivo è quello di migliorare non soltanto il trasporto delle persone, come avverrà con la prossima inaugurazione di altre due linee metropolitane, ma di sviluppare anche il trasporto di dati e informazioni. I prossimi step tecnologici che compiremo riguarderanno il wireless, sarà libero in tutta la città, e la possibilità di acquistare con il cellulare i biglietti di tutti i trasporti pubblici”.
Obiettivi importanti, ma che da soli non bastano: “Occorre l’educazione personale alla sostenibilità”, ha aggiunto Federico Golla, a.d. di Siemens Italia, che ha partecipato all’evento assieme agli amministratori delle tre città campione (con le quali Siemens sta realizzando progetti di qualificazione ambientale) e a Francesco Dal Co’, direttore Casabella e docente di Storia dell’Architettura all’Università di Venezia.
In Italia, dunque, pur con la crisi la sostenibilità è ormai una scelta prioritaria. Lo ha ricordato Paolo Pissarello, in un’altra giornata critica sul fronte ambientale a causa della frana che ha interessato l’area di Messina: “L’alluvione di Genova – ha sottolineato – è stata un’opportunità per ripensare gli edifici della nostra città in temini di qualificazione energetica e di sostenibilità”. È certamente difficile pensare a un’alluvione, che ha prodotto ben sei morti, in termini di opportunità, tuttavia il vicesindaco conferma che, da oggi, nel capoluogo ligure si avrà una maggior qualità abitativa. Il che, tradotto in termini pratici, significa anche meno automobili.
“A Milano – ha rimarcato Corritore – sorgeranno presto due nuovi grattacieli senza il posto auto”. Certo, non basta solo disincentivare, tuttavia è vero che tra le priorità dei cittadini c’è quella della viabilità: Torino e Milano hanno inaugurato servizi di bike sharing e un po’ dappertutto sono sorte zone a traffico limitato, ma il vero problema, ancora una volta, rimane quello economico. Per questo, nessuno disdegna i finanziamenti privati: le case post alluvione a Genova potrebbero essere costruite con soldi privati, ha ammesso Pissarello, e anche Torino e Milano (“che finora ha sofferto di un’assenza di coerenza tra le politiche della mobilità, della viabilità ecc.”, provoca Corritore), hanno avviato progetti di partnership in questa direzione. Per non trovarsi impreparate al 2020 e incalzate dalle forti richieste dei loro cittadini, le amministrazioni stanno così valutando nuovi progetti, cercano di districcarsi nei tortuosi problemi dei finanziamenti e attivano le sperimentazioni. Se questo basterà a rispettare gli obiettivi di sostenibilità fissati tra poco meno di 10 anni, è forse presto per dirlo. È un dato, però, che non avranno più sconti dai loro cittadini.
Agnese Pellegrini