Energia senza bugie: APER va a spulciare la bolletta degli Italiani
Un po’ per sfida, un po’ per provocazione. “Sono sicuro che appena sarà possibile, io e il nuovo Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ci siederemo davanti allo stesso tavolo”. La dichiarazione che il neo ministro ha rilasciato, su un quotidiano nazionale, a favore del nucleare non è proprio piaciuta a Marco Pigni, direttore delll’Associazione Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili - che venerdì scorso a Milano, nell’ambito della fiera Greenergy/Enersolar+ 2011, ha proposto il convegno “Energie senza bugie”.
“Clini conosce benissimo il problema, avendo lavorato ai negoziati per la stesura del Protocollo di Kyoto”, rimarca il Presidente di APER Agostino Re Rebaudengo, che con una buona dose di fair play sintetizza: “Il ministro non può credere davvero che un paese incapace, in 25 anni, di terminare il tracciato dell’alta velocità, sappia in pochi anni realizzare otto centrali nucleari…”. Come dire che, con un nuovo governo e nuovi interlocutori, l’associazione italiana più rappresentativa della categoria (con oltre 480 iscritti e circa 8mila MW di potenza elettrica installata) mostra i muscoli. “Il nostro obiettivo – chiarisce Re Rebaudengo – è quello di spiegare, nel modo più semplice ed efficace, i vantaggi delle rinnovabili”.
Esattamente quello che si è voluto fare con il convegno di venerdì, che ha visto la pubblicazione di un dossier ‘Energie senza bugie: costi e benefici delle rinnovabili’, e di un pieghevole digitale che condensa, in 8 vignette disegnate dalla “matita” del Corriere della Sera, Emilio Giannelli, i temi del dossier, con un linguaggio accattivante, ironico e immediato, “perché noi non vogliamo farci capire solo dai bocconiani”, stiletta Pigni con riferimento al curriculum accademico del nuovo Presidente del Consiglio. C’è, infatti, bisogno di fare chiarezza sia sui costi che sui benefici delle energie rinnovabili, “per capire – sostiene ancora il presidente Re Rebaudengo - quanto poco ci costerà in bolletta l’energia verde: c’è un’intera lobby di produttori di fonti fossili che fanno contro-informazione”.
Prima di tutto, però, si impone una constatazione: l’Italia – non dimenichiamolo – si è impegnata, assieme a tutti i paesi europei, ad aumentare, entro il 2020 la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Un obiettivo che il nostro paese tenta di raggiungere attraverso i Certificati Verdi, il Conto Energia e la Tariffa Onnicomprensiva, cioè gli incentivi ai nuovi impianti che significano, per ogni famiglia, un aggravio in bolletta di appena 2 euro al mese, poco più di un caffè. Una cifra ridicola: per dirla in altri termini, nel 2010 ogni italiano ha speso in media, per le scommesse, 17 volte in più rispetto a quanto ha speso per il sostegno a tutte le rinnovabili e, per i soli videopoker, ben 31 volte in più rispetto a quanto ha pagato l’incentivazione del fotovoltaico. Del resto, quanti sanno che il 78% dell’energia elettrica in Iitalia è prodotta con materia prima estera, mentre le rinnovabili sono al 100% italiane? Il settore, inoltre, nei prossimi 10 anni investirà almeno 70 miliardi di euro, dando lavoro a oltre 250.000 lavoratori nel 2020. Per intenderci: oggi, tutti i baristi e gli avvocati d’Italia messi insieme non arrivano a 200.000 unità. Senza contare, infine, che mancare gli obiettivi europei al 2020 avrebbe un costo salato in termini di sanzioni che il Paese (i cittadini) dovrebbe pagare all’Unione Europea.
Attraverso l’adozione di diversi scenari, l’ufficio studi Aper, coordinato da Tommaso Barbetti, ha modulato il livello di sviluppo degli incentivi futuri: prevedendo, come da legislazione vigente, gli attuali strumenti di incentivazione, il rincaro annuo sulla bolletta sarebbe di 78 euro l’anno. Al contrario, prevedendo l’ipotesi opposta, assai improbabile, che prevede uno stop totale alla realizzazione di nuova energia rinnovabile dal 2012, si avrebbe una spesa annua per famiglia sulla bolletta di 44 euro, con un risparmio, rispetto al primo scenario, di appena 35 euro, a cui resterebbe però da aggiungere il costo delle sanzioni europee attribuite all’Italia, per non aver raggiunto gli obiettivi assegnati. Insomma, a conti fatti, non sono certo le rinnovabili a incidere sulla bolletta elettrica, anche se scaricare la colpe sulle energie verdi è molto comodo, soprattutto per nascondere i veri responsabili: nella bolletta si pagano una serie di costi e rendite che, nel solo 2010, sono pesate sulle tasche degli italiani per circa 3 miliardi. Si tratta di incentivi per le fonti assimilabili e di quelli per la chiusura delle 4 centrali nucleari in Italia (“hanno funzionato per 15 anni – commenta Barbetti – e paghiamo da 30 anni la loro dismissione: il processo di decomissioning ci costa 20 milardi di euro”), ma anche degli incentivi per la mera disponibilità di 80 grandi consumatori a vedersi interrompere la fornitura, ipotesi che non avverrà mai. Gli stessi 80, infine, pagano l’energia elettrica a prezzi scontati; la differenza, ovviamente, la trova il cittadino sulla propria bolletta.
“Nel 2010 – ammette Barbetti – gli italiani hanno pagato, per gli strumenti a sostegno dell’energia rinnovabile, un costo pari a quello delle altre rendite nascoste. Tuttavia, non bisogna ragionare soltanto in termini di costo, ma soprattutto di benefici”, in quanto gli altri incentivi sono sostanzialmente improduttivi e inutili in termini ambientali. Mentre, per quanto molti benefici delle rinnovabili siano difficili da “contabilizzare”, si può sicuramente dare un valore al maggior grado di sicurezza negli approvvigionamenti, alla diminuzione delle emissioni di polveri sottili e, soprattutto, ai minori costi per la salute. I conti in tasca ce li ha fatti, anche questa volta, l’Unione Europea: il risultato prevede una riduzione, su tutto il periodo, tra i 50 e i 60 miliardi di euro. Anche perché c’è un aspetto da non sottovalutare: dal 2013, la totalità delle emissioni di CO2 dovrà essere pagata da chi effettua le emissioni stesse, con un effetto che si prevede dirompente sui prezzi dell’energia. E non è tutto: secondo il criterio del merit order effect (l’influsso che le rinnovabili hanno sui prezzi), in Italia circa il 20% delle future incentivazioni sarà ripagato dalla riduzuione dei costi sul mercato. In pratica, in caso del raggiungimeto degli obiettivi del 2020 mediante la produzione delle rinnovabili, il risparmio nel periodo 2000-2020 è stimato in 18 miliardi di euro, di cui 15 andranno ad alleggerire la bolletta, per un risparmio di 10 euro a famiglia. Altro che costi aggiuntivi.
Agnese Pellegrini