Lavoratori “più consapevoli” con il Programma WWF delle 3E
La green economy non è solo energia rinnovabile e prodotti eco-compatibili. È un modo nuovo di concepire l’impresa e la sua attività, passando anche per la sensibilizzazione alle tematiche ambientali dei dipendenti. È nato così il programma “3 E” (Environmental Employees Engagement) del Wwf, presentato a Roma al Forum delle Risorse Umane da Irma Biseo, direttore Partenariati con le Imprese e Relazioni Esterne di Wwf Italia. Un progetto per rendere più consapevoli i lavoratori e far loro sapere cosa possono fare per l’ambiente, che negli ultimi due anni l’organizzazione ha «provveduto ad aggiornare, rilanciandolo e investendo nuove energie nella sua promozione presso il mondo delle imprese, che stanno rispondendo molto positivamente». Grandi gruppi come Nokia, Unicredit e Vodafone hanno già aderito, realizzando iniziative per l’impegno e il coinvolgimento ambientale delle risorse umane.
« L’employees engagement – spiega Irma Biseo – è da sempre parte integrante della strategia di attivazione del Wwf verso il mondo delle imprese. Il nostro obiettivo è infatti quello di creare delle “community aziendali green”, realizzando dei percorsi integrati di sensibilizzazione e formazione sulle tematiche ambientali, favorendo la creazione all’interno dell’azienda di gruppi di volontariato e sviluppando programmi che motivino lo staff ad avere comportamenti rispettosi dell’ambiente, concretizzando così l’incredibile potenziale di riduzione rappresentato in Italia dal settore ufficio».
Il programma prevede tre diversi ambiti: il volontariato ambientale, la riduzione degli impatti ecologici e le attività di sensibilizzazione e formazione. Nel primo caso, i dipendenti vengono coinvolti in attività all’interno delle Oasi e si creano addirittura veri e propri gruppi di volontariato a sostegno del Wwf. Un modo diverso anche per vivere i rapporti con i vicini di scrivania. Le attività, sempre precedute da una fase di formazione, possono essere le più diverse: in inverno, per esempio, si tratterà soprattutto di costruire nidi e mangiatoie per gli uccelli delle Oasi, mentre in estate i volontari si occuperanno di pulire il sottobosco, le spiagge e l’alveo dei fiumi. «Un’esperienza di lavoro sul campo presso le Oasi insieme allo staff Wwf aiuta le imprese a sviluppare e ad accrescere la sensibilità ambientale dei propri dipendenti sulle tematiche ambientali, traducendo l’attività di volontariato prescelta nella creazione di valore per l’organizzazione stessa». I lavoratori della Sony, per esempio, sono stati coinvolti in una giornata di volontariato nell’Oasi Wwf di Vanzago, in occasione del Global Volunteer Day. «Dai commenti che abbiamo ricevuto dai dipendenti che hanno partecipato ci siamo resi conto di quanto sia piaciuta l’attività», racconta Irma Biseo.
C’è poi un percorso di riduzione degli impatti ambientali, che un’azienda può intraprendere con il sostegno dell’associazione ambientalista: « Il programma Green Office viene proposto alle aziende che desiderano migliorare le proprie performance ambientali, a partire dalle proprie sedi e dai propri uffici». Strumento fondamentale del programma è il “calcolatore d’impronta”, un sistema che permette ad ogni dipendente di calcolare la propria carbon footprint collegata alla vita lavorativa (frequenza e mezzi usati per i viaggi aziendali, modalità di spostamento casa-ufficio, utilizzo del computer, illuminazione). Per quanto riguarda in particolare i viaggi di lavoro, Wwf supporta le aziende nella riduzione delle emissioni di CO2 collegate agli spostamenti in aereo, «sostituiti da strumenti audio, web e di videoconferenza, per una riduzione stimata di 22 milioni di tonnellate di CO2 emessa, paragonabile ad un terzo delle auto che transitano sul suolo inglese». Al programma ha aderito anche Vodafone UK, che in un anno ha evitato così 3.749 voli e l’emissione di 617 tonnellate di CO2, riducendo di un terzo i costi legati ai viaggi.
Il Wwf offre alle aziende anche programmi di sensibilizzazione e formazione, «un percorso di crescita dei dipendenti che esplori soluzioni e comportamenti (domestici e non) environmental friendly connettendo l’impegno dell’azienda ad una crescita personale e dell’intera community aziendale». I lavoratori capiscono così l’importanza anche di piccoli gesti ecosostenibili; l’ambiente diventa un «tema identitario che aggrega interesse e partecipazione», rafforzando anche «il senso di appartenenza all’azienda».
Per UniCredit, ad esempio, il Wwf «ha sviluppato un “learning tool”: una piattaforma Ambiente all’interno del portale intranet del Gruppo per la sensibilizzazione e formazione dei dipendenti (circa 160.000persone in Europa) sui temi ambientali e in particolare sul climate change», con contenuti in italiano, inglese e tedesco. Un portale che dà informazioni sulle tematiche ambientali e sulle iniziative del gruppo, ma offre anche suggerimenti su come ridurre la propria impronta di carbonio. Per Nokia, invece, l’organizzazione ha realizzato una piattaforma e-learning, “Connect to Protect”, con lo scopo di sensibilizzare e fornire consigli per ridurre le proprie emissioni sul luogo di lavoro». Esperienze simili a quelle di alcune aziende canadesi: qui il Wwf ha sviluppato Living Planet@Work, un’ iniziativa di sensibilizzazione per i dipendenti delle aziende, a cui hanno aderito grandi gruppi come Procter&Gamble e Accenture.
Veronica Ulivieri