Lacks, il sistema di calcolo per essere città virtuose
Si chiama Lacks, ha tre anni di vita e ha girato l’intera Europa. Non è il nome stravagante di un piccolo vagabondo, ma il progetto Local Accountability for Kyoto Goals, uno strumento rafforzato dal Patto dei Sindaci, nel 2009, che vede molte delle 2.900 città aderenti al Patto impegnate in un percorso di sostenibilità ambientale più solido. Grazie anche ad un co-finanziamento europeo che, nel caso italiano, ammonta ad oltre 1 milione e trecentomila euro. A Reggio Emilia un convegno internazionale ha fatto il punto sui risultati raggiunti dalle amministrazioni di quattro città coinvolte: le italiane Reggio Emilia e Padova, la catalana Girona e Bydgoszcz per la Polonia.
“Le città consumano l’80 per cento dell’energia richiesta in Europa, generando alti livelli di emissioni inquinanti, più dei settori industriale e dei trasporti. Per questo il loro ruolo è particolarmente importante” spiega Antonio Lumicisi del Ministero dell’Ambiente, responsabile per l’Italia della campagna Sustainable Energy Europe. L’adesione al progetto Lacks prevede il raggiungimento su scala locale degli obiettivi del protocollo di Kyoto: entro il 2020, riduzione del 20 per cento delle emissioni climalteranti – gas a effetto serra, anidride carbonica soprattutto – incremento del 20 per cento delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. “Le municipalità – sintetizza Lumicisi – s’impegnano ad adottare entro un anno un Piano d’Azione, basato su linee guida europee, in cui indicano concretamente come ridurre le emissioni e su quali
settori intervenire”. L’Italia può vantare 1.358 comuni ed enti locali aderenti al Patto dei Sindaci, ma di questi finora solo il 14% ha già presentato un piano d’azione, con il supporto del Ministero dell’Ambiente per la redazione dei piani e finanziamenti europei come il fondo “Elena“.
Paolo Rotelli, della task force Onu sull’attuazione del protocollo di Kyoto, avverte: “Il 60 per cento della popolazione mondiale è oggi concentrato nelle città, con oltre centotrenta aree urbane superiori ai 5 milioni di abitanti, quasi delle piccole nazioni. E’ un sistema ad alta dissipazione energetica, che richiede un ripensamento sia a livello macro, per quanto riguarda l’organizzazione della città ed i suoi quartieri, sia in scala micro, per i singoli edifici”.
Proprio in queste direzioni si muove Lacks, con cui è stato sviluppato uno strumento di calcolo per convertire i dati dei consumi dei vari settori in emissioni climalteranti. Messo a punto un “inventario delle emissioni” del proprio territorio, un’analisi del monitoraggio consente di procedere ad un piano di azioni mirate per il loro abbattimento. In concreto, vuol dire riportare le decisioni alla comunità locale, che pianifica misure come l’installazione di pannelli fotovoltaici su edifici pubblici, interventi sull’illuminazione ed il trasporto pubblico, amppliamento del verde, promozione della cogenerazione.
A Reggio Emilia, ad esempio, il settore produttivo risulta il maggior responsabile delle emissioni (circa il 37 per cento), seguito da trasporti (27%) e residenziale (23%). Il Consiglio comunale ha perciò approvato un piano di 46 azioni concrete e misurabili, concentrando gli sforzi di mitigazione sulle attività produttive e prevedendo poi interventi sulla mobilità e l’edilizia.
A Bydgoszcz le priorità d’intervento sono invece sul patrimonio edilizio, a Padova, come Reggio Emilia, l’ambito più urgente è, di nuovo, quello produttivo. A Girona, dove a incidere di più sui gas serra sono trasporti e residenziale, “metà del parco semaforico è ora a led” racconta Jordi Figueras, dell’amministrazione locale “e l’obiettivo che ci siamo dati è di ridurre del 40 per cento le nostre emissioni entro il 2020, a partire dal nostro ente, che vogliamo far diventare a emissioni zero”. La ricetta del comune spagnolo per i propri uffici è all’insegna della centralizzazione del riscaldamento per ridurre i consumi, e del ricorso al solare e alle biomasse.
Forti della loro esperienza e delle misure messe in campo, anche col supporto tecnico dell’agenzia Arpa Emilia-Romagna e di altri soggetti privati, queste città contano di ridurre le loro emissioni di oltre il 20 per cento entro il 2020. E di passare il testimone: grazie a Lacks, un sotfware gratuito sarà a disposizione di tutti gli enti territoriali che intendano percorrere la stessa strada. Vito Belladonna, dell’Arpa Emilia-Romagna: “L’aspetto importante di questi risultati è la volontà di contabilizzare le azioni, prevedendone le conseguenze ambientali per intevenire e correggere in tempo utile”.
Cristina Gentile