ElectroSelf: la “fuel cell” che si produce l’idrogeno da sola
Una macchina che produce energia combinando idrogeno e ossigeno. Unica emissione: l’acqua. Ma ElectroSelf, il gioiello dell’azienda torinese Electro Power System, non si ferma qui. A distinguerla da tutte le tecnologie concorrenti, sono due caratteristiche uniche: per prima cosa, si produce da sola la materia prima, cioè l’idrogeno, partendo dall’acqua e scindendolo dall’ossigeno; in secondo luogo, ElectroSelf è anche in grado di immagazzinare energia rinnovabile sottoforma di idrogeno, che poi verrà combinato con l’ossigeno e ritrasformato in energia elettrica al momento del bisogno. Insomma, una valida soluzione al problema dello stoccaggio dell’energia, soprattutto se legato alle fonti rinnovabili, per loro natura discontinue e impossibili da prevedere e programmare in base alla richiesta. L’inizio di una rivoluzione, che ha fatto vincere all’azienda diversi premi. L’ultimo solo qualche settimana fa, quando la EPS è stata nominata Technology Pioneer 2012 dal World Economic Forum, celebre per il suo meeting annuale di Davos, in Svizzera. Un riconoscimento importante, per la prima volta riservato ad una impresa italiana, che premia, ogni anno, quelle aziende che, con la propria vision e tecnologia, sono in grado di contribuire alla trasformazione della società e del mondo del business.
Electro Power System nasce a Torino nel 2005 e inizia subito a fare ricerca nell’ambito delle fuel cell, le pile a combustibile: «Si tratta di una tecnologia vecchia, ma che solo recentemente è diventata oggetto di ricerche e investimenti del settore privato. Il funzionamento è semplice: nella fuel cell entra l’idrogeno, che si combina con l’ossigeno presente nell’aria e produce energia elettrica e acqua. Nessuna emissione di CO2», spiega l’amministratore delegato Adriano Marconetto.
La EPS non è sola sulla strada che combina energia e idrogeno: altre aziende, soprattutto statunitensi, stanno andando nella stessa direzione. La svolta arriva però nel 2008, «quando abbiamo avuto l’idea di sviluppare una tecnologia che fosse in grado anche di prodursi l’idrogeno da sola. Per svilupparla, ci è voluto un anno e mezzo: nel 2009 abbiamo presentato la prima versione, nel 2010 la seconda e a febbraio 2012 presenteremo la terza versione al Mobile World Congress di Barcellona».
ElectroSelf si rivela ben presto l’idea vincente, quella che fa la differenza rispetto agli altri concorrenti: «Come dico sempre con una battuta, delle due parole gli americani hanno privilegiato le cell, mentre noi ci siamo concentrati sul fuel, cioè sul combustibile». Risultato: rispetto ai concorrenti d’Oltreoceano, oggi la maggior parte dei clienti del gruppo torinese sono aziende di Paesi emergenti, in cui i black out sono frequenti, e necessitano di una tecnologia economica e che non rimanga mai “a secco” di idrogeno.
Oggi l’azienda ha due sedi, a Torino e ad Aosta, e conta una cinquantina di dipendenti, di cui cinque stabilmente in Asia e venti che lavorano in ricerca. Nell’ultimo anno, il business è cambiato totalmente: «Mentre l’anno scorso il 70% del nostro business era in Italia, quest’anno quel 70% si è spostato nelle economie emergenti, in Asia e in Africa». I clienti, continua Marconetto, «sono soprattutto società che gestiscono reti con centinaia di centraline o antenne, come le aziende di telecomunicazioni, e hanno bisogno di una tecnologia che assicuri energia in caso di black out. In questo caso, ElectroSelf viene utilizzato al posto di batterie al piombo e gruppi di continuità a gasolio. A queste si aggiungono imprese che sono fuori dalla rete elettrica e usano ES per lo stoccaggio di energia elettrica prodotta con impianti eolici o fotovoltaici, in modo da avere energia verde 24 ore su 24».
Marconetto definisce ElectroSelf «una banca dell’energia, dove questa viene depositata e poi prelevata al momento del bisogno». Niente a che vedere, ci tiene a precisare l’AD, con le fonti di energia: «L’idrogeno non è una fonte primaria, non si può sostituire all’eolico e al fotovoltaico, ma può aiutare le rinnovabili a svilupparsi». E con il cambiamento dei modelli di consumo energetico, l’idrogeno diventerà sempre più importante: «Oggi il nostro sistema è ancora basato su grandi centrali che producono energia per i cittadini, che pagano la bolletta. Ma con il diffondersi delle energie rinnovabili, che permetteranno a ognuno da farsi l’energia autonomamente, si diffonderà il problema dello stoccaggio. Nel lungo periodo, anche le abitazioni potrebbero impiegare ElectroSelf per immagazzinare elettricità».
Sulle prospettive per il futuro, Marconetto non ha dubbi: «Siamo un’azienda molto focalizzata sulle fuel cell, vogliamo farne un prodotto sempre più efficace e più semplice. Per il futuro, punteremo sull’internazionalizzazione, lo sviluppo internazionale attraverso accordi mirati con realtà extraeuropee importanti». E in Italia? Il CEO ha la risposta pronta: «Se l’Italia rimanesse una fetta importante del nostro business, significherebbe che non siamo stati abbastanza bravi a portare la nostra idea in giro per il mondo».
Veronica Ulivieri