Efficienza energetica: Italia, un patrimonio immobiliare da riqualificare
Si è tenuto giovedì 15 e venerdì 16 settembre il 13° Congresso Nazionale Domotecnica, la due giorni, dedicata alle 1.244 imprese di installazione e alle oltre 70 aziende partner Domotecnica, in cui esposizione, informazione e formazione si sono unite per delineare le linee guida di “un’era energetica nuova”, nella quale la parola d’ordine sia efficienza. Una necessità imprescindibile per il nostro paese, come ha confermato l’On. Stefano Saglia, che ha ricordato come il Ministero dello Sviluppo Economico e il Governo stiano lavorando ad un decreto che prolungherà le detrazioni del 55% per sostenere il comparto, da un lato, e ,dall’altro, la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano.
Ed è proprio di riqualificazione del patrimonio immobiliare e di politiche energetiche che si è parlato durante la “Tavola rotonda sugli scenari futuri e le politiche energetiche del 2012”. Nel corso del incontro – moderato da Alberto Orioli, vicedirettore de “Il Sole 24 Ore” – è stata presentata l’indagine interna condotta da Domotecnica, che fotografa lo stato di salute delle abitazioni e degli impianti di riscaldamento e di raffrescamento, e dalla quale emerge che la sfida all’efficienza energetica in Italia si gioca sul campo della riqualificazione degli immobili esistenti, visto l’alto livello di obsolescenza del patrimonio edilizio residenziale.
Il 79,2% degli edifici, infatti, è stato costruito prima del 1980 e solo il 10,1% dopo il 2000. Inoltre, l’81,5% delle abitazioni è caratterizzato da un livello di isolamento termico valutato dagli inquilini come medio o scarso e la situazione non migliora quando l’analisi si sposta sulla qualità degli impianti termoidraulici installati, con quasi la metà (49,5%) realizzati prima del 1990 e solo il 27,3% dopo il 2000. Solo il 5,6% delle abitazioni è dotata di impianti solari termici e il 2,5% fotovoltaici.
L’endemica situazione di degrado del patrimonio immobiliare italiano rappresenta un forte ostacolo al raggiungimento degli obiettivi del 20-20-20 indicati dalla Comunità Europea, e rende necessaria una rapida inversione di tendenza, che, per essere attuata, presuppone la necessità di individuare, da un lato, politiche incentivanti sul fronte dell’efficienza energetica, dall’altro, di formare i professionisti affinché siano in grado di affrontare queste sfide. Un impegno che coinvolge gli oltre 85 mila impiantisti idrosanitari su tutto il territorio nazionale.
“Siamo d’accordo con la linea di Confindustria per quanto riguarda la proroga degli incentivi del 55% – commenta Luca Dal Fabbro, AD di Domotecnica. Anzi, ribadiamo la necessità che il Governo garantisca una stabilità delle regole e degli incentivi all’efficienza energetica, che è la vera risorsa inutilizzata del nostro Paese. Siamo convinti che la strada corretta da perseguire sia quella di agevolare un consumo più corretto dell’energia. In Italia, infatti, il sistema incentivante premia infatti quasi esclusivamente la produzione di energia da fonti rinnovabili trascurando l’efficienza energetica. Per questo chiediamo incentivi più forti e più stabili per questo settore”.
Ritornando ai dati dell’indagine, nelle abitazioni degli italiani vi è una scarsa diffusione di impianti ad alta efficienza energetica e/o ad energie rinnovabili. Solo il 13,5% delle famiglie, infatti, dichiara di aver installato, per il riscaldamento e/o produzione di acqua calda sanitaria, “caldaie a condensazione”: un dato significativo se si considera che questa tecnologia consente di ottenere un migliore rendimento rispetto agli impianti tradizionali. A questo si aggiunge il fatto che l’87% dei sistemi per l’emissione di calore presenti negli stabili italiani sono radiatori di tipo tradizionale (termosifoni), soluzioni che non permettono di limitare gli sprechi energetici.
Al contrario, solo il 5% delle abitazioni viene riscaldato mediante impianti più efficienti, come quello radiante (pavimento/soffitto/parete), o utilizzando radiatori con valvole termostatiche (4%) che consentono di ridurre gli sprechi impostando la temperatura nei diversi ambienti.
Per quanto riguarda il rapporto con le energie rinnovabili, gli italiani si dimostrano restii ad adottare queste tecnologie anche se, in linea generale, preferiscono le biomasse rispetto al solare termico o al fotovoltaico:
- Impianto solare termico: solo il 5,6% degli italiani utilizza questa fonte rinnovabile per il riscaldamento (1,2%) e per la produzione di acqua calda sanitaria (4,4%).
- Impianto a biomasse: il 18,9% utilizza per il riscaldamento impianti a biomasse (legna e pellets) che consentono di ottenere un notevole risparmio energetico ed economico. In particolare il 12,2% possiede un caminetto a legna, il 3,5% stufe a legna e il 3,2% a pellets.
- Impianto solare fotovoltaico: solo il 2,5% dichiara di aver installato un impianto fotovoltaico per la per la produzione di energia elettrica e nella maggior parte dei casi si tratta di un impianto con una potenza nominale di 3 kWp.
Sul fronte della tipologia delle finestre adottate, scelta che influisce direttamente sulla classe energetica di un’abitazione, secondo i dati di Domotecnica, il 49,3% delle famiglie dichiara di avere infissi in legno con vetro doppio, il 23,7% in legno con vetro singolo, il 16,2% in alluminio con doppio vetro, il 4,9% in PVC, il 3,4% in alluminio con vetro singolo e solo il 2,5% con doppio serramento.
L’analisi dei dati raccolti è stata la ragione che ha spinto Domotecnica ad istituire il primo Osservatorio Permanente in Italia sui temi dell’efficienza energetica, un soggetto terzo “superpartes” che ne garantisce l’autorevolezza. L’Osservatorio è aperto a tutte le aziende che desiderano mettere a disposizione il proprio know-how e condividere la propria esperienza in materia di efficienza energetica: l’obiettivo è quello di creare uno strumento in grado di dare una chiara visione della situazione attuale italiana e che sia un interlocutore privilegiato per le istituzioni nel processo di delineazione delle politiche energetiche.