Farsi un’idea last minute. Il libro di De Paoli sul nucleare
Si chiuderà oggi alle 15 la consultazione referendaria in cui gli italiani sono chiamati a votare, tra gli altri quesiti, anche per la produzione di energia da fonte elettronucleare - il tema che, verosimilmente porterà più elettori alle urne.
Parlare e scrivere di energia nucleare non è affatto facile, e dovrebbe essere un esercizio riservato a pochi compenti. Farlo poi in maniera obiettiva - senza eccedere nelle critica, spesso strumentale, o nell’esaltazione, spesso decontestualizzata e ancor più asservita ad una vana gloria – è davvero merce rara. Da quando, il 22 maggio 2008, l’allora ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, proclamò il nucleare davanti agli industriali riuniti nell’assemblea annuale si è sviluppato alla grande quello che, almeno per l’Italia, è l’unico indotto certo del nucleare: libri e convegni – i secondi, per la verità, spesso più equilibrati dei primi. Sì, perché tra i numerosissimi libri, ben pochi sono quelli che permettono al lettore di farsi un’idea compiuta sulla materia. Tra questi vi è senz’altro “L’energia nucleare – Costi e benefici di una tecnologia controversa” (Edizioni Il Mulino, pp. 152, € 9,80), di Luigi De Paoli professore di Economica dell’Energia e dell’Ambiente all’Università Bocconi di Milano.
Pur di provenienza bocconiana l’autore, di formazione, è però ingegnere nucleare, ragione che spiega perché il testo non si limita ad analizzare la questione sotto il profilo economico. Ampio spazio è dedicato alla trattazione dei principali problemi tecnici, con una notevole capacità di coniugare sintesi e correttezza scientifica. Anche perché non è certo facile, in così poche pagine, fornire in modo esauriente e corredato da dati, tutte le principali nozioni di base sull’energia nucleare, necessarie alla comprensione di una tecnologia che, oltre ad essere controversa, è estremamente complessa. O forse così controversa proprio perché molto complessa, come ha già avuto modo di scrivere Giovan Battista Zorzoli, altro grande esperto del tema. Molti dimenticano o non vogliono ricordare, del resto, che l’energia nucleare è nata sotto la cattiva stella dell’arma che può distruggere il mondo.
Il libro di De Paoli è uscito pochi giorni dopo il disastro nella centrale giapponese di Fukushima e da allora (non poteva essere diversamente), il dibattito si spostato sulla sicurezza e sugli effetti biologici della radioattività, dove quelli che erano vecchi timori sono ridiventati vive paure, sufficienti, da sole, a far pendere, la bilancia dalla parte dell’abrogazione di ogni futura possibilità di ricorrere all’energia da fonte nucleare.
De Paoli, da “tecnico”, non si limita ovviamente ai timori istintivi, ma, pur convinto dell’elevato livello di sicurezza raggiunto dai nuovi impianti nucleari, non manca di svolgere una serrata critica all’approccio probabilistico che si è affiancato alla tradizionale metodologia della “difesa in profondità” - elementi dove appunto vanno trovate le cause dell’incidente giapponese. L’autore si sofferma molto e si misura con il problema dell’accettabilità sociale, dimostrando attenzione e rispetto verso le motivazioni dell’opinione pubblica, che non può essere ignorata su questioni di questa portata. I fatti di questi ultimi giorni – uscita dal nucleare di Germania e Svizzera, proteste e malcontento diffusi altrove – sembrano dar ragione all’autore.
Nel caso dell’Italia, la situazione è anche più intricata, tanto che è sembrato, in più occasioni, che la produzione di energia nucleare più che un fine fosse un mezzo di distrazione di massa… Il modus operandi del governo intorno alla questione referendaria ne è stato quasi una certificazione. Anche se il quorum di ieri sera era già al 41% (risultato che fa ben sperare), non è quindi possibile escludere che di nucleare si torni a parlare. Avere perciò un volumetto del genere in casa non potrà che essere d’aiuto per evitare facili raggiri.
Antonio Sileo