Nel nuovo quadro finanziario dell’UE, la sfida climatica ed energetica
Crisi economica, crescita delle economie emergenti, una società sostenibile, un’economia efficiente, la lotta ai cambiamenti climatici, le sfide demografiche, la lotta alla povertà, le minacce delle calamità naturali, terrorismo e criminalità organizzata, sono le nuove sfide dell’Europa.
Alla plenaria del Parlamento Europeo di martedì 7 giugno si cercherà di dare una risposta a questi temi che la UE dovrà affrontare con il “Nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP)”. Il piano dovrà definire le priorità politiche del Parlamento dopo il 2013, sia in termini legislativi che di bilancio. Inoltre dovrà valutare le risorse finanziarie necessarie all’Unione Europea per conseguire i propri obiettivi e attuare le rispettive politiche nel periodo dal 1° gennaio 2014, stabilendo la durata del prossimo QFP.
Considerando che la strategia si basa su cinque obiettivi principali ossia promuovere l’occupazione, offrire migliori condizioni per l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo, raggiungere gli obiettivi in materia di cambiamento climatico ed energia, migliorare i livelli d’istruzione e promuovere l’integrazione sociale, in particolare tramite la riduzione della povertà, si ritiene che le sfide che si prospettano riguardino ambiti in cui l’Unione Europea può dimostrare il suo valore aggiunto.
La sfida climatica e la sfida delle risorse sono due elementi che i parlamentari tengono sotto stretto esame. Nel documento si esprime preoccupazione per il fatto che l’espansione della popolazione del pianeta da 6 a 9 miliardi di persone accentuerà la concorrenza mondiale per le risorse naturali ed eserciterà ulteriori pressioni sull’ambiente, sia a livello globale che locale. La domanda di prodotti alimentari aumenterà probabilmente del 70% entro il 2050, l’utilizzo e la gestione inefficaci e non sostenibili delle materie prime e dei prodotti di base espongono i cittadini a una concorrenza dannosa tra alimentazione, conservazione della natura e produzione energetica, nonché a costosi aumenti dei prezzi. Inoltre si richiama l’attenzione sul crescente consumo di energia a livello mondiale e sul fatto che la dipendenza dalle importazioni di energia è destinata a crescere, con l’importazione da parte dell’Unione, entro il 2050, di quasi due terzi del proprio fabbisogno, se le attuali politiche energetiche non verranno opportunamente modificate e se l’Unione e gli Stati membri non intensificheranno gli sforzi per sviluppare le proprie fonti energetiche e per realizzare il proprio potenziale di efficienza energetica.
La Ue è favorevole all’idea che la totalità dei finanziamenti dell’Unione debba comportare un miglioramento delle condizioni generali dell’ambiente in Europa grazie a una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Tutto si dovrà basare sulla gestione delle risorse naturali e sviluppo sostenibile. In primis: politica agricola comune, ambiente, cambiamento climatico, efficienza delle risorse, pesca ed energia. Nel documento preparatorio si chiede anche che la quota destinata all’energia nel prossimo QFP debba aumentare; che le tecnologie per le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e il risparmio energetico debbano rappresentare priorità chiave e ricevere un aumento adeguato dei finanziamenti dall’Unione.
Per il prossimo QFP il mix proposto è dunque: crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (Europa 2020); conoscenza per la crescita e l’occupazione; sviluppo sostenibile; coesione per la crescita e l’occupazione; cittadinanza, europa globale, governance finanziaria, amministrazione. Queste le sfide del futuro.
Francesca Fradelloni