Giovani Coldiretti: verso la “nuova” agricoltura
Agricoltura settore vecchio, avviato alla fine? Tutt’altro. Dall’assemblea degli imprenditori agricoli under 30 della Coldiretti escono invece tante buone notizie. La prima: nei prossimi dieci anni, il settore primario creerà 250.000 nuovi posti di lavoro. La seconda: la tendenza è già in atto. Come sottolinea Vittorio Sangiorgio, delegato nazionale di Giovani Impresa Coldiretti, l’occupazione nelle campagne è già in aumento: nel 2010 è cresciuta del 2%, proprio mentre l’industria subiva un crollo del 3% e in generale si assisteva a un meno 1%.
Gli occupati agricoli in Italia nel 2010 sono 891.000, dei quali 462.000 indipendenti (più 0,6 %) e 429.000 dipendenti (più 3,3 %). Secondo le analisi di Giovani Impresa Coldiretti, nelle imprese agricole a crescere sarà la domanda di figure con livelli di professionalità più elevati, con particolare riguardo a figure specializzate in grado di seguire lo sviluppo di specifiche coltivazioni, la conduzione di macchinari o la gestione di attività che oggi si sono integrate con quella agricola all’interno dell’azienda: dalla vendita diretta dei prodotti tipici alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.
Le difficoltà di reperimento di manodopera, spiegano da Coldiretti, si registrano infatti per figure professionali tradizionali, che vanno dal trattorista al taglialegna fino al potatore, ma anche per quelle innovative all’interno dell’impresa agricola come l’addetto alla vendita diretta di prodotti tipici, alla macellazione, alla vinificazione o alla produzione di yogurt e formaggi. Si tratta del risultato della profonda trasformazione che si é verificata nelle campagne negli ultimi anni: «Il nostro appuntamento – spiega Sangiorgio – precede la ricorrenza dei dieci anni dall’approvazione della legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta dalla Coldiretti che ha allargato i confini dell’attività agricola e ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali». Da lì, infatti, la possibilità per gli agricoltori di occuparsi della trasformazione di prodotti in azienda e della loro vendita diretta, fino alla gestione delle strade e del verde pubblico.
Le storie di giovani imprenditori di successo, capaci di coniugare creatività e innovazione sono già molte. Ne è un esempio lo stesso rappresentante nazionale. Sangiorgio 28 anni, salernitano, ha avviato un processo di riconversione dell’azienda di famiglia che l’ha portato ad offrire servizi come allestimenti floreali per eventi pubblici e privati ma anche a creare una divisione specializzata nel “verde tecnologico”, mettendosi al servizio della riqualificazione urbanistica. Oggi realizza anche tetti verdi, vere e proprie coperture fatte di piante, che migliorano l’efficienza energetica degli immobili e garantiscono un deflusso delle acque piovane, evitando l’allagamento delle strade. Ilse De Matteis, 25 anni, è invece la titolare di un agriturismo, La Villa, a pochi chilometri dal centro della città di L’Aquila. Il terremoto del 2009 ha gravemente danneggiato l’azienda, ma Ilse non si è persa d’animo e ha deciso di puntare su una nuova forma di ospitalità sociale, realizzando alloggi da destinare a turisti “speciali”: anziani che sceglieranno la campagna per permanenze medio-lunghe. Impegno sociale anche per Roberto Moncalvo, 30 anni di Settimo Torinese. Brillante laureato in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino, ha deciso di dare un calcio a un posto sicuro in un grande gruppo per tuffarsi nella sfida di riconvertire l’azienda agricola fondata dai bisnonni. Al posto dei cereali, pianta ortaggi e frutta, vara il biologico e, insieme alla sorella Daniela, 26 anni, laureanda in psicologia dell’educazione, crea una fattoria didattica e nuovi servizi, come la spesa a domicilio col progetto “SettimoMiglio”. Ma Moncalvo ospita anche in azienda un rifugiato politico somalo di 22 anni e un giovane disabile che aiuta nella raccolte delle fragole.
Sergio Gulinelli, 28 anni, di Corlo (Ferrara), ha avviato la sua impresa da due anni. Ventiquattro mesi che gli sono bastati per passare da una piccola azienda in affitto a una di trentasei ettari, tra frutta, ortaggi e la cura del verde pubblico. E ora Sergio ha deciso di ospitare in azienda tre dipendenti in cassa integrazione di una fabbrica vicina, che saranno formati come giovani imprenditori agricoli, restituendo la possibilità di una futura occupazione a chi l’aveva perduta. Davide Bortoluzzi, 25 anni da Belluno, era pronto, invece, a rilevare lo studio di geometra di famiglia, quando ha deciso che, a progetti e tavoli tecnici, preferiva piuttosto un gregge di cinquecento tra pecore, muli e cani da condurre in solitaria nei pascoli sulle Tre Cime di Lavaredo. Davide ha pensato bene anche di salvare dall’estinzione una particolare e apprezzata razza ovina, l’agnello di Alpagoto, affermandosi di fatto come “pastore professionista”.
Storie che fanno ben sperare per il futuro dei giovani in cerca di un lavoro verde in agricoltura, di cui si parlerà il 27 maggio, a Torino in occasione della tavola rotonda “Agrcoltura, cibo e paesaggio. Il nuovo contadino, l’industria alimentare e la tutela del paesaggio“del 1° Workshop Nazionale IMAGE (Incontri sul Management della Green Economy), ideato e curato da Greenews.info in collaborazione con .Eco.
Veronica Ulivieri