Esperimenti di ambientalismo universale a Milano
Un solo colore, nè rosso nè nero: i nuovi partiti ecologisti in Europa sono verdi – e basta. L’Italia, ancora ostaggio di una ideologizzazione troppo forte, che ha impedito al movimento ambientalista di affermarsi e di crescere, come è accaduto in altri Paesi, è invece ancora in ritardo.
Ma ora uno spiraglio che i temi universali dell’ambiente e della salute assumano, anche nel nostro Paese, una declinazione trasversale, arriva da Milano. Esperimento unico nello Stivale sono i 5 Referendum bipartisan, che si terranno insieme a quelli nazionali del 12-13 giugno e chiedono: meno traffico, meno auto, più trasporto pubblico, biciclette e rispetto del pedone; il raddoppio del verde e la limitazione del consumo di suolo agricolo; un parco nell’area dell’Expo 2015; una Milano più efficiente, più rinnovabile e meno petrolifera e fossile; una Milano città d’acqua, iniziando dai Navigli.
I 5 quesiti, promossi dall’attuale candidato della lista Milano Migliore, Edoardo Croci alcuni mesi fa, sono stati appoggiati da una componennete politica quantomai eterogenea, che nelle elezioni amministrative si trova divisa su quasi tutto, mentre ha trovato una convergenza proprio sui 5 SI referendari in tema di ambiente e salute, che serviranno forse a liberare i milanesi dalla rassegnazione che nulla possa cambiare.
“Sui temi ambientalisti serve trasversalità affinché i risultati siano efficaci”, spiega Enrico Fedrighini, candidato nella lista Verdi Ecologisti per Milano, chiamato da Legambiente a confrontarsi, mercoledì, con gli altri avversari-amici dell’ambiente. “Per la prima volta“, continua Fedrighini, ”una grande città verrà chiamata a decidere su un’idea complessiva, il popolo verrà chiamato a dire quale è la città che vorrebbe. E’ diventato un fatto civico. Anche in passato mi era sembrato naturale scegliere nell’interesse dei cittadini e sostenere la posizione sull’Ecopass scelto dalla Moratti, parte politica con riferimenti programmatici totalmenti opposti alla nostra, ma sul tema salute, vicina”.
Distensione e soddisfazione regnano, una volta tanto, su entrambi i fronti, in un clima di serena (quanto inconsueta) sportività pre-elettrorale. “Mi fa piacere che per la prima volta a Milano, tra i soggetti segnalati da Legambiente per le prossime elezioni comunali, figuri anche la mia presenza, – interviene Edoardo Croci, promotore della lista civica Progetto Milano Migliore, l’unica che si colloca nella coalizione di centro-destra. “E’ una ulteriore riprova del fatto che l’ambiente non ha colore e il nostro modo di intendere il miglioramento ambientale come fattore di sviluppo, e non di opposizione ideologica, rappresenta una novità importante. Auspico che in questa campagna elettorale si parli di più delle proposte concrete su questi temi”.
Ma cosa vuol dire, esattamente, lavorare a una città a misura d’ambiente? Per Carlo Montalbetti, candidato nel Nuovo Polo per Milano, “Il compito è riparare questa città. Come bisogna chiudere il buco nell’ozono così dobbiamo chiudere i buchi nelle politiche ambientali che riguardano Milano per renderla più vivibile, per i nostri figli e nipoti. E i 5 referendum vanno proprio in questa direzione”. Temi unitari dunque, che secondo Montalbetti “si sostengono con una classe politica coraggiosa, con grandi investimenti e interventi sul territorio, con il metodo del bastone e la carota, cioè con forme premiali e sanzioni. Per esempio non si capisce perché non c’è in Italia la tariffa che premia chi fa la raccolta differenziata, chi differenzia di più. Questo è un tema che riguarda tutti, non dovrebbe essere prerogativa di uno schieramento politico. Una politica ambientale vuol dire 50 mila nuovi posti di lavoro, meno smog, meno combustibile per il riscaldamento, più interventi di efficienza energetica e più risparmio per i cittadini, non è nell’interesse di tutti?”. “La politica green dev’essere la politica del buon senso”, dice Montalbetti. “Possono diventare di destra e di sinistra alcune politiche, per esempio chi pensa solo al blocco del traffico e non pensa a una politica di mobilità pubblica, chi prevede una tassa di ingresso, ma non supporta la mobilità elettrica, ma i referendum sono stati firmati da 25 mila cittadini senza il supporto dei partiti”.
La trasformazione ecologica della città è quindi partita ed è una priorità assoluta, per tutti. “Il tema dell’ambiente - sostiene Marco Cappato, candidato nella lista Bonino Pannella – è un fatto oggettivo. Noi Radicali già venti anni fa, con il referendum contro il nucleare, avevamo portato avanti con posizioni unitarie un argomento comune a tutti. In Italia è difficile però farlo capire perché non c’è democrazia, non c’è grande dibattito sui temi, comandano la rissa e le fazioni e lo scopo passa in secondo piano. La trasformazione ecologica della città rimane comunque una priorità assoluta e i referendum mirano a quello. Ora bisogna solo inculcare questo metodo politico ai partiti, bisogna assicurare la partecipazione, la risorsa dell’opinione pubblica è l’unica energia rinnovabile che può consentirci di realizzarla”.
Unità dunque per la salute e il benessere della cittadinanza. Una formula vincente, che ha visto in Europa la trasformazione dei Verdi (Les Verts, Die Grünen, The Greens) in movimenti di massa post-ideologici e trasversali alla società. Un fenomeno indubbiamente nuovo ed epocale, che ha consentito ai Verdi in Germania di diventare una forza politica popolare, in grado di attrarre consensi sia nei bacini conservatori che in quelli di sinistra. Quello che sta tentando di fare a livello nazionale, sotto la guida di Angelo Bonelli, il rinato partito dei Verdi italiani, che il 21 e 22 maggio aprirà a Roma la Costituente Ecologista nazionale, un cammino verso la definizione di una nuova identità “universale”.
Francesca Fradelloni