Cosmoprof 2011: la crescita della cosmesi naturale
Gli ingredienti ci sono tutti, e pare proprio che l’incantesimo del Cosmoprof, la fiera della cosmesi in corso a Bologna dal 18 al 21 marzo, sappia esorcizzare anche la crisi economica.
Tante le novità dei circa 2.300 espositori dell’edizione 2011, una partecipazione cresciuta del due per cento rispetto allo scorso anno e con presenze da ogni angolo del globo. Guardando solo al Bel paese, per Unipro, l’associazione italiana delle imprese cosmetiche, nell’ultimo anno il consumo di prodotti di bellezza ha registrato un timido incremento (+1 per cento, pari a oltre 9 milioni di euro). In decisa ripresa i fatturati delle imprese con un +4,7 per cento, grazie soprattutto alle esportazioni, cresciute del 15% (oltre 2 milioni trecentomila euro in cifra assoluta).
E non è un caso se un intero padiglione del Cosmoprof è stato dedicato alla bio-cosmesi: il salone registra infatti un incremento della domanda di prodotti naturali e dalla filiera certificata. Secondo una ricerca di Organic monitor, istituto di ricerca londinese specializzato in prodotti biologici, il 45% della clientela consuma cosmetici naturali, per un giro d’affari che in Europa supera i due miliardi di euro.
La tendenza in atto nel mercato della cosmetica è una ricerca di bellezza coniugata a etica nei comportamenti. E la scelta cade quindi su prodotti naturali, ovvero di origine vegetale – preferibili per la maggiore tollerabilità per la pelle – e biologici, derivanti da piante coltivate biologicamente, senza pesticidi sintetici o fertilizzanti. Molti di questi prodotti vantano inoltre di non essere testati su animali, e sono eco-friendly sia per il processo produttivo che per il confezionamento. Il tutto garantito da appositi enti certificatori.
Ecco allora che imparare a leggere le etichette diventa fondamentale per una scelta consapevole: “E’ importante saper scegliere il cosmetico più giusto per sé – spiega Antonio Zani, dell’ufficio comunicazione dell’Azienda usl di Bologna. – Perchè esattamente come accade per il cibo o per i farmaci, a fronte di prodotti che vanno bene per tutti, un individuo potrebbe avere allergie particolari a una certa sostanza”. Al fine si sensibilizzare i cittadini è stata decisa la presenza in fiera dello stand della campagna Cosmesicura dell’Ausl, nata su input del Ministero della Salute.
Chi si occupa invece della salute del pianeta sono i produttori di packaging ecocompatibile, come la tedesca Procos che da anni produce ogni tipo di carta con certificazione Fsc (Forest stewardship council) di derivazione da alberi di foreste controllate. Le confezioni hanno inoltre una plastificazione biodegradabile e sono stampate con inchiostro di soya. La novità esposta a Bologna è la “carta mela”, una busta di carta rigida ricavata dagli scarti delle mele spremute per i succhi di frutta.
Diversi i marchi di certificazione che spuntano sui cosmetici: per citarne alcuni, l’ Istituto per la certificazione etica e ambientale che vanta 1.400 aziende aderenti e oltre 24 mila prodotti testati, e l’italiana BioAgriCert che tra alimentare e cosmesi arriva alle diecimila aziende clienti, certificate con vari standard internazionali.
Ma quanto costa produrre in modalità ecocompatibile? “Andiamo dal 10 al 20% in più rispetto al packaging normale” dichiarano da Procos. E il costo finale per il consumatore quanto lievita? Difficile qui avere una stima univoca, troppe le differenze, legate non solo alle caratteristiche del prodotto ma anche al canale distributivo. E molte aziende sfruttano il canale che ritengono più conveniente, affidando ciascun tipo di prodotto a circuiti diversi tra farmacie, erboristerie, centri estetici, ipermercati, e-commerce o al “porta a porta”.
Di biologia cosmetica, farmacologia e tossicologia, fino al marketing cosmetico, si occupano intanto anche le università, dalla Cattolica di Roma, a quelle di Genova e Salerno, con corsi di laurea, dottorati e master.
La nuova frontiera della vanità in chiave green è già una realtà forte: riuscirà a creare nuove figure professionali dando impulso a un’economia più virtuosa e rispettosa dell’ambiente? La risposta al prossimo Cosmoprof.
C. G.