ToBEeco 2011: i vincitori e la selezione di Greenews.info
Ricrea, Riluci, Alicucio, Made in Langa…già dai nomi di alcuni dei partecipanti all’edizione 2011 di toBEeco erano evidenti le mission intorno alle quali si sarebbero sviluppati i principali progetti: recupero della materia, recupero dell’artiginalità, recupero del legame territoriale. Tre assi programmatici che rispecchiano le più interessanti tendenze contemporanee dell’ecodesign e che hanno trovato un’espressione di ottimo livello nella seconda edizione del concorso, lanciato nel 2010 dalla fiera Expocasa di Torino.
Sarà stata la differente provenienza geografica dei 30 designers partecipanti, o la crescente notorietà di questo piccolo (ma curioso) concorso: fatto sta che più di qualcuno dei 52.000 visitatori (in particolare dei visitatori fuori-regione), la fiera di quest’anno li deve anche all’oasi verde del Padiglione 2 che, a partire dall’allestimento in greenpallet e tubi inncoenti, si è dimostrata qualitativamente superiore, più curata e più attrattiva, anche nei confronti di un pubblico che risiede al di là delle “colonne d’Ercole” del Monferrato.
Dopo 10 giorni di passione (nel senso biblico), in cui i giovani designers – ottimi promotori di sè stessi - si sono impegnati a raccontarsi, a fare networking, ma soprattutto a vendere, si è giunti, sabato, all’attesa premiazione dei tre vincitori che, a detta della giuria, hanno saputo meglio interpretare il tema della cucina e le 3 ECO del concorso.
Per l’ECOnomia del processo è stato premiato Paluc, un progetto a marchio Madeinlanga di Officine Catena (Cesare Catena e Luca Toppino) che riutilizza pali da vigna per creare lampade o preziosi portabottiglie. Per l’ECOlogia di processo, ovvero il riuso del materiale, si è distinta invece Giravotaefirrìa di Alicucio (Arcangelo Favata e Maria Elena Gemmellaro), un’espressione siciliana impronunciabile che nasconde, nel nome, il concept di una seduta polifunzionale da cui, ribaltando lo schienale, si ottiene un tavolino con annesso cassetto. Per l’ECOmulti-funzionalità di prodotto e l’innovazione tecnologica il riconoscimento è andato invece a Atelier Studio (Federica Rastelli Architetto), che ha presentato Bin-Bag, una borsa realizzata al 100% in tessuto ottenuto da materiale riciclato (servono 6 bottiglie di PET per una borsa) e riciclabile; divisa in scomparti per dividere la spesa – con lista promemoria incorporata – dopo aver consumato i prodotti la sporta si adatta perfettamente al trasporto di rifiuti differenziati (carta, plastica, pile etc).
Bravi! Li avremmo scelti anche noi. Ma insieme ad almeno altri tre progetti che, come di consueto, la nostra redazione ha individuato come co-vincitori morali – al pari degli altri seppur, ahimé, senza i 500 euro dell’assegno in tasca.
Partiamo da Push the Bottom, una simpatica e colorata invenzione per trasformare la raccolta differenziata in un gioco salva-spazio e salva-fatica. Push the Bottom è infatti una seduta, disegnata da Riccardo Vicentini per Ardes Progetti, che consente di alzare un mantice a soffietto, inserire il rifiuto desiderato (bottiglie di plastica, lattine o tetrapak), posarvi comodamente sopra il proprio peso e raccogliere poi, nel cassetto corrispondente, quanto schiacciato e ridotto a un volume più facilmente trasportabile nella raccolta differenziata. Il cuscino e il mantice sono in gomma riciclata proveniente da pneumatici esausti rigenerati, mentre la struttura centrale e i contenitori sono realizzati in ABS riciclato. Buon divertimento!
il team di Ricrea, di Cristina Merlo, ha esposto invece diversi prodotti di design accomunati dal riutilizzo di materiali di scarto delle lavorazioni industriali. Nella serie Ludika, ad esempio, si possono trovare delle bellissime sedute realizzate con il materiale idrorepellente e ignifugo usato per i gommoni, oppure con gli interminabili rotoli di lattice in cui vengono tagliate le forme delle suole per le scarpe. Bisogna farci un attimo l’occhio, ma guardando da vicino si scopre la genialità della trovata. Botanika è, al contrario, la serie che vede i Sakkorto in TNT di varia derivazione tagliati come morbidi “vasi” portafiori e piante, adatti agli interni o agli esterni. Ogni sakko viene venduto con una miscela equilibrata di terriccio, torba, terra di lombrico e feltro tritato (studiato per questo tipo di coltura), da sistemare sul fondo delle sacche come umettante che eviti i ristagni d’acqua.
Dulcis in fundo Mösign Studio, il nostro conflitto d’interessi preferito. Un rapporto professionale e d’amicizia nato un anno fa, proprio a seguito della prima edizione di toBEeco, alla quale dobbiamo la scoperta di due creativi come Gilberto Pescatore e Diego Marinelli, che anche quest’anno sono stati capaci di stupire con una nuova serie di prodotti, sul tema della cucina, frutto di una felice armonia tra semplicità, genialità e estetica. I Gomma-frutta sono copertoni recuperati da auto e motociclette, tagliati, sterilizzati al vapore e vernicicati internamente con una pittura all’acqua siliconata che ne mantiene la flessibilità pur reggendo la frutta in esposizione. Stappa-sicura sono invece apribottiglie da birra derivati dalle cinture di sicurezza (tema caro a Mösign, per chi ricordi Tura), mentre il sottopentola Leonardo è un tributo al grande maestro Da Vinci, inventore della catena a trazione che, recuperata dalle biciclette in disuso e intervallata da tasselli di legno per non graffiare il piano cottura, diventa un eccentrico quanto ecologico sottopentola.
Vedere per credere. Il prossimo appuntamento è per il 3 marzo 2012!
Andrea Gandiglio