Ecobuild, secondo giorno: gli altri non stanno a guardare
L’Italia, come dicevamo ieri, s’è sicuramente desta e lo sta dimostrando, con una nutrita e agguerrita rappresentanza di aziende, in questa edizione di Ecobuild 2011. Ma è bene non sedersi sugli allori, perché gli altri paesi non stanno certo a guardare e se ci si sposta dalla manica sud alla nord del centro Excel, dedicata alle rinnovabili, la presenza italiana è, purtroppo, pressoché inesistente.
Qui la partita si gioca tra i colossi mondiali del fotovoltaico (quasi tutti tedeschi, americani o asiatici) che, sull’onda del nuovo ”Conto Energia” varato dal governo inglese, fanno a gara per avere lo stand più grande e originale possibile: Hyundai, Sharp, Suntech, Schüco, Canadian Solar, Solar World (che espone alle pareti un sorridente Jr. – l’attore di “Dallas” Larry Hagman – come un petroliere apostata in cappello texano, folgorato sulla via delle rinnovabili). Ma i giganti tra i grandi, che svettano su tutto e tutti sono Arcelor Mittal, il gruppo del magnate indiano Lakshmi Mittal, che fornirà tutto l’acciaio per le Olimpiadi di Londra 2012, e Saint-Gobain, il leader francese del vetro, giunto ormai a un catalogo di prodotti e “soluzioni per l’habitat del futuro” che vanno ben al di là dei vetri a bassa trasmittanza per il risparmio energetico.
Per questo è comunque elemento di orgoglio trovare, anche a queste latitudini della fiera, i Davide italiani che, incuranti dei Golia mondiali proseguono il loro percorso di sviluppo. Come la piccola Energica Srl, nello stand Piemonte Agency del Centro Estero per l’Internazionalizzazione, che rivendica la produzione di pannelli fotovoltaici Made in Italy (o meglio Made in Cavour, come ci tengono a sottolinare, facendo riferimento non al citatissimo statista, ma all’omonimo paesino piemontese): una rarità assoluta non solo in Italia che, come noto, pur avendo il conto energia più generoso del mondo può contare su una decina di produttori nazionali al massimo, ma addirittura in Europa, se si tiene conto che quasi tutti i moduli fotovoltaici tedeschi sono prodotti in Cina.
A pochi passi si trova invece IES, creatore inglese di uno dei migliori software al mondo per i progettisti di green building, con cui l’italiana E++, che si occupa di tecnologie rinnovabili dal 1925, ha stretto un accordo di distribuzione in esclusiva per l’Italia. IES Virtual Environment, ci spiega il giovane architetto Alberto Altavilla, consulente nel risparmio energetico, è un software che consente la modellazione energetica per il conseguimento della certificazione LEED , lo standard giunto in Italia dagli Stati Uniti grazie alla tenacia di un altro gruppo di imprenditori e progettisti trentini, confluiti nell’attivissimo Green Building Council Italia. Se è vero che, come sostiene Mario Cucinella, una buona progettazione conta per il 36% nel risparmio di emissioni climalternati, si può ben capire l’importanza di strumenti di ausilio al lavoro intellettuale degli architetti nella prospettiva del raggiungimento dei noti obiettivi europei del “20-20-20″.
Ma al di là di quanto si possa vedere negli stand, oggi Ecobuild chiuderà l’edizione 2011 con una terza giornata ricchissima di incontri e seminari, che spaziano dall’interior design promosso dalla SBID, la Società degli Interior Designers Britannici, presideuta dalla filo-italiana Vanessa Brady (ospite fissa della Camera di Commercio Italiana in UK), ai grandi temi planetari (e umanitari) affidati a nomi di grande richiamo come Bianca Jagger, l’attivista ex moglie del cantante dei Rolling Stones. Una cosa è comunque certa: Ecobuild ha già dimostrato a tutti i partecipanti di questa prima edizione “allargata” che ha tutti i requisiti per diventare la più importante fiere del settore in Europa. L’appuntamento è dunque per il 22 marzo 2012.
Andrea Gandiglio