Ecobuild 2011, primo giorno: l’Italia s’è desta
“La riduzione di emissioni CO2 nel nostro lavoro di architetti deriva al 17% dalla tecnologia e al 36% da un’attenta progettazione. Non sarà dunque la tecnologia a risolvere la questione energetica, ma l’intelletto“.
E’ Mario Cucinella, l’architetto bolognese inventore della Casa 100k (economica, bella e sostenibile), ad aprire con questa visione, quasi rinascimentale, la conferenza stampa organizzata dalla Camera di Commercio Italiana per il Regno Unito all’Ecobuild di Londra, la più importante fiera europea per l’edilizia sostenibile e le energie rinnovabili.
Per Cucinella l’architetto ha infatti oggi la responsabilità di guidare la cosiddetta green revolution verso la sostenibilità ambientale delle città e degli edifici che, per loro natura, ammette, sono “un paradosso ecologico“, ovvero un’inevitabile quanto necessaria forzatura sulla natura e il paesaggio, per consentire l’abitare umano. Ciò che conta è che quest’azione trasformatrice sia fatta in maniera intelligente, contestualizzando le costruzioni e ricorrendo alle soluzioni e ai materiali più adatti.
E qui viene il ruolo delle imprese, a cui spetta fornire, appunto, soluzioni e materiali che consentano all’architetto di concretizzare i progetti di sostenibilità ambientale. Girando per Ecobuild le proposte non sembrano certo mancare, visto che le sole aziende italiane partecipanti all’evento sono passate da 16 a più di 100, consentendo al Padiglione Italiano di diventare la più nutrita rappresentanza straniera, come ci racconta il padrone di casa Leonardo Simonelli Santi, presidente della ICCIUK.
Una presenza significativa che, in tempi di crisi, trasmette positività e sembra veder riaffiorare il tenace genio italico, apparentemente fiaccato dalla delirante stuazione politica nazionale, estranea ai problemi concreti del paese, ma che proprio in questi momenti è capace di dare il meglio di sè, guardando al futuro e alle opportunità di business che si aprono sui mercati esteri. “Questa è ormai una fiera di successo” spiega Simonelli, “che tocca un argomento essenziale, quello della sostenibilità, dove l’Italia può fare la sua parte, sia per tradizione che per necessità“.
Già, perché se è vero che la necessità aguzza l’ingegno, senza know-how, esperienza e tradizione difficilmente ci si può improvvisare e competere sui mercati internazionali. Per questo il mantra di tutti gli ospiti d’onore che incontriamo nel Padiglione è: qualità ed eccellenza. E’questa la chiave del successo per le nostre imprese, quali che siano le dimensioni, PMI a conduzione famigliare o grandi aziende.
Ne è convinto anche l’ex Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, presente nella veste di presidente della Fondazione Univerde, che, al di là di ogni polemica politica, ricorda come nel nostro paese serva una rivoluzione culturale che liberi finalmente dal pregiudizio di una contrapposizione frontale tra ambientalismo e imprenditoria, per non ingabbiare quelle forze positive che già sono all’opera. “Nonostante la situazione di collasso politico del nostro paese il sistema economico si sta muovendo in piena autonomia, lavorando già in una dimensione europea, che non riguarda solo gli architetti e la progettazione, ma anche la manovalanza e la carpenteria, di cui è ricca la nostra storia. In questo frangente la caratteristica un po’ anarchica dell’Italia aiuta, perchè è il paese è abituato ad andare avanti nelle proprie iniziative, a prescindere dai governi in carica“.
Lo si vede anche qui in fiera, dove a pochi passi dallo stand della Camera di Commercio, svetta la main attraction, il Water Nest, uno spazio tra il sostenibile e lo zen – costruito in soli tre giorni – che si può leggere prorpio come simbolo di un’imprenditoria (in questo caso quella veneta) che, anche sul tema della sostenibilità, non si perde troppo in chiacchiere, ma fa, sperimenta e produce.
E’ di nuovo un architetto, Carlo Beltramelli, a farci da guida al suo concept che, a pochi giorni dall’apertura di un altro importante appuntamento londinese, La Dolce Vita, cerca di fondere la sostenibilità con il wellness e il lusso accessibile, per cavalcare - in nome della buona causa di riduzione dell’impatto ambientale - il cavallo vincente del fashion e del lifestyle italiani, tanto apprezzati all’estero, tra vasi in “legno liquido“, mosaici in vetro riciclato e ceramiche realizzate con materiali di recupero. Solo un assaggio di cosa si può vedere lungo le corsie di Ecobuild, un gigantesco caleidoscopio che fa capire cosa potrebbero essere le nostre case e le città non domani, ma già oggi. Alla faccia di chi pensa che tutelare l’ambiente non possa produrre reddito.
Andrea Gandiglio