Agricoltori come difensori della biodiversità e del territorio
Il WWF sostiene la riforma ecologica della PAC proposta dal Commissario UE, Ciolos, adesso all’esame del Consiglio e Parlamento Europeo poiché prevede una sostanziale modifica del primo pilastro, superando i pagamenti diretti alle imprese agricole basati fino ad oggi sulla superficie dei terreni aziendali e sui pagamenti storici, introducendo nuovi criteri che privilegiano l’occupazione, il sostegno alle piccole aziende nelle aree svantaggiate ed un maggiore impegno per la tutela dell’ambiente e la conservazione della biodiversità.
La ‘chiave’ ecologica proposta dal Commissario Ciolos dovrebbe, secondo il WWF, essere sostenuta anche dal nostro Governo: la richiesta è stata avanzata in occasione del Forum sull’Agricoltura in corso oggi a Roma e promosso dal Ministro per l’Agricoltura Giancarlo Galan.
LA RIFORMA DELLA PAC
Il 18 novembre 2010 la Commissione Europea ha presentato la sua proposta di modifica della PAC (Politica Agricola Comune) post 2013, che disegna gli scenari per un’agricoltura europea più sostenibile per l’ambiente e per mantenere vitali le aree rurali dei 27 paesi membri.
Secondo la proposta Ciolos verrebbe rafforzato anche il secondo pilastro dedicato allo sviluppo rurale con un maggiore impegno per le sfide ambientali come l’adattamento ai cambiamenti climatici, lo sviluppo delle energie rinnovabili, la conservazione della biodiversità e la gestione sostenibile delle risorse idriche.
Tutti elementi condivisi a livello europeo da 8 tra le maggiori Associazioni ambientaliste ed Associazioni dell’agricoltura biologica, riunite dalla fine del 2010 in una grande coalizione (WWF, Birdlife Europa, EEB, IFOAM, PAN, Butterfly Conservation Europa, FoEE e EFNCP). Queste associazioni, che insieme rappresentano una parte rilevante della società civile europea, criticano infatti le attuali modalità di utilizzo delle risorse che l’Unione Europa destina all’agricoltura (41% del bilancio comunitario), ancora troppo sbilanciate verso i metodi di produzione ad alto impatto ambientale che favoriscono le grandi aziende e penalizzano i piccoli produttori che operano nelle aree più svantaggiate. Le Associazioni hanno già presentato le loro osservazioni e critiche alla proposta di riforma della PAC post 2013 che potrà essere considerata un passo in avanti importante solo se la tutela dell’ambiente entrerà come criterio prevalente anche nell’attribuzione dei pagamenti diretti alle aziende previsti con il primo pilastro.
AGRICOLTORI ‘CUSTODI’ DELLA BIODIVERSITA’
In particolare il WWF sostiene che la nuova PAC dovrebbe essere basata sul principio “i soldi pubblici per beni pubblici”, con il riconoscimento economico del lavoro che gli agricoltori svolgono per la conservazione della biodiversità e l’adattamento ai cambiamenti climatici nel territorio. Le aree rurali dei 27 paesi europei rischiano di soccombere davanti alla globalizzazione dei mercati agricoli, la nuova PAC dovrà giocare un ruolo chiave per mantenere la vitalità di territori spesso marginali dal punto di vista economico e sociale ma fondamentali per la conservazione della biodiversità e per il mantenimento dei servizi che gli ecosistemi forniscono per il benessere di tutti i cittadini europei. E’ necessario per questo, accanto ad una radicale riforma del primo pilastro, rafforzare il secondo pilastro con il sostegno prioritario alle misure per uno sviluppo rurale legato alla tutela dell’ambiente. In particolare il WWF chiede un maggiore sostegno allo sviluppo della filiera del biologico ed incentivi ai soli sistemi agricoli che assicurano il mantenimento delle aree agricole ad elevato valore naturale, con investimenti per arrestare l’abbandono delle zone rurali favorendo la filiera corta ed i mercati locali.
“E’ ormai chiaro che i 13 milioni di agricoltori nell’ Unione Europea non avranno la possibilità di rimanere in attività se dovranno produrre rispettando le regole imposte dal mercato mondiale – ha dichiarato Franco Ferroni, responsabile agricoltura del WWF Italia . Per il WWF l’unica prospettiva sostenibile economicamente per le aziende agricole europee è nella multifunzionalità dell’agricoltura, dove accanto alle produzioni di qualità si affiancano servizi per il mantenimento di beni pubblici, sia in campo ambientale che sociale. In futuro la PAC dovrà inoltre essere basata sempre di più sul principio “chi inquina paga”, penalizzando quei sistemi produttivi che compromettono risorse naturali d’interesse pubblico come il suolo e l’acqua potabile mettendo a rischio la salute dei cittadini. Restano infatti ancora senza soluzione gravi problemi ambientali legati a tecniche di produzione intensive con la diffusione dei pesticidi, l’inquinamento da nitrati e fosfati che causano la contaminazione delle acque potabili. La nuova PAC dovrà prevedere l’eliminazione progressiva dei sussidi a questi sistemi agricoli ad elevato impatto ambientale per favorire il mantenimento dei sistemi agricoli a basso impatto ambientale, associati alle aree agricole ad elevato valore naturale (aree HNV).