La guida all’auto ecologica di Roberto Rizzo
“Oggi guardando fuori dalla finestra di casa, in città o in campagna, l’auto rappresenta un elemento fondamentale del panorama che abbiamo di fronte“. Ma cosa vedevano i nostri bisnonni, da quella stessa finestra, un secolo fa?
Inizia con una retrospezione storica sulla mobilità e sulla nascita dell’automobile, dal “Carro di Cugnot“, l’avvincente e documentatissima “Guida all’auto ecologica. I prodotti di oggi e le idee per il futuro” (Edizioni Ambiente, 336 pp., 16 euro) di Roberto Rizzo, giornalista scientifico, già ricercatore in fisica al Cern di Ginevra e ora collaboratore, sui temi dell’energia, della trasmissione di Rai 3 Geo & Geo.
Partendo dai problemi fondamentali – l’industria automobilistica come traino dell’economia, il rapporto tra utilizzo dell’auto e salute e il cosiddetto “picco del petrolio” (introdotto nella prefazione da Ugo Bardi, Presidente di ASPO Italia) - Rizzo analizza, con ricchezza di dati aggiornati e verve giornalistica, i pro e i contro delle opzioni che si affacciano oggi sul mercato e che potrebbero garantire il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020: auto elettrica e ibrida, biocombustibili, (bio)metano e la promessa futura dell’idrogeno.
Il libro, corredato da una sezione fotografica, da 25 schede di auto ecologiche in produzione e da un utile glossario è inoltre ricco di curiosi aneddoti che, senza cedere al gusto della dietrologia e della teoria del complotto, aprono interrogrativi illuminanti (e talvolta preoccupanti): sapevate che i principali “sponsor” della ricerca sull’idrogeno sono le compagnie petrolifere? E che le prime sperimentazioni sui carburanti alternativi sono sempre avvenute nei periodi di dittatura? Almeno in Italia, Germania e Brasile.
Ma il libro pone anche un altro e più urgente interrogativo: in vista di un imminente boom demografico terrestre è possibile proseguire con l’attuale modello di sviluppo della mobilità – sostituendo unicamente le modalità di alimentazione delle auto – o non è forse il caso di ripensare l’intera mobilità, alla luce di una nuova concezione urbanistica della città che tenga conto delle improrogabili esigenze ambientali?
Il finale, che per omaggio alla ciclicità si intitola “Una finestra sul futuro“, assume un tono quasi lirico: “le strade e le piazze – immagina Rizzo - torneranno a essere occupate da persone che passeggiano, vanno a fare la spesa nei negozi sotto casa, ragazzi che vanno a scuola a piedi. Si uscirà di casa per andare in piazza a chiacchierare. I bambini torneranno a giocare nei giardini, negli ampi marciapiedi delle strade e nelle strade stesse, che saranno chiuse al traffico e trasformate in vaste aree pedonali.”
E tutto intorno solo colonnine di ricarica delle auto elettriche, alimentate con impianti solari integrati nelle pensiline dei parcheggi, dedicati al car sharing. E stazioni del bike sharing, grazie alle quali raggiungere, in meno di 5 minuti, qualsiasi punto del quartiere. Speriamo, speriamo…
Andrea Gandiglio