Il quarto rapporto Euromobility sulla mobilità sostenibile
E’ Venezia la città più “eco-mobile” d’Italia. La città veneta, sesta lo scorso anno, si aggiudica così il trofeo italiano della mobilità sostenibile, scalzando Bologna dal primo posto, seguita da Parma e Torino, che passa dalla tredicesima alla terza posizione.
La classifica emerge dalla quarta edizione del rapporto “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle 50 principali città“, elaborato da Euromobility con il contributo di Assogasliquidi e Consorzio Ecogas e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente.
Nella “top ten”, che vede sul podio tutte città del centro-nord, ci sono anche Firenze che perde sette posizioni, Brescia che ne guadagna dieci, Bergamo, Reggio Emilia e Ferrara, oltre Bologna che perde però 5 posizioni. Al quattordicesimo posto, ma in discesa, arriva Bari che si conferma prima città del sud. Fanalini di coda nella classifica della mobilità sostenibile, Siracusa e Sassari; mentre L’Aquila non è stata classificata.
“Nonostante la crisi economica, i consumi globali di energia continuano ad aumentare – commenta Corrado Clini, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente, nella premessa della ricerca – sostenuti da un uso crescente dei combustibili fossili che, a loro volta, trascinano le emissioni globali di CO2 verso livelli insostenibili per la sicurezza del clima. Secondo il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici, le emissioni globali dovrebbero essere ridotte di almeno il 50% entro i prossimi 30 anni, mentre il trend attuale fa prevedere una crescita di oltre il 60%”.
Ai trasporti su strada sono da attribuire circa un quinto delle emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane ( l’ Italia detiene il primato mondiale di auto pro capite) e questo rende indispensabile pensare a interventi sulla mobilità, che dovranno interessare sia il potenziamento delle infrastrutture, soprattutto ferroviarie, sia l’adozione di nuove tecnologie per ridurre le emissioni delle auto. Ma soprattutto misure concrete per migliorare la mobilità urbana.
“Un ruolo di primo piano – continua Clini - assumono le città, che costituiscono il primo punto di contatto tra il cittadino e la pubblica amministrazione e svolgono un ruolo cruciale nelle attività di informazione e di promozione di nuove forme di mobilità, di utilizzo di fonti rinnovabili e di miglioramento dell’efficienza energetica”. Da questa convinzione nasce il rapporto di Euromobility.
Le 50 città monitorate sono tutti i capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti. Gli indicatori di cui si è tenuto conto per stilare la classifica sono stati in particolare le innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (Car Sharing, Bike Sharing, mobility manager pubblici, ecc) e la loro efficacia; la presenza di auto di nuova generazione (Euro 5) e l’incremento delle auto alimentate a combustibili alternativi (Gpl, metano); l’offerta di trasporto pubblico, le politiche per la ciclabilità, l’ adozione di strumenti di gestione e di pianificazione del traffico.
“I dati che emergono dalla ricerca -ha commentato Arcangelo Merella, Presidente di Euromobility – ci offrono alcune interessanti indicazioni. Diminuiscono le auto di proprietà, si conferma la crescita delle auto alimentate a GPL e Metano, complice anche il caro-carburanti che rende i veicoli a gas sempre più convenienti per i cittadini, ed è confermata la tendenza allo svecchiamento del parco circolante malgrado sia ancora evidente il divario tra il Centro-Nord e il Sud del Paese. I servizi innovativi quali Bike Sharing e Car Sharing, pur essendo molto apprezzati, sono ancora poco conosciuti e rappresentano per i gestori e le Amministrazioni un costo ancora troppo elevato”.
Venezia vince dunque grazie a un trasporto pubblico che funziona, a importanti innovazioni nella gestione della mobilità, come il Car Sharing e il Bike Sharing, ad una riduzione dell’indice di motorizzazione e ad un significativo aumento delle automobili a gas. Torino è invece terza per incremento delle auto a gas, prima per presenza di auto Euro V e per offerta di Car Sharing, seconda per il servizio di Bike Sharing, avviato nel 2010.
A livello nazionale, il Bike Sharing, dopo il boom del 2009, fa registrare un incremento sia degli utenti (+51%) sia delle biciclette (+12%). Sono 16 in tutto le città che hanno adottato il sistema elettronico con tessera magnetica. Milano si conferma la città più coraggiosa con le sue 1.400 biciclette condivise dislocate in 100 punti di prelievo e una media di 3.500 prelievi giornalieri, segue Torino con 300 biciclette e ben 4.200 utenti e Roma con sole 150 biciclette per 16.800 utenti. Il servizio è stato inoltre introdotto dai Comuni di Cagliari e Venezia.
Il Car Sharing, l’auto condivisa, vive invece un momento di stallo. Dopo il trend positivo degli ultimi anni il servizio registra infatti una diminuzione delle auto in flotta (-3,6%) determinata sia dalla revisione del servizio milanese che passa da 133 a 86 automobili, sia dal caso di Modena che ha addirittura cessato il servizio. Le città che possono contare sulla flotta maggiore di auto condivise sono Torino (113) e Roma, che passa da 41 a 105 auto. Sul fronte degli utenti si registra soltanto un incremento dello 0,7%: è Venezia la città con più utenti (3.300), seguita da Milano (2.885, che però perde utenti rispetto al 2009, anno in cui erano 4.097 gli abbonati) e Torino con 2.390.
Il tasso di motorizzazione, finalmente, dopo anni di inarrestabile incremento, cala a 60,78 automobili ogni 100 abitanti, comunque lontano dalla media europea di 46 veicoli ogni 100 abitanti. La città con più auto si confermano Latina con 72.3 auto ogni 100 abitanti, seguono L’Aquila e Catania. Le città più virtuose sono Venezia (41.1), e Genova (46.7). Napoli si conferma in testa alla classifica negativa delle auto più inquinanti (Euro 0) con più del 30% in circolazione, seguita da Catania. Aumentano le auto Euro IV ed Euro V: Torino è la città con più veicoli Euro V (2,6%).
Vertiginoso incremento delle auto a GPL e Metano, che a Bologna, Torino, Reggio Emilia, Modena, Rimini e Venezia aumentano di oltre il 2%. Ravenna e Ferrara si confermano in testa alla classifica per presenza di auto a gas. Fanalini di coda in questa classifica si confermano Trieste, Aosta e Udine con percentuali inferiori al 2%.
Buone notizie – a quanto pare – per la qualità dell’aria. Infatti, per quanto riguarda il PM10 tutte le città sembrerebbero aver registrato una diminuzione dei valori, sia della media annuale sia dei giorni di superamento. Il condizionale resta tuttavia d’obbligo vista la defezione dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea. La migliore qualità dell’aria è comunque a Bolzano; la peggiore resta Siracusa.
Nonostante le molte sperimentazioni, persiste ancora una visione limitata del mobility management, rispetto alle esperienze maturate in ambito europeo. In Italia sono solo 41 le città che hanno nominato il mobility manager: 35 Uffici a livello Comunale, 5 Uffici a livello Provinciale e solo uno di Area Industriale. In particolare si nota una difficoltà nel percepire il mobility management come la vera regia dei nuovi servizi per la mobilità sostenibile, nonché delle iniziative di comunicazione per un cambiamento degli atteggiamenti e dei comportamenti dei cittadini.
Secondo la ricetta del Direttore del Ministero, Corrado Clini, invece “le città possono e devono divenire un laboratorio dove declinare le nuove formule di mobilità sostenibile con la diffusione di veicoli a basso impatto e l’utilizzo di nuovi carburanti e attraverso forme di mobilità alternativa, l’adozione di nuove tecnologie per il traffico, l’efficienza del trasporto pubblico”.
Alfonsa Sabatino