Buona CO2 a tutti!
Qual è l’impatto in termini di CO2 del cenone di capodanno? Tra i preparativi per San Silvestro, abbiamo voluto provare a valutare l’anidride carbonica di cui saremo responsabili questa sera.
Chiaramente per ridurre l’impatto ambientale della nostra cena sarà meglio scegliere prodotti regionali; per alcuni prodotti invece è la modalità di coltivazione e l’uso di fertilizzanti e pesticidi a influire maggiormente sulla CO2 che totalizzeremo. Meglio ancora sarebbeevitare gli sprechi.
E le bollicine dello spumante? Quanta anidride carbonica è contenuta in una bottiglia? Sono solo 7 g. al litro, un’anidride carbonica “buona”, quella contenuta nella bottiglia. L’impatto dello spumante deriva però dalla produzione e dal trasporto delle 60 milioni di bottiglie pronte a essere stappate nel brindisi di mezzanotte . I rivali francesi del Comité Champagne, che riunisce tutti i viticoltori francesi dello champagne, ci hanno pensato e hanno deciso di ridurre le emissioni di CO2 della filiera di produzione dello champagne del 25% entro il 2020. Il primo passo è stato l’ideazione di un nuovo standard di bottiglia più leggera, che pesa 65 grammi in meno, permettendo di evitare l’emissione in atmosfera di ben 8.000 tonnellate di CO2, equivalenti alle emissioni annue di 4.000 automobili.
Gli alimenti che inquinano, però, sono altri: Coldiretti ha stilato una “lista nera” dei cibi che inquinano le feste: tra questi, le ciliegie occupano la seconda posizione, precedute solo dalle albicocche. Infatti nella stagione invernale le ciliegie arrivano dal Cile e percorrono circa 12.000 km prima di arrivare alle nostre tavole e sui nostri dolci natalizi. Ogni chilo di ciliegie provoca l’emissione di 21,6 chilogrammi di CO2.
Un altro sito web, CO2now ci aggiorna sul bilancio atmosferico al 2010 della CO2 che stiamo emettendo: la concentrazione di CO2 in atmosfera ammonta oggi a 388 ppm (parti per milione). Prima dell’epoca industriale la concentrazione di CO2 era di 285 ppm . Cosa significa? Che stiamo rischiando: se riusciremo a fermare l’aumento della CO2 a 450 ppm, avremo una probabilità del 50% di rimanere sotto il livello di aumento di temperatura di 2° centigradi. Come dire che se facciamo i bravi potremo tirare la monetina. Perciò molti studiosi, tra cui James Hansen, richiedono una riduzione della CO2 ancora più consistente, che ci porti a una stabilizzazione della concentrazione di CO2 a 350 ppm.
L’aumento di gas serra in atmosfera ha già delle conseguenze, tra cui l’aumento della temperatura media mondiale di circa 0.8° centigradi. Il livello di aumento della temperatura considerato socialmente accettabile e per evitare trasformazioni drastiche del clima è di 2° centigradi, ma il sito web Climate Tracker ci avverte che il mondo non sta viaggiando in linea con l’obiettivo: se ottimisticamente tutte le promesse politiche dei negoziati sul clima di Copenhagen e Cancun saranno mantenute, avremo un aumento della temperatura globale probabile di circa 3.2° centigradi, forse addirittura 4°. Senza Copenhagen e Cancun ci saremmo dovuti invece rassegnare a delle previsioni di aumento di +4-6.4°. Insomma, saremmo già fritti.
Per risolvere la questione dei cambiamenti climatici, non possiamo, in definitiva, illuderci che le nostre piccole attenzioni da sole bastino a risolvere la questione dei cambiamenti climatici. Dobbiamo sperare che le negoziazioni del 2011 ci portino un nuovo accordo sul clima.
Veronica Caciagli