Nuove regole per l’Emission Trading Scheme
Il 15 dicembre la Climate Change Committee, la Commissione sui Cambiamenti Climatici della Commissione Europea, ha approvato la proposta riguardante le nuove regole per l’allocazione dei crediti di CO2 alle aziende europee soggette alla Direttiva sull’Emission Trading (EU ETS). Il processo per arrivare a questa proposta è stato lungo e complesso: la Commissione descrive il lavoro di consultazione svolto come “senza precedenti”, con oltre 100 incontri bilaterali e la consultazione di una moltitudine di stakeholder, tra cui tutte le associazioni dei settori direttamente coinvolti nell’European Emission Trading, esperti degli Stati membri, studiosi del mondo accademico, organizzazioni non governative. La Commissione ha documentando sul proprio sito web il lavoro dei gruppi di lavoro e la consultazione degli esperti del settore.
La posta in gioco è infatti molto alta: queste nuove regole avranno delle implicazioni finanziarie dirette per le industrie, poiché i crediti ci CO2 che non saranno rilasciati in maniera gratuita dovranno essere acquistati sul mercato. Nella fase III dell’European Emission Trading Scheme, che copre il periodo 2013-2020, viene introdotto un approccio diverso alle allocazioni dei crediti di CO2 tra le aziende europee: innanzitutto, il processo di conferimento sarà armonizzato, in modo che non ci siano disuguaglianze nelle regole di assegnazione che potrebbero distorcere la concorrenza tra aziende europee. Ma la grande novità riguarda la regola generale di assegnazione dei crediti.
Il nuovo meccanismo prevede un assegnazione dei crediti a pagamento tramite aste pubbliche per il settore energetico, mentre per gli altri ci sarà un sistema transitorio di assegnazione gratuita basato su un valore di riferimento, il benchmark di settore. I benchmark sono calcolati sulla base dell’intensità di gas serra espressi in tonnellate di CO2 equivalente per unità di prodotto, basandosi sulla performance media delle installazioni appartenenti al 10% più efficiente o sulla cosiddetta BAT, Best Available Technology. In questo modo il valore delle assegnazioni sarà basato sulle industrie più virtuose e meno inquinanti.
In pratica, le allocazioni rilasciate a ogni installazione coperta dall’Emission Trading Scheme saranno calcolate moltiplicando un valore di riferimento, il benchmark, per il dato della produzione storica dell’impianto. Sono stati previsti 53 benchmark di prodotto, che coprono il 75% delle emissioni coperte dall’Emission Trading Europeo. Se un’installazione produce anche prodotti non coperti da un benchmark di prodotto, saranno allocati dei crediti aggiuntivi sulla base dell’energia termica utilizzata o del combustibile utilizzato (approccio fallback). Per queste istallazioni sarà anche possibile avere dei crediti per le emissioni non collegate all’uso di energia, chiamate “emissioni di processo”. Questo perché le emissioni di processo sono incluse nel benchmark, mentre non sono comprese nell’approccio fallback.
Dopo il parere favorevole del Climate Change Committee, seguirà un periodo di scrutinio di tre mesi, al termine dei quali, se non ci saranno opposizioni da parte del Parlamento Europeo o del Consiglio, la proposta sarà formalmente adottata dalla Commissione Europea come Decisione. Poi il numero assoluto di crediti per ciascuna installazione sarà calcolato dalle autorità competenti degli Stati membri, che sottoporranno alla Commissione entro il 30 settembre 2011. La Commissione fornirà delle linee guida con le regole di allocazione, con un helpdesk già attivo e procedure e possibili multe in caso di infrazione.
Veronica Caciagli