Nuova vita ai binari abbandonati
In Italia vi sono oltre 5.000 km di ferrovie dimesse e inutilizzate, 1.500 km di strade arginali di fiumi e canali chiuse al pubblico, 800 km di vecchie carrozzabili abbandonate, 950 km di sentieri costieri inagibili, 2.500 km di vie storiche inutilizzate. Per un totale di 10.750 km di rete viaria da recuperare. Quale il futuro di questo patrimonio?
L’Associazione italiana Greenways, fin dal 1998, promuove il progetto Ferrovie Abbandonate, un tentativo di conservare la memoria dei tracciati ferroviari italiani non più utilizzati. Da quell’esperienza è nata poi la confederazione di associazioni Co.Mo.Do, realtà che si occupano di mobilità alternativa, tempo libero e attività outdoor, con l’idea di promuovere il recupero di tutte le infrastrutture dimesse (ferrovie, strade arginali, percorsi storici ecc.) per realizzare una vera e propria rete nazionale di mobilità dolce e un turismo di mezzi e forme ecocompatibili.
Creare percorsi pedonali e per utenti a mobilità ridotta, percorsi ciclabili o per il turismo equestre: tutte soluzioni che non pregiudicano, in futuro, l’eventuale ripristino del servizio ferroviario, ma che per il momento preservano il territorio dall’abbandono o da usi impropri. La confederazione ha presentato, anni fa, in Senato un disegno di Legge nazionale (n. 1170 del 15.11.2006) proprio per il recupero delle infrastrutture territoriali in disuso, grazie al quale sono stati stanziati ben due milioni di euro per la trasformazione di alcuni tracciati ferroviari in piste ciclabili.
Ripensare tutti questi percorsi, riprogettarli in modo rispettoso per l’ambiente proponendo soluzioni accessibili e sostenibili non è ovviamente immediato: talvolta la convivenza fra utenti diversi (ciclisti e pedoni, cavalieri e ciclisti) non è pacifica e bisogna ricorrere a un vero e proprio ‘galateo’ per la mobilità dolce, in modo che ognuno possa utilizzare al meglio la rete a sua disposizione. È necessario incentivare sentieri ‘orizzontali’ in pianura e lungo le coste, attorno ai paesi e fra una città e l’altra, aperti a un pubblico vasto di fruitori – terza età, scolaresche e portatori di handicap.
Alfonsa Sabatino