Premiata la green economy degli ecoquartieri
Il paese reale si muove. E la sostenibilità nell’edilizia non è più un lusso, ma una nuova politica. Il Premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente 2010 ha assegnato, martedì 15 a Milano, i suoi “Oscar” dell’abitare sostenibile. La green economy degli ecoquartieri, promossa da Legambiente, Confindustria, Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, compie così dieci anni.
In questi anni il premio è cresciuto: sono stati 230 i progetti che hanno partecipato. Queste le aziende premiate: Camera di Commercio di Lucca, Provincia di Lucca; Fumagalli Edilizia Industrializzata Spa; 3M Italia; Kerakoll Spa; Schüco International Italia; Clivet Spa; Rotex Heating Systems Srl; Studio999 e Casa Sostenibile. Le aziende segnalate sono state: Azienda Usl di Rimini; Coppa Costruzioni Srl; 3ndy Studio architettura design; Immobiliare Serena; Same Srl Isolanti Termoacustici Riflettenti; Knauf Insulation; Kone Industrial Spa; Bpt Spa.
“Non tutta l’edilizia va male”, osserva Andrea Poggio, vicedirettore generale di Legambiente. “La ristrutturazione energetica, grazie alle detrazioni fiscali (55%), ha attivato 11 miliardi di euro di investimenti privati in tutta Italia. Nella sola Lombardia le ristrutturazioni sono quasi 200 mila. Un fallimento, invece, il Piano casa, con premi volumetrici privi di qualità: solo 189 domande. È oggi il momento di nuove politiche di sostegno alle innovazioni in edilizia: come gli eco-quartieri come è successo in Francia e in altri paesi del mondo”.
Per Luigi Colombo, Presidente Ance Lombardia “È un percorso verso la qualità, l’innovazione e il rispetto delle risorse territoriali. Siamo impegnati perché questo processo si traduca in una significativa opportunità per l’avvio di una solida e competitiva economia verde all’interno della filiera delle costruzioni, che rappresenta una colonna portante nel sistema produttivo regionale”. Nel corso degli ultimi anni, la popolazione che abita nelle città ha superato per la prima volta nella storia quella che vive nelle aree rurali, e si prevede che questa percentuale possa salire al 70% entro il 2050. Le città consumano più del 70% di tutta l’energia e producono il 69% delle emissioni di CO2. Attualmente la normativa nazionale obbliga i costruttori a realizzare i nuovi edifici con standard energetici minimi e con classe energetica non inferiore alla C. A cominciare dal Regolamento edilizio le amministrazioni locali hanno diversi strumenti per fissare vincoli più stringenti e garantire ribassi sui consumi e le bollette per le nuove abitazioni. All’orizzonte ci sono del resto gli obiettivi fissati dall’Unione europea che obbligano tutte le nuove abitazioni ad essere completamente “carbon neutral” entro il 2019.
L’efficienza energetica e la bioedilizia sono inoltre strumenti per un possibile nuovo slancio del mercato edilizio e per la riqualificazione del patrimonio esistente. Quartieri e centri urbani a basse emissioni e non più solo singoli edifici, rappresentano la nuova sfida progettuale in tutto il mondo. Un’abitazione italiana standard consuma, ogni anno, solo per il riscaldamento circa 20 litri di petrolio a metro quadro: un valore che supera notevolmente i corrispondenti livelli di approvvigionamento di nazioni con climi ben più rigidi, come la Germania e la Svezia, e grava in modo significativo sui bilanci delle famiglie.
Francesca Fradelloni