UE: coordinamento e nuove tecnologie per ridurre le emissioni
Cambiamenti climatici, politiche per diminuire le emissioni di carbonio, tecnologie energetiche sostenibili e cooperazione tra l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) e la Direzione Generale Energia della Commissione Europea. Questi i temi che hanno animato il Summit sullo Strategic Energy Technology Plan 2010 (SET-Plan), tenutosi a Bruxelles il 15 e 16 novembre.
Lanciato nel 2007 dalla Commissione Europea, il SET-Plan rappresenta il pilastro fondamentale in tema di rivoluzione delle tecnologie sostenibili relative alle politiche climatiche ed energetiche dell’Unione Europea. Il suo obiettivo è quello di creare una piattaforma di coordinamento tra le politiche energetiche europee e la ricerca scientifica riguardante le energie rinnovabili, per elaborare piani comuni di riduzione delle emissioni di carbonio nei Paesi UE.
Il risultato, oggi, è la nascita di progetti di proposta, selezione e implementazione di nuove tecnologie energetiche sulla base di budget economici ben precisi. I settori di sviluppo tecnologico valorizzati ed incentivati nell’ambito degli obiettivi del SET-Plan possono essere racchiusi in sei iniziative fondamentali: promozione e facilitazione dell’utilizzo delle bioenergie nei processi di produzione industriale; costruzione di impianti industriali dotati della CO2 Capture&Storage (CCS) Technology, per minimizzare l’impatto di emissioni dovute all’utilizzo di combustibili fossili; promozione, attraverso strumenti finanziari, di tecnologie sempre più sicure per la costruzione delle nuove centrali nucleari; produzione di energia tramite la combustione di idrogeno; e infine le iniziative per incentivare lo sviluppo di altri due settori chiave delle energie rinnovabili: eolico e fotovoltaico.
In occasione del Summit, gli esponenti della comunità politica, scientifica ed industriale dell’Unione Europea hanno fatto il punto sui risultati raggiunti nell’area UE circa le azioni concrete della politica di riduzione delle emissioni CO2. Le conclusioni sono state soddisfacenti. Negli ultimi anni infatti la rivoluzione tecnologica energetica ha dato i suoi frutti. Di fatto sono aumentate le politiche industriali volte al risparmio energetico e all’utilizzo di tecnologie a bassa emissione di CO2. Grazie anche all’aumento dei finanziamenti pubblici, sono cresciuti notevolmente gli investimenti in fonti rinnovabili, soprattutto per quanto riguarda il settore eolico e fotovoltaico. Molti Paesi stanno riconsiderando la produzione di energia tramite la costruzione di nuove centrali nucleari.
Il problema del cambiamento climatico legato all’emissione di quantità elevate di CO2 nell’atmosfera è però una questione globale e non solo europea. Si tratta di una problematica non confinabile in una dimensione geografica ristretta riguardante solo alcuni Paesi e limitate aree geografiche. L’intero pianeta ne soffre. Nonostante i risultati positivi raggiunti nei Paesi dell’UE, le emissioni globali di CO2 dal 2000 al 2007 sono infatti salite ad un tasso medio annuo del 3% rispetto all’1,1% del decennio 1990-2000. Questi sono i dati che emergono dall’Energy Technology Perspective (ETP) 2010 della IEA.
La causa di questi trend negativi va ricercata soprattutto nella crisi economica e nella volontà delle economie emergenti, quali la Cina e l’India, di posizionarsi in maniera aggressiva sul mercato globale. La crisi economica e il conseguente aumento dei prezzi del gas e del petrolio, ha portato poi alla crescita di centrali energetiche alimentate a carbone. Paesi come Cina e India, caratterizzati da una popolazione in forte crescita e da economie in espansione, non hanno del resto come priorità, nelle proprie agende politiche, la questione climatica e la riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera.
A questo proposito, Bo Diczfalusy, direttore del Comitato Direttivo sulle Tecnologie e Politiche Energetiche Sostenibili della IEA, ha sottolineato, nel suo intervento, la necessità di una stretta collaborazione tra IEA e Unione Europea sui programmi di ricerca e sullo sviluppo e dimostrazione (RSD) delle tecnologie a bassa emissione di carbonio.
Lo scambio di know-how e di informazioni, un coordinamento su scala mondiale della ricerca scientifica e l’elaborazione di politiche e strategie globali, potrebbero essere la chiave per la costruzione di una piattaforma tecnologica che contribuisca alla diminuzione delle emissioni di carbonio e in cui confluiscano gli strumenti e gli obiettivi dell‘ETP e del SET-Plan.
Donatella Scatamacchia