Così parlò Rudolf Steiner. Il 29° Convegno di Agricoltura Biodinamica
Rudolf Steiner, fondatore dell’agricoltura biodinamica, lo diceva già nel 1924. «Gli alimenti sono innanzi tutto cibo per la mente. E oggi basta vedere come si ammala il cervello a causa dei veleni che ci sono nell’aria, nell’acqua, nel cibo. Insomma, se mangiamo male, pensiamo male».
Bandino Lo Franco è invece il titolare, con i due fratelli, dell’Azienda Agricola La Vialla a Castiglion Fibocchi (Arezzo), che ospiterà, da oggi al 21 novembre, il 29° Convegno di Agricoltura Biodinamica.
Apriamo subito una piccola parentesi. Che cos’è di preciso questo tipo di agricoltura? E’ un metodo di coltivazione fondato sulla visione spirituale del filosofo austriaco Rudolf Steiner, che ingloba in sé tutti i principi dell’agricoltura biologica. E’ basata sulla visione di un unico ecosistema che comprende il suolo, le piante, gli animali e l’uomo, e su pratiche sostenibili. Tra queste, c’è l’utilizzo di preparati naturali, che migliorano la fertilità del terreno e rafforzano le piante.
Il convegno si aprirà stamattina con un incontro all’Università di Bologna, per poi spostarsi in Toscana. Tra i partecipanti, ci sono agricoltori, studiosi ed esperti italiani e stranieri. Tema di quest’anno è la situazione, da molti definita «drammatica», di agricoltori, terreni, paesaggio. La crisi è pesante, trovare canali commerciali non è facile per le aziende, l’ambiente è quasi al collasso. Per questo è stato scelto un titolo chiaro e inequivocabile: “SOS agricoltura”. Gli argomenti degli incontri saranno diversi. Primo tra tutti il paesaggio: «L’agricoltura deve avere anche un ruolo nella sua salvaguardia, che poi ha effetti positivi sulla biodiversità, ma anche sul turismo. La biodinamica pone molta attenzione a questo», spiega Franco Pedrini, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, che organizza il convegno. Si parlerà anche di come questo sistema di coltivazione possa offrire delle soluzioni alla crisi: «L’agricoltura biodinamica rispetta il principio dell’autosufficienza, cercando di produrre in azienda concimi organici. Inoltre, la terra è più morbida e di conseguenza i mezzi agricoli più piccoli: così riusciamo a limitare anche l’impatto ambientale», continua. Ma questo tipo di coltivazione ha anche un impatto positivo sull’occupazione: «Le aziende biodinamiche hanno bisogno di più manodopera, e quindi creano posti di lavoro», continua Pedrini, titolare in provincia di Firenze dell’Azienda Agricola San Cristoforo, che produce cereali, frutta, ortaggi, pane, pasta, vino e olio.
Durante gli incontri, spiega Aldo Paravicini, titolare di Cascine Orsine e consigliere dell’associazione, si affronterà anche il problema dell’accesso dei giovani alla terra: «Da noi è molto difficile, servirebbero forme fiscali che agevolino l’avvio di nuove aziende agricole». E si parlerà anche dei Fondi Pac (la Politica Agricola Comune dell’Unione Europea): «Secondo noi i fondi UE andrebbero distribuiti con più criterio, stando attenti alla qualità e alla scelta culturale delle aziende». La cultura, appunto. Tutto, in fondo, sottolinea Pedrini, gira intorno a questo: «Dietro l’agricoltura deve esserci anche la cultura. Ormai, invece, il lavoro nei campi è stato svuotato di contenuti culturali e viene tenuto in vita con i contributi».
Ma non tutto è perduto. A Castiglion Fibocchi arriveranno diversi agricoltori da tutta Italia per raccontare la loro esperienza biodinamica, la loro scelta culturale. Realtà diverse, aperte al futuro, che sono la dimostrazione di come un’azienda che rispetta i principi di Rudolf Steiner possa andare avanti e crescere. Ne è un esempio la già citata La Vialla, gestita dai tre fratelli Lo Franco, che esporta, in tutta Europa, Chianti, olio,conserve, marmellate, miele e pecorino. L’azienda, biologica dagli anni Ottanta e biodinamica dal 2000, ha un’estensione di oltre mille ettari e un agriturismo biodinamico al 100%: «Solo il sale e lo zucchero vengono da fuori, il resto lo produciamo noi».
Al convegno ci sarà anche Mario Rosario Rizzi, titolare dell’Azienda Erboristica Flora, in provincia di Pisa, che dal 1989 produce oli essenziali, tisane, cosmetici, prodotti fitoterapici con materie prime di qualità, quando è possibile biodinamiche. Ma questo non è un semplice laboratorio erboristico: «E’ importante che il benessere passi in primo luogo da noi. Per questo la mensa aziendale serve solo alimenti biologici e biodinamici e per tutti i miei dipendenti pago periodicamente massaggi con i nostri oli essenziali». Flora organizza corsi di Aromaterapia e pubblica, dall’anno scorso, l’Aromatario, una rivista trimestrale che può essere richiesta gratuitamente via internet. E in costante crescita è anche l’azienda pugliese Cefalicchio, vicino a Barletta. Fabrizio Rossi, agronomo, ha iniziato ad occuparsi di biodinamico all’inizio degli anni Novanta e col tempo all’oliveto si sono aggiunti una cantina, un albergo, un ristorante e infine anche una piccola spa, gestiti dalla sua famiglia. I progetti per il futuro non sono finiti: «Vorremmo costruire un piccolo frantoio aziendale e dedicarci anche all’allevamento, in modo da produrre da soli il concime e realizzare un’azienda a ciclo chiuso». Proprio come predicava Rudolf Steiner.
Veronica Ulivieri