Tra le lenzuola (organiche) di George Clooney. Intervista a Giorgio Pertile
Mangiar sano e bio è ormai riconosciuta, piuttosto universalmente, come una delle pratiche per prevenire malattie e allergie. Ma il corpo subisce invisibili minacce quotidiane anche dall’esterno. Oltre alle più note, dovute principalmente all’inquinamento atmosferico, pensate ai vestiti a contatto con la nostra pelle o alle lenzuola nelle quali dormiamo. Di che materiale sono fatti, da dove provengono e come vengono lavorati i tessuti? Oggi questa è una domanda che ancora pochi si pongono, per distrazione o perché rimediare ha costi apparentemente superiori rispetto all’alimentare. Ma è poi così vero? Dormire tra lenzuola in cotone organico è un lusso che si possono permettere solo i George Clooney e i Keith Richards?
Lo abbiamo domandato a Giorgio Pertile, amministratore delegato della Tessitura Pertile di Chieri, in provincia di Torino, che di molti divi hollywoodiani è diventata fornitrice abituale.
D) Signor Pertile, il timore del prezzo, per chi voglia passare a tessuti più sostenibili, è fondato?
R) E’innegabile che questi prodotti siano più cari. Sostenibilità però vuol anche dire durare 10 o 20 anni, come le lenzuola che costituivano i corredi di un tempo. Pensi alla durata delle Timberland, rispetto ad altre scarpe “usa e getta”… Nel nostro caso il prezzo è dato principalmente dalla materia prima, perché coltivare cotone organico richiede maggiori attenzioni e costi di produzione, che si ribaltano sul filato. In questo momento, tra l’altro, c’è una grande scarsezza di cotone e seta sul mercato, con un aumento vertiginoso dei prezzi, dovuto probabilmente a raccolti non andati a buon fine. Ci sono poi altri fattori, più complessi, indipendenti dalla nostra volontà: se la Cina compra dall’Egitto enormi partite di cotone questo va a incidere sui prezzi.
D) In termini pratici, che differenza di prezzo ci può essere tra un set di lenzuola tradizionali e uno in cotone organico?
R) Indicativamente del 30-40%, fino al 50%. Stiamo ancora parlando di una nicchia. Inizialmente abbiamo avuto un boom di vendite in mercati maturi come quello americano, trainato dai divi hollywoodiani e dove un prodotto analogo al nostro set costa tre volte tanto (circa 700 dollari), poi c’è stato un assestamento dovuto alla crisi del 2008. Non dimentichiamo però che, oltre a essere più sano, il nostro prodotto ha anche l’ambizione di essere decisamente più bello, ovvero qualitativamente superiore. Gli spazi di crescita di questo mercato sono, a nostro avviso, ancora molto ampi. Ci auguriamo che dormire in lenzuola di cotone organico diventi un’esperienza quotidiana, così come indossare un bel paio di scarpe: non ha senso pagarle care e poi tenerle nell’armadio e guardarle solamente!
D) Come è nata la scelta di produrre una linea in cotone organico certificato?
R) Nei primi anni ’90 abbiamo iniziato a lavorare, per alcune ditte clienti, su una linea unicamente in tessuti naturali, come cotone egiziano, lino e seta…
D) Perdoni l’ignoranza, ma cos’ha di diverso il cotone egiziano rispetto agli altri tipi di cotone?
R) Il cotone egiziano è il migliore al mondo perché ha una fibra più lunga e particolari caratteristiche igroscopiche, ovvero la capacità di assorbire e rilasciare umidità. Da qui la maggiore capacità di “respirare” di un lenzuolo o di un vestito in cotone egiziano rispetto ad altri. Qualità che si ritrovano anche nella morbidezza al tatto e nella resistenza. Il cotone egiziano è coltivato sulle sponde del Nilo, in diverse valli, a seconda della conformazione che assume il fiume da un anno all’altro. Per mantenere costante la qualità del cotone noi lo acquistiamo, di volta in volta, nella valli favorite dalle condizioni climatiche di quell’anno. Addirittura l’India, che è un grande produttore, compra dall’Egitto questo cotone.
D) Torniamo al percorso che vi ha portati alla scelta di certificare un prodotto in cotone organico…
R) Come le spiegavo, abbiamo abbinato la scelta di materiali naturali alla capacità, da sempre, di lavorare sul jacquard, ovvero con macchine capaci di creare disegni sulla tela. Dal 1954 ci occupiamo sia di biancheria da letto che di tessuti per l’arredamento, come tendaggi, copridivano ecc. Mentre però è ormai uno “standard”, praticamente in tutto il mondo, avere lenzuola in cotone (e non materiali sintetici), è molto raro trovare tessuti per l’arredamento in materiali naturali. Noi abbiamo deciso di percorrere questa strada. Nel 2005 abbiamo poi richiesto la certificazione per il cotone organico, che è arrivata, nel 2006, da ICEA, l’Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, che verifica l’intera filiera a monte, a partire dalla coltivazione, per passare alla filatura e alla tessitura.
D) Da dove proviene principalmente il cotone organico?
R) Ci sono diverse aree produttive nel mondo, ad esempio il Texas. Gli Stati Uniti sono oggi il principale produttore di cotone biologico. Questo poi viene filato in loco o, molto spesso, già in Europa. A noi arriva sottoforma di filato e su queste partite eseguiamo ulteriori controlli di qualità.
D) Passiamo a valle della selezione: cosa avviene per quanto riguarda la tintura?
R) Tutti i prodotti della linea Naturalia, sono stati fatti sin dall’inizio senza tinture, nei colori greggi. Ne abbiamo poi realizzate anche delle versioni tinte con metodi tradizionali, in filo o in pezza (solitamente in filo, dalla nostra tessitura), che non contengono però elementi nocivi per la salute.
D) Perché non è possibile ricorrere unicamente a forme di tintura naturale?
R) Ci sono piccolissime realtà che riescono ad utilizzare unicamente tinture naturali, ma su scala industriale sarebbe oggi molto complesso garantire una perfetta riproducibilità e così oneroso da portare il prodotto fuori mercato. Ribadisco però che i metodi di tintura che attualmente utilizziamo, sia sul tessuto organico che su quello naturale, sono testati e rispettano una filiera dalla quale sono esclusi elementi dannosi per la salute.
D) Veniamo a questo aspetto, che è il più importante. In che modo questi prodotti tutelano la salute?
R) Non stiamo parlando solo di evitare o prevenire allergie, ma anche di escludere elementi potenzialmente cancerogeni che sono presenti in alcune tinture tradizionali. Ecco perché è importante conoscere da dove arriva il prodotto. In alcuni paesi lontani questa garanzia non esiste…
D) Sta pensando alla Cina?
R) Esattamente, ma non solo. Io comunque “ci metto la pelle”, perché ho avuto, in passato, grandi problemi di allergie e ormai da tempo uso solo più questo tipo di tessuti. La nostra azienda non usa paraffine o altri elementi sintetici spesso utilizzati nelle tessiture e questo lo si sente anche nella naturalità dell’odore: annusandolo il prodotto profuma di cotone.
Benedetta Musso